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martedì 26 aprile 2016

Non molto smart city

BUM! Notiziona di questi giorni (anzi, di un mesetto fa): Siena non è poi tanto smart!
"Fermi, fermi... calmi... a tutto c'è una spiegazione...".
Macchè, lo sapevo... si è creato giustamente un po' di panico.
"Come dite? Che allora si vive in una realtà virtuale?".
No dai... calma con le conclusioni, andiamo ad analizzare meglio, sicuramente c'è la soluzione, è un inghippo, è un gomblotto.
Fonte: Repubblica.it, Lastampa.it, ecc ecc
Riferimento: Smart City Index 2016, classifica realizzata dalla Ernst & Young in collaborazione con Eriksson, Tim e Indra e con il patrocinio dell'Agenzia per l'Italia Digitale (ente governativo), che comprende ben 116 centri urbani del nostro paese.
Storia: Un modello del 2013 e poi del 2014 esisteva già, ma stante la rapidità delle informazioni e della tecnologia, molto in soli due anni è cambiato, anche i criteri di valutazione, che ora riguardano soprattutto la progettualità ed il quadro organico di quanto messo in campo. In altre parole, si dà attenzione alla valutazione sulla programmazione manageriale delle città coinvolte.
Indicatori: Ne sono stati utilizzati ben 470 (servizi, app, uso di sensori, infrastrutture, reti, ecc).
Campi di applicazione: telecomunicazione, trasporto, vivibilità, accesso alla pubblica amministrazione, ecc.
Allora, da questa premessa dovremmo evincere che la classifica è credibile, sia per chi l'ha svolta, sia per le tematiche coinvolte, sia per la metodologia applicata.
Bene...

Sienina nostra nel 2014 si piazzava al posto n. 23 del ranking nazionale, nel 2016 capitombola al posto n. 35, perdendo ben 12 posizioni!
Ma ragazzi... ma cosa è successo??? Ma non DOBBIAMO essere smart? Non DOBBIAMO essere i più smart?
Analizziamo pertanto i dati.
1) Andiamo bene in "Service Delivery Platform" (???), in "Applicazioni e servizi" e in "Smart Citizens e Vivibilità della Città".
2) Andiamo malino in "Infrastruttura e reti".
3) Andiamo male in "Sensoristica" ed in "Vision e Strategia".
Ecco, proprio qua sta il punto focale, nell'ultima voce. Pecchiamo cioè in "Vision e Strategia", che vi rammento è il punto più importante nel quadro della valutazione adottato dallo studio suddetto.
E giustamente, diremmo. Dato che non basta proporre come one-shot una misura e chiamarla "smart" e poi non contestualizzarla in un progetto ampio ed organico. A Siena, ora con evidente parere dotto, ciò non sta succedendo, poiché probabilmente un conto è imporre una misura dall'alto, un altro conto è condividere e progettare con i cittadini un ventaglio di opzioni che combacino e vadano d'accordo nella salvaguardia della comunità. A Siena cioè il feedback che arriva è quello di fare, ma non di fare bene. Correggiamoci, perché ne abbiamo la possibilità.
Ma soprattutto, la scelta "smart" (che in definitiva è quella che rende la città migiore e più vivibile per chi la risiede) non può e non deve essere comunicata così come da anni sta succedendo: con arroganza, con imbonimento, con furia ideologica.
Siena ha molto bisogno di essere riaccompagnata verso un tragitto che al momento non è il suo, verso un coinvolgimento dal basso, senza una direzione su-giù, per cui chi riceve informazioni è sempre colui che le subisce.
Finora, solo parte della popolazione (sempre più ampia, peraltro) ha fatto presente questa situazione; ora esiste anche un parametro di giudizio dato da esperti esterni. Vediamo se si capisce...
Concludo: prima che lo dicano altri noti, chiariamo che la posizione n. 35 su 116 è una buona posizione e che si sta peggio altrove (Sanluri, Enna, Agrigento, Trapani le ultime in classifica), tendenzialmente dove ancora c'è il rischio di vedere una sparatoria nelle strade. Da noi manca poco, per cui attrezziamoci per cambiare rotta.

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