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lunedì 22 agosto 2016

Il Modello Calabria funziona

Tornato dalle vacanzine estive (una sola settimana...sigh), gradirei relazionarvi su alcune elucubrazioni di viaggio a proposito di ciò che ho visto: la oblunga Calabria.
Sono arrivato alla onorabilissima età di 46 anni senza aver mai visitato la Calabria, per un certo timore che la stessa mi aveva sempre incusso. Ma poi, a pensarci bene... timore di che cosa? Ok, allora parliamo di disagio? Ma disagio di che? Mah... è strano riferire questa sensazione, che tuttavia ho scoperto essere abbastanza diffusa anche presso certe mie conoscenze, alcune delle quali mi hanno confessato: "Io in Calabria non sono mai stato, perchè...", e la frase finiva così, senza una spiegazione definita, ma con un gesto della bocca che stava a significare una motivazione di incertezza.
In loco, questa anomala vibrazione la si tocca. Vuoi per i paesaggi maestosi ma aspri, vuoi per una certa distanza che la gente mette fra se stessa ed il viaggiatore, la Calabria appare sempre lontana, mai a portata di mano, sempre pronta a sorprenderti in negativo.
E però, molti altri stereotipi trovano una conferma in positivo.
Si spende pochissimo per tutto (segno che il costo della vita è parecchio più basso che dalle nostre parti), si mangia bene ed in quantità pantagrueliche (quasi che si volesse compensare una fame atavica patita dalle generazioni passate), il mare è splendido, la natura superba. Mi è insomma parso - chiaramente con uno sguardo molto in superficie - che in fondo in fondo in quelle zone non si campi malissimo. Molte strade sono state rifatte ex novo, gli stipendi sono allineati ai nostri, la gente pare abbia da spendere, l'edilizia feroce prosegue, si gira da turisti in modo molto tranquillo, la ZTL è un concetto ancora da scoprire, non esiste traccia di bici elettrica in giro, la gente campa uguale anche essendo smart una sega, di fatture/scontrini ne girano pochi.
La probabile spiegazione di tale stato delle cose mi arriva un giorno, in zona Capo Vaticano, quando vado a prendere un caffè in un bar di un residence. Il tizio che mi serve è di Firenze e, per il nono anno consecutivo gestisce l'attività. Ci fermiamo a parlare e lui mi chiarisce: "Le cose qui funzionano così: vige semplicemente la legge del più forte. Se sei qualcuno, non hai problemi. Se non sei qualcuno, ti devi agganciare a quel qualcuno, ben sapendo che ti chiederà qualcosa in cambio, sempre di più. Ma se puoi ripagare i favori, se non dai fastidio, se non rompi i coglioni in modo evidente, allora puoi stare tranquillo".
Mentre queste parole mi rimbombavano in testa, mi ricordai di un incontro che esattamente dieci anni fa ebbi con un altissimo dirigente dell'allora MPS, finito da poco in pensione per volere (sue parole) "dell'arrogante avvocato calabrese", nonostante fosse stato in grado di aprire diverse filiali di rappresentanza della banca in Estremo Oriente: "Sa", mi chiese, "quanti dirigenti sono arrivati in banca dalla Calabria in pochi mesi? Una trentina! E sa cosa esporta la Calabria? Il bel mare, la nduja e...".
Eh già, il modello Calabria evidentemente funziona, le cose si fanno e si fanno per bene, quando è il caso. E se un modello funziona, perché non esportarlo, magari servendosi di persone insospettabili, ben educate ed amiche degli amici?

1 commento:

  1. Complimenti per la scelta della lochescion, anche io conosco quella zona...Tropea Joppolo Nicotera Capo Vaticano....insomma so di che parli:-)

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