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martedì 8 luglio 2014

Gli abominevoli comunicati delle "Istituzioni" senesi

In questa farsa tragicomica che sta accompagnando la fine della storia di una gloriosa Istituzione (senza virgolette, stavolta) cittadina, quale da sempre è stata l'AC Siena, stanno impazzando nani e ballerine, che, in maniera più o meno consapevole, stanno infierendo sull'agonizzante Robur.
Fra questi torturatori, annoveriamo i sig.ri Viola e Valentini.





Iniziamo con l'AD (ps: a molti è piaciuto tantissimo il nomignolo "Amministratore Distratto", frutto della geniale mente di WSG) Viola, che, presente nella contrada del Drago nella notte post vittoria, rilascia una breve intervista il 2 di luglio.
Ah, prima di analizzare le parole dell'amministratore, domandiamo: ma come è arrivato in Camporegio? Accompagnato da macchine della polizia (dalla comunità pagate), con tanto di scorta, così come avvenuto la sere precedente per la cena paliesca in altra contrada? Suvvia, dott. Viola, suvvia! Pensa di essere a Gaza? O a Baghdad? O nella Palermo dei tempi d'oro? Paura di che cosa? Che qualcuno le faccia: "Buuu"?
Continuiamo.
"La banca vuol fare la banca e farla bene". Ottimo, anche perché, trattandosi del MP (-S) è sempre bene premetterle prima, certe cose. La banca, secondo l'AD, sarebbe pronta pertanto "a sostenere la società nella misura in cui ci sia un azionariato in grado di apportare quel capitale necessario per farla sopravvivere". Giustissimo, perché, lo ripetiamo, da un po' il MP (-S) "vuol fare la banca e farla bene".
Come quando, il 29 aprile 2014, lo stesso MP (-S) dichiarava, davanti all'ipotesi di fallimento di Sorgenia - azienda un filino ricoperta di quattrini nel corso degli anni dal nostro istituto bancario: "Non si ritiene utile ai fini di massimizzare le possibilità di recupero del credito di procedere a depositare presso il Tribunale competente istanza di fallimento".
Anche lì la banca voleva fare la banca e farla bene...
Seguitiamo a vedere che dice l'AD nell'intervista.
"Abbiamo incontrato diverse persone, ma al momento non mi sembra che abbiano le caratteristiche per svolgere il ruolo di rilancio dell'azienda".
Non metto in dubbio il giudizio di merito di cotanto amministratore, ma, a meno che non sia uso parlare in terza persona, con plurale maiestatis, si vocifera che l'AD abbia ad oggi fisicamente incontrato il solo Ferretti, lasciando ad altri sottoposti la verifica di altri candidati neo-presidenti. Per cui, si chiedeva almeno che l'AD fosse in grado di alzarsi da una sedia e scambiasse due parole con gli eventuali compratori. Ci accontentavamo di poco, come si vede...
Passiamo ora all'altro intervento di Valentini. Per me, non felicissimo, ancora una volta. Ma siamo quasi certi che non sarà l'ultimo (si scherza eh, sindaco).

La dichiarazione, di per sé, è giusta: "Purtroppo le dimissioni di Mezzaroma sono arrivate un po' in ritardo". Anzi, talmente giusta, che io leverei quell' "un po'".
Ma si ha come la sensazione che, per tutto questo tempo - un anno solare - il nostro primo cittadino abbia trovato la "scusa" dell'avere fra i piedi Mezzaroma, per non attivarsi come sarebbe stato suo dovere.
A fronte di questa intervista, infatti, mi giungono voci di un Valentini oggi assai più attivo nella ricerca di una soluzione per la Robur, che non in tempi immediatamente remoti. Cosa ci voleva, signor sindaco, per muoversi, una finta "dimissione" di Mezzaroma? Oppure, non si sarebbe potuto lavorare da prima con questa lena, dicendo a chiare parole, senza supercazzole: "Qui c'è un problema, si chiama Massimo Mezzaroma. Finché non si leva dai coglioni, io farò di tutto per distruggere il futuro della Robur. O, perlomeno, non farò niente in mio potere per salvarla da questa situazione". Personalmente, avrei più che preferito: il parlar chiaro, a casa mia paga sempre.
Invece, in 365 giorni, Valentini ha procurato alla Robur un contatto utile di un folle che ha intestato una società di calcio ad un cane lupo. Punto!
In più, ha di fatto distrutto un progetto di riqualificazione dello stadio (a proposito, ancora io attendo di capire come saranno recuperati i 300 posti di lavoro buttati al vento con il rifacimento del Rastrello, a fronte della salvaguardia di una manciata di pini marittimi), condannando a morte certa la Robur. Punto!
Infine, chiuderà il suo incarico, forse con la storica scomparsa delle due società professionistiche senesi, fiore all'occhiello della comunità intera, senza batter ciglio. Punto!
Questa è la drammatica verità. Il resto è fuffa.

1 commento:

  1. IERI DICEVO
    ma che niente niente tutti questi arrivi sul muro e tutta questa gente che sà ma non dice il Parri che ieri licenziava oggi compra vuole iscrivere la squadra e tutti hanno retto la balla sino ad ieri a mezzaroma un saranno mica daccordo con le sorelle fracchia per tentare l'iscrizione tireranno il carro al vecchi mezzaroma con le bimbe? chissà chi sà parli perchè ci siamo belle rotti i coglioni ora si passa alla guerriglia attenti ai tavolini che volano puttana di zaira occhio che l'iscrizione si fà noi
    OGGI CONFERMANO BASTARDI PEZZI DI MERDA AVVOLTOI VOI I ROMANI E CHI VI REGGE LA BALLA

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