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giovedì 8 giugno 2017

Gli attentatori

Giugno, mese di attentati. Ah, come cambia il mondo... Anni fa, giugno rimandava alle albicocche e alle ciliegie, alla fine della scuola, ai primi pantaloni corti, alla terra in Piazza.
Oggi invece attendiamo ogni giorno di capire dove avverrà il prossimo atto terrorista. E chi sarà chi truciderà altri, chiaramente al grido di "Allah è grande!".



Bel mestiere quello dell'attentatore. Ben ripagato, con un finale certo e con obiettivo variabile, ma sempre ambizioso. "Radicalizzati", li chiamano - con termine vagamente medico - tutti coloro i quali, di discendenza musulmana ma nati e vissuti nella decadente civiltà occidentale, proprio dentro la decadente civiltà occidentale imparano ad odiarci. E colpiscono con gesti simbolici proprio i simboli dello svago della civiltà occidentale: stadi, ristoranti, concerti, spettacoli culturali.
Ecco, ma chi sono questi "fenomenali" attentatori?
Dicevamo sopra della firma che ogni evento drammatico presenta e lascia a memoria imperitura: "Allah è grande". Con evidente richiamo al Profeta di una delle più grandi religioni monoteiste.
Il racconto di chi fa la cronaca e poi la storia ci sta inducendo a pensare che si tratti sicuramente di uno scontro di civiltà, nello specifico di credi religiosi: Occidente contro Oriente, Islam contro Cristianesimo.
Non è questo il luogo per stabilire le cause di questo conflitto che al momento non prevede nè una fine, nè un orizzonte delineato. E neppure per verificare quali strategie siano più opportune per arginare questo senso di mancata sicurezza, che ci devasta la psiche e la quotidianità.
Andando qualche anno indietro (ricordo che avevo i capelli così folti che mi toccava tenerli indietro con la passata della mamma... è vero... cazzo ridete?), mi rammento di qualche frammento di lezioni didattiche universitarie, che tenevo ad una discreta massa di persone. Al tempo spiegavo (o tentavo di spiegare) ad esempio cosa fosse l'Islam.
Una cosa la capii molto rapidamente: l'Islam non è solo una religione. Anzi, a dire il vero questa massa di musulmani fanatici e dediti esclusivamente all'osservanza delle sacre scritture che sempre ci immaginiamo come stereotipo era poco palpabile. Perché l'Islam di base è Politica, è Stato, è Comunità. E poi anche Religione.
Prova ne sia il fatto che le fonti giuridiche (cioè ciò che per noi può essere, ad esempio, un Codice Civile) islamiche sono prevalentemente fonti che noi definiremmo eminentemente religiose.
Pensate ad esempio che la prima e più autorevole fonte giuridica è il Corano. Sì, è un po' come se vi dicessi che la Bibbia regolasse le transazioni ed i contratti di fonte civile, o gestisse le pratiche penali per una ipotesi di furto. Ebbene sì, le pagine del Corano, dettate direttamente da Dio a Maometto, rappresentano la prima fonte di diritto, dal diritto commerciale a quello penale, per finire ad esempio a quello familiare.
Seconda ed importantissima fonte del diritto è la Sunna, la tradizione, il modo di comportarsi, la consuetudine delle attività del Profeta. In generale, trattasi di una serie molto estesa di racconti o tradizioni riferibili a Maometto, tramandate in via orale fino ai nostri giorni e poi trascritti e fissati.
Terza fonte di diritto è l'Igma, ovvero il consenso della comunità, tanto più forte quanto si rilevi la mancanza di un clero costituito, di una chiesa docente e di una gerarchia ecclesiastica.
La quarta ed ultima fonte è il Qiyas, forma di ragionamento sillogistico o deduttivo-analogico, che consiste nella applicazione della analogia fra un caso nuovo (non inseribile all'interno del Corano o della Sunna) e quello originario di riferimento.
Ecco, queste sono le quattro fonti principali del diritto islamico. Questo è l'Islam. Stranissimo agli occhi di noi razionalisti occidentali, portati a credere che potere temporale spirituale fossero mondi separati e mai combacianti. L'Islam è l'esatto contrario: ciò che noi possiamo identificare come religione, è Politica, Diritto.
Termino di essere un dottorino (che già mi son venuto a noia) e rientro nei ranghi. Non prima tuttavia di chiosare il mio piccolo "trattato": l'Islam è complesso, alieno, distante dalla nostra forma mentis e dalla nostra conoscenza. A voi capire se convenga intenderlo, ignorarlo o combatterlo. Wiatutti non può aiutarvi in tal senso.

1 commento:

  1. Il problema non è la religione in se stessa (oddio, le religioni in generale sono sempre un problema a mio modesto avviso), in fondo possiamo azzardare un parallelismo con quella Cattolica romana che fino agl'inizi del '900 aveva ancora attivo il tribunale dell'inquisizione anche se riguardava solo materie religiose. Il testo della Bibbia non è molto migliore di quello del Corano per suggerimenti cruenti, la verità è che in Occidente abbiamo avuto anche l'Illuminismo e la Rivoluzione Francese, la creazione dello stato di diritto con dosi massicce di laicità anche se magari si continua a giurare sulla Bibbia nei tribunali americani ... ma la legge è emanata da un organismo laico! Non è una guerra di religione anche se sembra tale, ma uno scontro di civiltà sicuramente. Lo stato laico va imposto senza se e senza ma ed è superiore eticamente allo stato religioso (di qualsiasi tipo) semplicemente perché permette a tutti di professare il credo che ritiene essere il proprio o meglio ancora di non avere nessun credo. Quindi, sempre secondo me, non hanno senso nessuna difesa di crocifissi, ora di religione a scuola o qualsiasi altro clericalismo ma la netta presa di posizione a favore della laicità dello stato in quanto vero baluardo di civiltà, per questo vale la pena di lottare. Cecco

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