"Viva la gioventù, che fortunatamente passa senza problemi".
Così canta Lui, Franco Battiato.
Ed il tutto mi trova completamente d'accordo.
Prima, pensavo di essere nato vecchio.
Oggi, capisco tanto.
La frase di Battiato è, a mio avviso, meravigliosamente attuale con la mia contemporaneità: da un po' di anni, infatti, riesco ad intuire, prevedere, indirizzare gli eventi.
I più arditi citeranno un "sesto senso", altri "l'intuito", io a volte le chiamo "vibrazioni". I materialisti dei miei amici, più modestamente, mi dicono che sto invecchiando.
L'invecchiamento, mi sto accorgendo, è una bella fase della vita, se si lega alla comprensione delle catene degli eventi.
Prendete ad esempio il caso della Robur e degli innumerevoli tentativi infruttuosi di passaggio di proprietà di questi ultimissimi giorni.
Penso di aver capito qualcosa... Non ho niente di certo a disposizione, ma, come dicevo sopra, l'intuito mi dice che forse non sbaglio.
A livello vibratorio (o sottile), riguardatevi il video in cui l'ing. Raffaele Tartaglia viene intervistato non appena esce dalla banca e poi sappiatemi dire.
Ve la dico tutta: a me quest'uomo, d'impatto, piaceva molto. La sensazione era di vedere una persona che sapeva ciò che faceva, ciò che diceva, padroneggiando il contesto.
Strana la storia di Tartaglia.
Apparso all'improvviso, lanciato all'acquisto, infine evaporato.
Tartaglia ha lasciato presso la banca un libello, in cui si testimonia la sua idea di società; non andrebbe disperso, il documento.
L'ingegnere ha provato un iter anomalo, andando prima a sondare le reazioni di allenatore, giocatori e ds e poi dirigendosi a trattare presso la banca. Io, in tutto questo, c'ho visto un atteggiamento di profondo rispetto verso l'ambiente e di spiccata umiltà.
Ad un certo punto, si vociferava che l'accordo con Mezzaroma fosse concluso, almeno a parole. Restava solo l'ultimo scoglio, quello della banca. Probabilmente, non siamo mai andati così vicino ad avere un nuovo presidente, che poi la storia avrebbe giudicato.
Poi, d'improvviso, una voce fatta circolare (ad arte?) in città, secondo cui dietro l'ingegnere si celava la figura diabolica di Pietro Mezzaroma e, soprattutto, una seconda trattativa, lanciata e sponsorizzata in maniera anomala dai media locali, che ha definitivamente offuscato quella di Tartaglia, caduto in sub-esposizione, dimenticato.
Sparita dai primi titoli della stampa cittadina, a quel punto l'ipotesi è evaporata, come neve al sole.
Ad oggi, del famigerato fondo svizzero, dei magnati argentino-arabi, di tutto quanto portato in evidenza come alternativo al tentativo dell'ingegnere, non se ne sa più niente. Rimane solo una traccia di un portavoce locale, riconducibile ad un personaggio locale.
Il Male, ancora una volta, pare da ricondursi a Siena ed alle figure che la popolano.
Cosa sia successo, non si sa, ad oggi. E sono convinto che non si saprà mai. Ma ho come l'impressione che Tartaglia sia stato tagliato fuori da un clan di Senesi che ancora non vuol cedere il potere. Un clan che probabilmente lotta con un altro; e la Robur c'è cascata in mezzo.
E l'ingegnere, anche.
LA MIA BANCA E' DIFFERENTE LA MIA BANCA SI CHIAMA MAFIA
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