Report: cosa ho capito

Domenica sera, in un silenzio irreale, ho visto (un po' come tutti noi) la tanto attesa puntatissima di Report.
Che voleva discutere di MP (-S), ma che, inesorabilmente, ha finito per parlare di noi e delle nostre coscienze.

E forse è stata proprio questa la grandezza di un bel pezzo di tv di inchiesta, come noi non siamo più abituati a vedere. Utilizzando teste anonimi, costruendo una tesi accusatoria, portandola in fondo a costo di omettere alcune parti della realtà, la trasmissione ha creato emozioni.
Sebbene vi dicano di no, che tutto ciò non si può fare, che non è giusto, che non è professionale, plaudo sempre molto a chi osa. Perché a me chi osa fa riflettere.
Insomma, fermandomi a ragionare un po', a mente fredda, ho capito alcune cose.
Ho compreso prima di tutto che questa Siena, che anni fa esportava persone credibili e rispettabili, ogni volta che appare allo scoperto, fuori dall'ovatta in cui è stata cacciata dalla politica e dai media locali, fa orrore. Siamo ormai rappresentati da un gruppo di amministratori splatter, un mix fra i personaggi di secondo piano delle commedie zozze degli anni '70 e le caricature dei quadri di Magritte: grotteschi, surreali e metafisici.
Ho capito che esiste un'anomalia spazio-temporale, che fa planare a terra un orologio alcuni minuti dopo il suo padrone.
Ho capito che in questa bolla quantica, creata ad arte in città, l'inserimento di frammenti di realtà nascoste - stavolta sotto forma di un giornalista di inchiesta - apre la mente anche agli insospettabili, perché ora la consapevolezza della gente è molto alta.
Ho compreso che un computer può prender vita da solo.
Ho capito che tutti, in Italia, hanno più o meno inteso ciò che è successo, tranne una popolazione di circa 40.000 unità, asserragliata dentro le mura delle proprie menti, perché non adeguatamente informata.
Ho capito che alcune persone non hanno timore di presentarsi in tv a fare delle sonore figure di merda, protette dall'arrogante tracotanza dell'aura dell'intoccabilità.
Ho compreso che non si conosce per niente la storia italiana, che ci insegna che, quando si toccano certi "vertici", la morte violenta è dietro l'angolo.
Ho capito che, forse, fra presunti contatti con lo IOR, avvocati che difendono alti prelati, archivi che vanno in autocombustione, lavori offerti a cooperative in odore di C.L., forse un nesso ci deve essere.
Ho compreso che la politica, locale e nazionale, non era e non è mai stata lontana dalla Banca. Anzi, questo l'avevo già capito...
Ho compreso che se si parla di Banco di Santander (Vaticano), MP (-S) (Vaticano), Gotti Tedeschi (Vaticano), proposta a Mussari alla presidenza dello IOR (Vaticano), forse ci sta anche che non sia poi così peregrina l'ipotesi di una tangente a favore dello IOR.
Ho capito (da tempo) che Siena è legata al Potere immenso della Chiesa: alzate la testa quando camminate, è tutto scritto intorno a noi.
Ho compreso che un canuto giornalista, che chiama i propri ospiti "Fabrizino" e "Alessandrino" e che ha invitato la cittadinanza "a farli lavorare", osa - un pochino, non troppo - muovere una leggera critica al groviglio. E che forse ora ci vuol fare anche la morale.
Ho capito che nella passata trasmissione il Prof. Colonna era nettamente di altra categoria.
Ho compreso che non voglio più vedere il mio amico Galileo piangere e che domenica lo vado a baciare nel settorino.

Ed ho scoperto che, alla fine di tutto, terminato lo show, spenta la tv, restano solo la tragedia di un uomo, che non conoscevo, ed il dolore della sua famiglia.