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giovedì 22 dicembre 2016

Cari sottosviluppati...

... cari concittadini... Oh, se siete di quelli che se la prendono facilmente a male, vi consiglio di non leggere questo articoletto e di passare oltre, magari andando a comprare qualche regalino di Natale in uno dei molti (tutti?) negozi finti che pullulano ormai nel borgo polveroso.
Per chi invece resiste stoicamente alle provocazioni, illustro invece una edificante storia del Rione Sanità di Napoli, dal quale scrivo.

Proprio oggi ho percorso un lungo itinerario turistico, condotto da una cooperativa sociale, che ha messo in piedi alcuni tour di eccezionale spessore.
La Cooperativa Paranza nasce nel 2006 da sette ragazzi volontari poco più che ventenni, che un po' per scherzo ed un po' per passatempo iniziarono ad occuparsi delle problematiche del quartiere che aveva dato loro i natali, il Rione Sanità appunto (lo stesso del Principe Antonio de Curtis).
Passo subito al punto. Dopo dieci anni di attività, oggi La Paranza dà lavoro a tempo pieno a venti persone, ha aperto un bellissimo B&B, gestisce due spettacolari catacombe della zona, organizza corsi di recupero scolastico e molteplici attività di riqualificazione nel rione, ha stretto forti legami con le associazioni di commercianti del quartiere, ha creato la Fondazione San Gennaro, ha dato l'input alla nascita di analoghe realtà in altri punti critici della città (es: i Quartieri Spagnoli). Il tutto senza neppure 1 euro di finanziamenti pubblici, ma solo con un minimo (ma parecchio minimo) di donazioni per lo start-up da parte della Fondazione Con il Sud. Il resto è tutto frutto di: 1) impegno. 2) passione. 3) amore per il quartiere natio. 4) intelligenza imprenditoriale. 5) dinamismo. 6) capacità di comunicazione.
Il Rione Sanità lo avrete conosciuto spesso per fatti di cronaca legati ad uccisioni, regolamenti di conti, fatti di camorra. Realtà che esiste e che è palpabile, anche solo facendo un giro in zona. Ma a fronte di tutto ciò, l'esempio de La Paranza rappresenta una netta inversione di tendenza.
Nel 2016 le catacombe di San Gennaro e di San Gaudioso chiudono con più di 80.000 visitatori, dentro alla Sanità si rivedono i turisti, il quartiere si sta riqualificando, l'indotto è importante (citiamo come esempio una ditta nuova di pacca che è nata in questi anni per la manutenzione ordinaria delle catacombe).
"Ok", direte voi, "tutto molto bello. Ma che c'entra con Siena?".
C'entra, eccome! C'entra nella misura in cui si nota come, lontano dalle comodità del denaro più o meno facile, lontano dalla droga dei finanziamenti a pioggia della Banca, lontano dall'impigrimento fisico e mentale del finto benessere, qualcosa di interessante può nascere, creando reddito, posizioni produttive, posti di lavoro.
La Paranza scelse al tempo di partire con un progetto dal basso, tentando di coinvolgere Enti ed Istituzioni pubbliche, senza dalle medesime ricevere il benchè minimo cenno di soddisfazione ("Neppure un grazie", ci dice una giovane guida). E visto che mai nulla si sarebbe mosso aspettando qualche placet dall'alto, allora questi ragazzi iniziarono a mettere in atto una serie di attività che oggi non possono passare sotto traccia. L'eco del restauro delle catacombe, ad esempio, è ormai di livello internazionale.
Spettacolare la metodologia, sempre illustrata dalla giovane guida: "Noi abbiamo i nostri tempi, che sono velocissimi. Vogliamo e dobbiamo fare molte cose e non ce la sentiamo di attendere nessuno. Noi facciamo e facciamo bene, così saranno gli altri che si dovranno adeguare".
Qui non esiste un Babbo dittatoriale ed impositivo, qui la vita parte davvero di rincorsa, la gente vive nei cosiddetti bassi, i ragazzini lavorano per le organizzazioni malavitose, il tessuto sociale ed economico è pressochè inesistente. Non c'è tempo di gurdarsi allo specchio il risvoltino dei pantaloni, recriminare su attività che altri propongono, stare a giornate intere a verificare cosa i "nemici" scrivono su facebook, discutere in quale bar figo andare a scolarsi un aperitivo. No, qui le cose si fanno se si ha la voglia e la forza di conquistarsele, anche rischiando di andare contro le regole imposte. E senza che il Monte ci dica cosa possiamo o non possiamo fare.
A me di aspettare a Siena di ridursi come il Rione Sanità per verificare una scintilla di reazione "positiva" (ovvero contenente una proposta reale di fare qualcosa di concreto) pare una follia pura. Ma il cammino è tracciato: questione di anni ed anche il borgo polveroso diventerà simile ad un quartiere periferico di una città del sud (le prime avvisaglie sono per me chiarissime). In attesa, andate a verificare ciò che questa realtà ha prodotto e smettete di grattarvi i coglioni.
Sottosviluppati. Fisici e mentali.

2 commenti:

  1. SOTTOLINEO E SOTTOSCRIVO.

    FATTA STESSA ESPERIENZA E CONSEGUENTI

    AMICIZIE

    BRAVISSIMI.

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