Alcune puntualizzazioni

Rimuginando, stavo ripensando a ieri l'altro sera, quando Luciano Sardone mi ha richiamato a blaterare un po' di stupidate su Siena TV.
Premesso che quella trasmissione (e probabilmente quella TV) a Siena è rimasta uno dei pochi spazi in cui si possa pronunziare la propria idea in libertà, vorrei aggiungere qualche aggiornamento di stato sui miei sproloqui mediatici.

Stiamo rischiando grosso. Stiamo rischiando di ricadere nel vuoto dell'incomunicabilità che abbiamo sperimentato solo alcuni mesi fa e del quale abbiamo pagato amaramente le conseguenze.
Abbiamo ricominciato uno "scontro" ideologico, che nella pratica non paga più, visti i tempi rapidi comandati dalla tecnologia e dalla conoscenza diffusa.
Personalmente, vorrei spiegarvi il mio percorso, in merito alla considerazione sulla attuale proprietà. Il tutto, fra l'altro, è ampiamente verificabile per chi abbia la voglia e la pazienza di rileggersi qualche articolo di alcuni mesetti fa.
Chi vi scrive è uno che ha patito, come tutti, la scomparsa dell'AC Siena. Ma, forse non come tutti, si è abbattuto ed appiattito sull'evento, cogliendolo, anzi, come enorme opportunità per ripartire. Nuovi e liberi.
Sperando che tutto ciò sia successo (soprattutto in relazione alla libertà da certi Poteri che ci hanno soffocato nell'altra esperienza), mi sono messo in testa di non giudicare, se non quello che mi veniva proposto.
Ho pertanto seguito l'iter di assegnazione a Ponte, scelto dal sindaco Valentini, discosto ma interessato ed informato. Ho spinto molto per appiccicare emotivamente quanta più gente possibile alla neonata Siena Robur, nel mio piccolo mi sono attivato per sostenere gli sforzi di gente catapultata in un'avventura che aveva contorni assai poco definiti.
Ho atteso, senza fiatare - anzi, a volte contrastando la critica - quando sono stati mossi i primi incerti passi dalla nuova proprietà e sono arrivati i primi errori, conscio delle difficoltà e delle ampie possibilità di sbagliare quando si avvia una nuova impresa.
La squadra intanto ha subito iniziato a vincere, l'entusiasmo è salito alle stelle.
A quel punto, ho voluto iniziare a capire cosa mi si proponesse dall'altra parte, dalla parte della società, soprattutto in vista di una auspicata promozione in Lega Pro. E dopo i primi tre mesi di insediamento, sono uno fra quelli (ma non ne avevo dubbi, vista la mia arteriosclerosi galoppante) che esprime la necessità di un rapido chiarimento, perché non comprendo la meccanica di alcune delicate vicende.
Di contro, secondo dinamiche consolidate, i temporeggiatori hanno detto la loro e mi pare sia ricominciata fra i tifosi la lotta "ideologica" di cui parlavo prima: te sei un critico disfattista / te sei un wtuttista a priori. Creando il rischio di cui vi parlavo nell'incipit.
Analizziamo il tutto però da un altro focus. Entrambi gli schieramenti, per schiarirsi le idee, hanno a mio avviso bisogno di un grande aiuto: un intervento deciso del presidente Ponte e del sindaco Valentini, che ci rispondano congiuntamente a tre domande secche:
1) "Sig. Sindaco, cosa l'ha indotta a scegliere il qui presente Ponte come attuale proprietario della Siena Robur?"
2) "Sig. Ponte, cosa prevedeva il documento scritto sulla base del quale si è impegnato a rilevare la Siena Robur?"
3) "Sig.ri, come intendete procedere in vista di una eventuale promozione in Lega Pro?"
Come vedete, trattasi di richieste semplicissime.
Dalle risposte, qualunque esse siano, capiremmo molto e ci faremmo un'idea migliore di ciò che è successo e di ciò che ci aspetta.
Scrivo (anche) qui queste semplicissime domande, sperando che i vari giornalisti, più capaci ed adatti di me, che mi leggono quotidianamente, possano farle proprie e rigirarle ai protagonisti della vicenda.
Ve ne sarei immensamente grato.
Chiudo con un avvertimento: mettendo insieme le tessere del puzzle, nonostante coloro i quali non vogliono o non sanno vedere la realtà, inizio a farmi un'idea dell'attività del presidente Ponte, che tuttavia non ho la capacità al momento di sviluppare in un discorso argomentato; per cui soprassiedo.
La parola che mi viene in mente, ahimè, ad oggi si chiama comunque "speculazione".
Sperando di sbagliarmi, ci si ribecca più in là.