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martedì 17 marzo 2015

Numeri, presupposti ed attenuanti


Spesso nella vita è tutta una questione di numeri. A volte ci sentiamo dire: “S’impegna, ma non li ha” - che in realtà equivale a dire: “Sei bello dentro”, oppure “Sei simpatico”. E quando vogliamo conoscere una ragazza, di che cosa abbiamo bisogno”? Del suo contatto telefonico. E a scuola? La differenza non la fa forse un voto? Ci ricordiamo anniversari, date e compleanni, ma anche targhe, risultati e primati. Ma sempre numeri sono. Numeri che vengono assimilati dal nostro cervello in maniera assolutamente casuale: quante volte - senza un apparente motivo - ci siamo sorpresi nel ricordare una ricorrenza? 







E allora, parlando di numeri, mi viene da pensare che domenica (15/03/2015) non sia stato un giorno importante per la storia della Robur (1 squadra, 2 colori, 500 tifosi al seguito e 4000 abbonati) che giocava contro il Bastia (1 squadra retrocessa da 6 mesi, 2 colori, 0 tifosi). A dividerci in classifica c’erano (e ci sono ancora, purtroppo) 40 punti. Quaranta, come la Scala giocata al circolo o la Cristina velina anni '90. 
Lo stadio (1) che potrebbe tranquillamente essere ribattezzato l’Olimpico di San Francesco, aveva la pista (1) con le corsie (6), i materassi per il salto in alto con e senza asta (2) e la pedana (1) per il lancio del martello, del peso e del disco (3). Peccato che quest’ultima fosse quasi dietro alla tribuna (1): sai che spettacolo tirare verso gli spettatori. 
Il Bastia si schiera a casaccio, a loro basta non prenderne tanti (> 3), devono salvare la faccia visto che la classifica è compromessa dalla seconda (2 con il pallino = 2°) giornata del girone d’andata. Ed il loro atteggiamento è eloquente: nel primo tempo (45') pensano solo a coprirsi e a non prenderne tanti (>3). Ciccio Bombo Ferroviere vestito da portiere (120 chilogrammi di bontà in maglia gialla), non fa nulla per velocizzare le rimesse, nè sul risultato di parità (0 a 0), nè in svantaggio (0 a 1). Figuriamoci se si mette a farlo una volta ristabilito il pareggio (1 a 1). Tutti insieme hanno concordato di provare ad arrivare alla fine (90°) nel modo più indolore possibile: tutti (11) dietro, con “seccatura” (il 10) a correre, “pesticcia” (il 9) a litigare con Portanova e “polemica” (il 6) a fogassi a tutti coloro che passano dalle sue parti (arbitro compreso). 
Noi?Come dicevo anche noi in 11 (forse) con il solito schema (3-4-3) tanto caro a Baffo (2) Morgia (1), che con quel modulo in tanti anni (20), ha vinto poco (2). La verità è che il modulo (3-4-3) non è un sistema di gioco, ma un prefisso (343) di Vodafone, che ai miei tempi si chiamava Omnitel e si faceva pubblicizzare da Megan Gale. 
La partita scorre via brutta brutta brutta. Clima orribile e pioggerella intermittente. Poche emozioni (< 5), qualche legno colpito (2), una voragine creata da Ciccio Bombo su tiro di Santoni (unica parata) e un paio di ottimi interventi del Citto2 - confermato in porta dopo la sbornia di Ponsacco (anche perché di portieri non ce ne sono altri)- che appare molto sicuro con le mani e sospirante con i piedini. A proposito: il Ponsacco (3-0) ha perso a San Donato (1-0). San Donato, mica il Barcellona. Vabbè, fate voi. Forse a Colle Val d’Elsa non tirava il tramontano. 
Risultato finale? Pareggio (1-1). O come mai? Eppure i presupposti c'erano tutti. Il vento tirava con blanda intensità, il campo era largo e sufficientemente pianeggiante, loro erano accorsi in massa alla fiera dell’expo casa scordandosi di venire allo stadio e la partita era cominciata in perfetto orario, anche perché l’Olimpico è sprovvisto di illuminazione, quindi o giochi di giorno o accendi le candeline; e non essendo il compleanno di nessuno, non era proprio il caso. Inoltre San Francesco dall’alto del colle di Assisi era troppo impegnato a parlare con gli animali per scendere ad aiutare il Bastia, quindi il risultato non era a rischio. 
La partita sapeva di formalità (e non ditemi di no perché mi si ritappa la venina). La federazione non ci voleva nemmeno far andare: giovedì avevano scritto al presidente (1 e avanza) pregandolo di non portare la squadra. La missiva recitava tra le altre cose: […] "ma nemmeno per stare a fare trambusto, loro hanno la fiera, i parcheggi sono pochi e le auto tante. Poi le massaie vorranno andare a fare la spesa all’Ipercoop, quindi ci sarà la coda allo svincolo per Cesena. No, meglio se state a casa. Tre punti vi si danno lo stesso via […]". 
Ma noi, imperterriti, non abbiamo voluto sentire ragioni. Ma si, abbiamo risposto, visto che il Poggibonsi gioca a Spoleto si farà un po’ di strada insieme. Poi ci si ferma a fa pranzo a Olmo e in 60 si risparmia anche. Si viene volentieri se non disturbiamo. Tanto, è una formalità, no? Certo che lo è, anche perché loro non faranno nulla per romperci le uova nel paniere. 
Però… Però? Però se noi dovessimo dare l'impressione di essere l'allegra brigata parte seconda, allora il discorso cambierebbe. Forse la testolina avanti potrebbero anche mettercela, infilandoti magari in contropiede, 3 contro 1, come a San Giovanni (3-2). Eh? Ma davvero? Un'altra volta? E successivamente potrebbero andare parecchio vicino a fare il raddoppio. Sicuramente molto più di noi. 
Certo le attenuanti ci sarebbero: i lampioni che mancano, la coda in superstrada, i ragazzi degli allievi che il Bastia aveva portato in panchina (vorrei capire il 13 quanti anni ha), un raccattapalle che ha iniziato le scuole elementari lo scorso settembre ( piccolino, faceva tenerezza quando entrava in campo per consegnare il pallone al portiere), il centro commerciale di Collestrada pieno di avventori, la signora al banco di gelati che non sa quale gusto abbinare alla pinolata e smarrita si guarda intorno in cerca di un supporto: "Il brachetto signora; con la pinolata ci sta bene solo il brachetto! O si muova adesso, che sono le 14 e 04 e lei sta bloccando la fila"! Volendo inoltre ci sarebbe anche la donna Luciana (credo) che nell'intervallo chiama il marito e lo rimprovera di essere partito senza ombrello. A nulla valgono le scuse del signore: la moglie ha sentito "quello della radio" dire che a Bastia piove e di lui si fida. Anzi, a dir la verità è del marito che non si fida. "No, non me la racconti giusta", rimugina: ieri ha detto di essere andato a vedere gli juniores, ma vai a capire se è vero.. No madame, garantisco io: non pioveva alle 15 e 20. Quello della radio beve il vino pretto e poi vede cose che non esistono. E poi c’era la squadra avversaria che contro di noi fa sempre la partita della morte… Basta con ‘sta fanfalucca! Siamo noi che lo permettiamo. 
Guardate che a volerli trovare i presupposti o le attenuanti, si trovano. Ma siamo sicuri di voler campare di attenuanti? O di vivere di presupposti? Siamo sicuri di voler rifare la serie D il prossimo anno? Stiamo consegnando il campionato al Rieti: contenti noi (tutti), contenti tutti (noi)! E alla fine sarà soltanto una questione di numeri! 
Rialzare la testa alla svelta: c’è un campionato da vincere.

Tutti uniti insieme avanzeremo.

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