Alla Durio importa della Robur?

E dai, caro Al-Mutanabbi! Aritonfa a rompere il cazzo a questa (santa) donna, che - non scordiamocelo - ha messo due milioni.

Ora che c'è? Perchè fai queste domande? Perché sostieni che alla Durio potrebbe non importare della Robur?

A volte sono davvero i dettagli che delineano uno scenario.
Robur-Viterbese: il classico spareggione da dentro/fuori. Squadra depressa, ambiente sull'orlo di una crisi di nervi, società poco presente. Finora la professionalità nella Robur non l'ha fatta da padrona, poche scelte sono state prese e non tutte felici. Ed ora... arriva il match dell'anno!
Un bel problema. Che, come tutti i problemi, può però divenire una grande opportunità.
Insomma, incontriamo la Viterbese dell'ovinista Camilli, presumibilmente, complice un ponte luuuunghissimo, in un Rastrello scarsamente popolato; eppure, sarebbe la partita della vita...
Una società normale (no ganza, normale) organizzerebbe un evento, anche minimalista, per portare gente allo stadio, per creare quel minimo di entusiasmo che nell'anno non abbiamo mai sviluppato, per fare quadrato, per vedere sventolare qualche bandiera in più sugli spalti.
Che fare di concreto? Boh, cose semplici...
Una giornata bianconera? Uno sconto comitiva? Un ingresso gratuito? Una escort per ogni abbonato? Insomma, a mettersi a pensare due micro-attimi, qualche idea di merda la si trova, senza neppure affidarsi ai geni del marketing coi risvolti dei pantaloni ai ginocchi (il riferimento è genericissimo).
Ed invece... il nulla. Il nulla del nulla. E biglietto d'ingresso sempre a prezzi normali.
Mah, strano...
Strano, perché se io fossi il proprietario di una squadra che sta seriamente rischiando di essere coinvolta in un brutto gorgo, tenterei con le unghie e con i denti di restare nella categoria in cui la squadra l'ho raccolta, tutelerei il mio investimento (due milioni di euro, per chi non ricordasse), organizzerei una festa, spaccherei qualche gamba, giocherei sporco. E io, da tifoso semplice e sempliciotto, apprezzerei molto questo atteggiamento.
La realtà è un'altra. Ed in questa realtà c'è una famiglia (allargata ai collaboratori fidati) che vive e gioca una partita, dall'inizio del campionato, in modo completamente autoreferenziale, fra bestemmie in tribuna, show improvvisati post-gara e comparsate televisive (imbarazzante a mio avviso quella di ieri sera a Sportitalia). Un comportamento che mira a verificare esclusivamente le proprie potenzialità - bassissime, peraltro - e che se ne frega di tutto ciò che gira intorno. E pertanto, su tali basi, diventa "normale" avere uno stadio popolato da un migliaio di persone; va bene tutto, anche meno. Perchè l'importante è puntare i fari sul proprio operato, non sulla comunità, non sul popolo bianconero. Lo specchio è ciò che conta, oppure il riflesso ed il riverbero, anche se sopra le righe, anche mettendosi alle spalle il pensiero divergente di qualche tifoso: in fondo in fondo, che vuoi che ce ne freghi, se abbiamo messo due milioni di euro?
Un amico, uno di quelli che non è avvezzo a contestare e che anzi spesso mi ha rimproverato di farlo troppo con veemenza, mi disse in tempi non sospetti che della Durio non gli piaceva soprattutto l'atteggiamento da colonizzatrice. Lì per lì non capii; ora intendo.
In bocca al lupo, Robur.


"Chi ha messo i soldi può dire ciò che vuole"
M. Criscitiello ad A. Durio, Sportitalia, 19-04-2017.