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venerdì 27 giugno 2014

Il principio della rana bollita

Conoscete il "Principio della rana bollita", vero?
No??? Ma come! Non mi dite che non avete studiato in tutti questi mesi...
Eppure, già tempo fa Wiatutti vi aveva segnalato la contiguità della nostra situazione alle teorie di comunicazione di Noam Chomsky...
Ahi, ahi, ahi. Ovvia giù, riapprofondiamo.



Anzitutto, uno sguardo al nostro contesto (AC Siena e non solo).
Se vi pare che ogni anno, ogni mese, ogni giorno che passa la situazione vada sempre peggio, allora fatevene una ragione: è così!
Ma non perché è un caso, il destino avverso, un complotto. No, no.
Tutto è studiato, tutto è calcolato.
Esempi? Ce ne sarebbero a bizzeffe, per cui soffermiamoci soltanto agli eventi degli ultimi giorni.
Vi ricordate sempre di avere avuto l'anno passato una squadra di grandi uomini e di grandi atleti, che ha sfiorato la promozione pur essendo avversata da tutti, in primis dalla propria proprietà?
Bene, tenete in mente questa informazione.
Ordunque, quella squadra, già oggi, non esiste praticamente più.
Le comproprietà hanno già smantellato tanto (a proposito, ma ancora non sappiamo niente delle cifre?), staff tecnico sparito (in bocca al lupo, ve lo meritate), senza una parola di commiato che uscisse dalla bocca di presidente e società, medico sociale che ha salutato (ciao Andrea, rendici orgogliosi e digli a Buffon & C. che avranno l'onore di essere massaggiati da colui che anni fa tocchicchiava anche Al-Mutanabbi), giocatori tutti sulla linea della partenza.
Roba da incazzarsi, da strepitare, da urlare.
Niente di tutto ciò.
Vabbè, direte voi, a Siena ormai nessuno fa o dice più niente in segno di protesta, quindi...
Sì, vero. Però, se notate, siamo tutti a parlare di altri fatti, di altri eventi, di trattative, morte annunciata, fallimento. In modo tale che tutto è normale, tutto è dovuto. Della serie: "Inevitabile, è andata così".

Bene, ora vi passo alla teoria della rana bollita.
Prendete un pentolone con acqua fredda, buttateci una rana. Alzate pian pianino sempre più la temperatura: acqua tiepida, calda, caldissima.
La rana si abitua gradualmente e quando trova la temperatura sgradevole, non ha più la forza di uscire dal pentolone e, semplicemente, muore bollita.
Se la rana invece fosse stata immersa nel pentolone direttamente con acqua calda, avrebbe fatto uno zompo e si sarebbe salvata.

Domando: trovate forse qualche contatto con la realtà della Robur (e non solo?).



"I foschi presagi annunciati per il futuro, anziché suscitare delle reazioni e delle misure preventive, non fanno altro che preparare psicologicamente il popolo ad accettare le condizioni di vita decadenti, perfino drammatiche". (N. Chomsky)


1 commento:

  1. Tutto molto chiaro, tecnica classica detta anche strategia della gradualità .
    Solo un "piccolo" particolare fa la differenza....la rana è sprovvista di libero arbitrio , dono riservato, in via esclusiva, alla razza umana.
    Unico punto ancora discutibile....tempo di ebollizione e di cottura.
    Wia la sagra della ranocchia
    AJK


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