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mercoledì 7 settembre 2016

I tantissimi motivi per volere il Museo del Palio

L'articolo di Roberto Cresti sul Museo del Palio ha stimolato la penna di un nostro lettore, che volentieri pubblico e ringrazio del contributo.
Se altri avessero da apportare opinioni (meglio se divergenti) sul tema, sono i benvenuti.

Buongiorno, ringrazio innanzitutto Wiatutti (che leggo ogni giorno) per dare spazio a questo argomento, che tutte le volte... mi "accalora". Ringrazio anche Roberto Cresti, certamente più autorevole di me, per aver dato, da Senese, delle "aperture mentali” al Museo del Palio. E questo non è poco. Io chiederei solo, se possibile, cinque minuti per leggere le mie riflessioni sul tema, visto che a Siena ci sono tanti “cervelli” sempre e solo scettici o addirittura contrari su tale argomento. Ecco a Voi i tantissimi motivi per volere il Museo del Palio.
Ho 58 anni, sono Senese e Contradaiolo (di fresco Cappotto) e sono fermamente convinto che a Siena un Museo del Palio manchi, ma manchi da tanti anni! E i motivi validi - anzi validissimi - per fare il Museo del Palio sono davvero molti! Tanto che, secondo me, andava fatto prima dei Musei di Contrada!
Infatti la cosa più importante è che chi viene a Siena per la prima volta non sa minimamente cosa sia il Palio, non sa niente; quindi non conosce la storia, non sa cosa siano le Contrade, quante siano, come funzionino, i loro colori, non sa perché il Palio lo facciamo sempre, non conosce le tradizioni, non sa i tempi, non conosce i nostri “termini”, non sa quante volte quando corriamo il Palio, non sa quante contrade partecipano nè perché le altre sono escluse. Non capisce soprattutto i motivi della nostra passione, non sa cosa vuol dire “la terra in piazza”, l’estrazione, l’assegnazione dei cavalli. Non sa cosa siano i “palchi o gli steccati”, non sa quanti giri si fanno, il ruolo dei fantini, i loro “intrighi”, i “partiti”… Insomma, il turista non si rende conto di niente!

Ma noi Senesi intendiamo che dopo 300/400 anni di storia del Palio un turista viene a Siena, va in Piazza del Campo (e non in Via delle Vergini o in Via Tito Sarrocchi) e non trova nessuna notizia o nessuna testimonianza del Palio? Ma stiamo scherzando? Ma ci rendiamo conto di quello che manca a Siena? 
Un esempio concreto: sarebbe come se chi va a Maranello e volesse vedere la storia delle Ferrari, non ci trovasse niente. Solo 17 musei chiusi, uno sulle viti, uno sui bulloni, uno sulle carrozzerie. E invece sappiamo che a Maranello c’è il Museo della Ferrari sempre aperto, con tutta la storia, i reperti… tutto! A Siena invece adesso ci sono solo 17 Musei - sempre chiusi - delle Contrade, che sono eccezionali, ma per quelli di casa nostra, per gli addetti ai lavori. Cosa capisce un turista in un Museo di una Contrada quando vede un drappellone e non sa nemmeno cosa sia? Perché lo fanno, come si vince, dove si vince? E poi gli zucchini… noi lo sappiamo a cosa servono, ma un turista che non ha mai visto il Palio ed a cui nessuno ha mai detto niente, che ci capisce? Che idea del Palio si è fatto? Di solito dicono che è tutto bello, ma che siamo dei pazzi e basta! Ma certo… perché non ne sanno niente!
Poi c’è anche il discorso dei cavalli. Fuori Siena (soprattutto nei giovani) c’è ancora tanta convinzione che a Siena, nel Palio, i cavalli siano mandati al macello. Quindi quale sistema migliore se non quello di dedicare una sezione a cosa ha fatto e sta facendo la città per la salvaguardia dell’incolumità dei cavalli? Chi meglio del Comune potrebbe documentare cosa ha fatto l’Amministrazione in questi anni? Nei Musei delle Contrade il turista trova queste risposte? No! Anzi, forse trova gli zoccoli di qualche cavallo caduto sul Campo…
Quindi: i Musei delle 17 Contrade sono scrigni preziosi nostri, per i Senesi che conoscono, vivono e amano il Palio; sono i “gioielli di casa nostra”, sono i salotti “buoni” di casa nostra. Nei Musei delle Contrade ci devono andare i Senesi e i Contradaioli. Stop. E infatti la loro apertura straordinaria fu un vero flop, perché il turista vuol conoscere il Palio e non la singola storia di un singolo rione! 

Il Comune, ma soprattutto i Senesi e la città tutta ha il dovere di far conoscere la Storia di Siena, la Storia del Palio e non solo far vedere (chiedendo il permesso) un Museo con i Drappelloni e gli zucchini... di una contrada.
Non solo ciò è riduttivo, ma credo che sia addirittura fuorviante, perché quando si esce dal Museo del Montone o della Torre, cosa si è capito del Palio e dei suoi meccanismi? Pensate che uscendo un turista conosca il Palio?
Altro esempio: ma quando noi Senesi si parla con un “non Senese” (a chi non è mai successo?) gli raccontiamo quanti drappelloni ha la nostra Contrada, oppure cerchiamo di raccontargli dall'inizio come funziona il Palio, “l’anima del Palio’”? O perché ci teniamo così tanto, perché siamo di una Contrada invece che di un’altra, cosa facciamo fin da bambini, cosa si fa 365 giorni all’anno, come funziona la “comunità” di una Contrada e come ci si rapporta con le altre Consorelle? Perché il Palio è arrivato fino ai nostri giorni, come funziona il meccanismo organizzativo, i tempi, i modi… Tutte cose che il turista interessato vuol sapere, che domanda e di cui non trova risposta nei Musei di Contrada. 

Ritornando all'esempio di Maranello: la gente vuole vedere l’ufficio di Enzo Ferrari e vuole vedere e toccare le automobili storiche e non solo il museo del pistone, della biella, o della gomma da Formula Uno! Tutto ciò è riduttivo! 
Ma ci rendiamo conto che ogni giorno gruppi di turisti fanno la fila per vedere il Palio - intendo la corsa - nei due negozietti (uno in Piazza del Campo e uno in Via San Pietro) che 24 ore su 24 trasmettono le varie Carriere?
E poi sarebbe una bella immagine per la città, una sicura fonte di introiti economici (magari girati alle Contrade) e forse l’occasione di far lavorare qualche giovane e meno giovane di Siena.
Secondo me il progetto sarebbe bellissimo, molto ambizioso. Immaginiamoci ad esempio il Museo del Palio all'interno del Palazzo delle Papesse ristrutturato, oppure in un’ala del Santa Maria, con percorsi multimediali, porzioni di palchi e tufo ricostruiti, e poi i vecchi canapi, il verrocchio, il mortaretto, i materassi, i bandierini di ferro, le antiche insegne, i paramenti dei cavalli, gli oggetti per l’ordine della mossa. Insomma, sarebbe interessante ripercorrere in un’ora la Storia di come sia nato il Palio, con oggetti, testi, foto, documenti, filmati, i nostri canti, i nostri emblemi, i nostri colori, la storia di tutte le Contrade, di tutta la città, dei loro territori. Ora queste informazioni in città semplicemente... non ci sono! Non serve andare a vedere un Museo di una Contrada, se non si sa a monte nemmeno cosa sia una Contrada. E poi potrebbe essere fatto un percorso del “Senese contradaiolo”, da quando nasce a quando muore... Insomma, le idee per far conoscere l’anima vera del Palio ci sarebbero; e tante! E qui, secondo me, entrerebbero in gioco i Senesi ed i Contradaioli di cultura, che sicuramente potrebbero apportare tante idee e tanti consigli da sviluppare. Sarebbe l’occasione per misurarsi, in una bella “officina” di cervelli, per tirare fuori le idee migliori e quelle più originali. 

Dico la verità: dire no al Museo è molto superficiale, così come è molto demagogico dire che sarebbero soldi buttati via, magari rimandando alle buche nelle strade, vero? Io lascerei perdere questo argomento, perché di cose buone a Siena (ed in generale dappertutto) se ne fanno poche ultimamente, mentre di cose finite male ce ne sono e ce ne saranno tante.
Io spero invece che questa idea del Museo possa portare a investimenti di banche, di privati, di società o di enti legate al turismo, all’accoglienza ed alla Cultura, magari facendo intervenire anche il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, perché no? Oppure la Comunità Europea... Il centro storico di Siena è anche un Patrimonio dell’UNESCO, o no? Sfruttiamolo, allora! 
Se poi dietro al no al Museo del Palio c’è la volontà “politica” di non far conoscere la storia ed i meccanismi che lo muovono, allora questo è un altro discorso. Allora, in questo caso, credo che sia meglio chiudere davvero le porte, non divulgare nessuna immagine in Tv e ritornare ai tempi non troppo lontani di Silvio Gigli, con la telecronaca (registrata) delle carriere. Anche questa è un soluzione drastica e senza costi, con i 17 musei chiusi (soprattutto nei giorni del Palio) e senza il Museo del Palio.
 

Saluto cordialmente e, comunque sia,
Siena trionfa sempre Immortale!

Con stima


Riccardo Rosso

2 commenti:

  1. L'argomento è delicato ed io ho sempre la sensazione che ogni volta che si vuole inserire qualche modifica al microcosmo Palio si corra il rischio di snaturarlo per sempre. Gli argomenti del signor Rosso sono validi ma è anche vero che una musealizzazione della città sia in corso da anni e non vorrei che il museo fosse solo una ulteriore tappa verso qualcosa di falso, di artefatto ... ho questa spiacevole sensazione. Allora azzarderei una proposta appena distante da quella di Rosso (premetto che io sono solo un contradaiolo semplice) ovvero di creare un museo sulla Storia del Palio e non un museo del Palio, questo per sottolineare che l'oggi non deve essere spiegato ma il turista deve riuscire a comprendere l'oggi conoscendo il tempo appena trascorso, quello dei nostri nonni e dei nostri genitori ... magari dedicherei una piccola sezione al Palio contemporaneo concentrando l'attenzione proprio sulla salvaguardia del cavallo ma tutto il resto lo lascerei in una sorta di limbo, come in sospeso, per alimentare la curiosità e l'interesse ma senza mai entrare nei dettagli del contemporaneo. Ultima cosa: si potrebbe prevedere che il museo della Storia del Palio fosse fatto interagire continuamente con 2 o 3 contrade, ogni volta diverse, che danno la disponibilità ad aprire il proprio museo e diventandone così una specie di sezione distaccata. La mia è solo l'idea dell'ultimo dei contradaioli. Saluti. Cecco

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  2. Per anni hanno proposto con proiezioni a getto continuo e due ragazzi fissi in Piazza Tolomei di vendere un documentario in lingua sul Palio. Il risultato è che non lo fanno più perchè è evidente che il gioco non valesse la candela. Forse la gente si accalca fuori dalla vetrina del negozio per sbirciare il video che mostra una carriera perchè gratis. Non sono del tutto contrario al museo, le mie perplessità sono che a Siena forse sarebbe il caso di recuperare quelli esistenti ed in deficit prima di aprirne altri che sarebbero gestiti comunque dagli enti locali e quindi facile immaginare il solito nepotismo sulle nomine e la conseguente gestione fallimentare. Sono d'accordo che molti visitatori sono MOLTO interessati a conoscere la nostra festa. Parlo per esperienza, da anni accompagno visitatori presso la sede della mia Contrada, non faccio pubblicità, non dispongo di un sito internet o pagine su Trip Advisor (per questo preferisco mantenere l'anonimato in questo post) eppure accompagno centinaia di gruppi ogni anno solo col passaparola. In sostanza se uno riesce a trasmettere la propria passione, dispone della facoltà di saper parlare le lingue e di relazionarsi col prossimo, le Contrade potrebbero benissimo coordinarsi e far fruttare i propri musei. Sta tutto nell'avere le capacità e le volontà. Il museo centrale gestito dai burocrati lasciamolo stare nel mondo delle favole della Pallai...Saresti disposto a rinunciare ai tuoi due splendidi drappelloni del cappotto per esibirli in mostra altrove? Dubito.

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