Il canale youtube di wiatutti!

mercoledì 21 dicembre 2016

I punti e le virgole

Oltre il vetro della grande finestra, soltanto un sottile diaframma di plastica ingiallito dal tempo separa la camera dal mondo esterno, impedendo ad una luce malata e lattiginosa di entrare a curiosare all’interno della stanza e rovinare il riposo del ragazzo moro spalmato sul letto, coperto parzialmente dalla spessa coltre della trapunta grigia.

Alla stregua di un pesce imbrigliato nelle reti a strascico di un peschereccio, di quelle viste di sfuggita in qualche documentario televisivo, il lenzuolo aggrovigliato alla gamba sinistra pare impegnato in una disperata lotta per attirare a sè il giovane, mentre il resto del corpo, aggrappato al braccio destro proteso sopra la testa, sembra lottare per toccare la parete, come un nuotatore all’ultima bracciata di una carriera sospesa fra l’anonimato e la medaglia d’oro. Dal grande letto matrimoniale mancano entrambi i cuscini e una voce di donna echeggia dalla stanza accanto. Dall’altra parte della strada, la cameriera ai piani della Pensione Eden osserva la serranda chiusa dell’appartamento al terzo piano, provando ad immaginare la vita scorrere al suo interno. È una domenica mattina come tante altre ed il mondo pare imprigionato dentro uno strato denso e fuligginoso di nebbia grigia.
Ci sono giornate durante l’inverno in cui tutte le nuvole del mondo sembrano staccarsi dal cielo e piombare in testa agli sfortunati abitanti di questa città, ricoprendo case, chiese, ponti e farmacie, ovattando i rumori e confinando la voglia di vivere ai limiti della “sopravvivenza”. Una macchina rossa procede lentamente lungo la via, soffermandosi a pochi metri dall’ingresso dell’albergo. I faretti posteriori per un istante brillano di un rosso più accesso, mentre il guidatore abbassa il finestrino e sputa per terra, prima di ripartire verso il nulla, inghiottito dal muro sporco di vapore acqueo.
Dalle camere della pensione arrivano ogni tanto rumori comuni di vita privata: lo scroscio dell’acqua nella doccia, il trillo della sveglia un cellulare, il pianto di un bimbo. Prima di tornare ai suoi lavori, tuttavia, la donna butta nuovamente un occhio in mezzo alla nebbia, cercando tra le fila di finestre perfettamente allineate del palazzo di fronte, quella giusta. E finalmente la serranda è aperta. "Peccato non aver colto l’attimo", si rammarica a voce alta, avvertendo il leggero formicolio dell’eccitazione, legata al ricordo della fugace visione di un volto maschile, che dalla pancia si propaga dritto fino alla testa, rizzandole tutti i peli della nuca. Da qualche tempo ha notato il bel ragazzo che abita al terzo piano del civico 82 e non riesce proprio a smettere di pensarci.
Una figura di donna spalanca improvvisamente la finestra: è alta, castana e pare imbronciata. Indossa una camicia da letto nera, di quelle costose. Il bel ragazzo moro la raggiunge da dietro, bisbigliandole qualcosa nell’orecchio, prima di cingerle la vita con le braccia. La giovane donna inaspettatamente sorride, richiudendo rapida le due ante a vetri per isolarsi nuovamente dal mondo. I punti e le virgole…
La cameriera ai piani della Pensione Eden, nell’avvertire un leggero bruciore all’altezza dei polmoni, si rende conto di aver trattenuto il fiato per tutta la durata della scena e, sospirando, pone fine alla sua breve pausa. Con un misto di delusione e gelosia, ritorna con il pensiero ai giorni felici trascorsi a Siena assieme al vecchio babbo, poco prima che lui decidesse di trasferirsi a Piacenza, stravolgendo in una solo giorno la vita di tutta la famiglia. Ripensa alla sciarpa della Robur appesa in garage, bella e vecchia al tempo stesso. Ripensa ai giorni di sole ed al cielo azzurro. Ripensa sempre e solo al passato; ormai non fa altro da mesi. Come se provenisse da un telefono nascosto in qualche angolo del corridoio, la voce del genitore riemerge dagli scantinati della memoria. E senza sforzo ritorna alle lunghe notti trascorse nel lettone, durante le quali i tuoni squarciavano il silenzio del buio e suo babbo cercava di tranquillizzarla, cantandole "1950" di Amedeo Minghi e parlandole della vita: “Vedi ‘Serenella’" – le diceva accarezzandole la testa – “il mondo è un posto meraviglioso, abitato da esseri unici e straordinari ma molto, molto, molto strani. E spesso anche tanto cattivi. Le persone, nere e bianche, ricche e povere, fortunate e triste, si dividono in due grandi gruppi: i punti e le virgole. E alla nascita nessuno sa di quale categoria farà parte. Ma lo scopre presto. I punti sono le persone che sanno sempre cosa volere dalla vita, che non si vergognano mai, chiedendo tanto ma domandando poco. Essi magari non sanno da dove vengono, ma sanno perfettamente dove vanno. E per farlo non permettono a nessuno di interferire. Sono quelli decisi, che non cambiano mai idea e vanno dritti al loro obiettivo. Hanno un’idea precisa del loro futuro e cercano di difenderla lottando con tutte le armi a loro diposizione. Le virgole invece sono le persone insicure, come me, che cambiano opinione col cambiare del vento, rimanendo sospese nel niente in attesa di un punto che dica loro cosa fare. Esse cercano ostinatamente la felicità e, quando ne trovano una briciola, spesso non sanno nemmeno riconoscerla. Sono tante, il mondo ne è pieno. Ma anche se le virgole sono di gran lunga più numerose dei punti, saranno sempre quest’ultimi ad arrivare in alto, lasciando alle prime soltanto i i desideri, che col passare degli anni da sogni si trasformeranno in incubi”.
La cameriera ai piani della pensione a Eden, con gli occhi colmi di malinconiche lacrime, ripensa alla sua vita e alle troppe virgole utilizzate per lasciare aperte storie che reclamavano un punto. Ed ai troppi punti seminati a casaccio ai bordi di una vita a vissuta a metà. All’incapacità di decidere per il bene di se stessa. Al bisogno doloroso di amare e di essere felice. Ed improvvisamente inizia a piangere. E piange a lungo, virgola che non è altro!
La porta della 24 si apre di scatto, sulla soglia appare una ragazza con i capelli in disordine e le scarpe in mano, con un’aria che la cameriera definisce da “una botta e via” dipinta in faccia. Assomiglia alla donna della finestra, soltanto i capelli sono di una tonalità leggermente più scura. Guardando la cameriera sorride, salutandola con un movimento impercettibile della testa. Entrambe sanno, entrambe tacciono. Alle sue spalle, nell’istante in cui la porta raggiunge la sua massima apertura, la sagoma di un essere umano gonfia le coperte del letto. Senza voltarsi, la ragazza si guarda intorno per alcuni istanti, come a voler catturare un ricordo preciso di quel luogo, prima di sparire giù per le scale.
Punti e virgole. Pochi punti e molte virgole, pensò la cameriera. Un uomo addormentato che fa finta di essere qualcosa, una cameriera triste ed una ragazza insicura, che cerca nel sesso la conferma di se stessa e l’autostima che non ha mai avuto. Forse la vita è tutta qui, pensa. Forse siamo solo un esercito di virgole tristi, sperdute in un mare di nebbia.

Pro Piacenza – Siena: rinviata per nebbia. E forse non è una cattiva notizia.


Tutti insieme uniti avanzeremo.


Mirko

Nessun commento:

Posta un commento