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mercoledì 5 marzo 2014

LA FOLOSA COMMEDIA. Inferno, Canto III (Gli ignavi)

Canto terzo, nel quale tratta de la porta e de l’entrata de l’inferno e del fiume d’Acheronte, de la pena di coloro che vissero sanza opere di fama degne, e come il demonio del Trainne li trae in sua nave e come elli parlò a l’auttore.
(anonimo commentatore del XIV secolo)


Insieme a Lapo del Querciolo arrivai alla porta dell'inferno. Lì ritrovai la scritta: "Lasciate ogni speranza o voi che entrate". Soltanto che questa era molto più vecchia e malandata. 
Feci presente la cosa alla bella guida, che mi rispose: "It's a very squallida think. It's old e fuori moda. Avere detto a Satana. Ma lui ha mandato a fuck me". 
Riflettei su quella scritta. Non avevo capito che quello era un ammonimento. Ero un po' incerto. Allora Lapo mi prese la mano e mi fece oltrepassare la porta. Dopo pochi secondi mi pentii di quel gesto. La sua mano era veramente schifosa, piena di vermi e pezzi di merda. Fui veramente schifato. Ma fui bravo a mascherarlo. 
Una volta entrato, la mia attenzione fu colpita da urla disumane, parole d'ira in strane lingue. Mi sembrava di essere alla mossa il giorno del Palio. Mi misi a piangere, preso dallo sconforto e dalla suadade. Addentai un ricciarello anni '70 di Maria Pia. Chiesi a Lapo da dove provenissero quelle voci. Egli rispose: "Oh, my Satana. Ma che ignoranza. Sono gli ignavi". E io: "O chi sono gli ignavi? Un complesso roccke della Coroncina?". "Gli ignavi son coloro che da vivi non hanno mai preso position. Né con il bene, né contro il male. Ma you conosci. You know. A Foloso City there are molti ignavi. Ne eri pieno". 
Continuò rassicurandomi di non dar loro importanza. Non erano degni di essere guardati. Notai che molti di loro correvano dietro uno strano vessillo, con una palla arancioncina e con scritto Conte Group. Poveracci, erano inseguiti da cambiali e boccoli di capelli impazziti. Le loro facce erano piene di lacrime, con vermi che le leccavano.
Tra i maledetti mi sembrò di riconoscere diversi tifosi folosi della palla a balzello, quelli delle poltroncine delle prime file. Di quelli che, quando le cose vanno bene, non tifano mai. E quando vanno male, fanno finta di non essere tifosi.
C'era Mascherina da Carogna, ex commessa, che al palazzetto non cantava nemmeno la Verbena. E, quando la squadra andò in liquidazione, non proferì parola, dichiarandosi anzi incredibilmente tifosa della Robur. Mi sembrò imbruttita. Non che fosse una gran bellezza prima. 
Dietro mi sembrò di veder uno scrittore, se non erro si chiamava Sandro Lorenzo Positivo. Da vivo mi ricordo che non diceva mai niente di particolarmente bello sulla Robur, ma nemmeno una parola contro i nemici della stessa. 
Poi un sindacalista del MP meno ESSE. Nei tempi d'oro, nessuno si accorgeva della sua presenza. In tempi difficili... uguale. A parole diceva che avrebbe fatto girare le palle ai vertici, ma finì con l'adeguarsi. Per paura. Il suo nome era Carletto Fruendone.
Con uno sguardo cruento, la mia guida mi invitò a seguirlo senza indugi. Arrivammo nei pressi di un fiume, l'Acheronte. Notai la presenza di molte anime, in febbrile attesa. Chiesi a Lapo chi mai fossero. "Dont rompere my balls. Stupid men. Quando saremo in the river, ti dico tutto".
Arrivò allora un vecchio con la barba bianca, mostruoso, zozzo e incivile, con occhi fiammanti di bragia. Era un ex presidente del Trainne. Guidava un barcone brutto, malandato, vecchio, che sembrava affondare da un momento all'altro. Come molti tramme di Foloso City. Si avvicinò a noi imbufalito.
Mi indicò incavolato dicendomi di andare via perché ero vivo e non potevo stare lì; o, al limite, di obliterare il biglietto. Intervenne allora Lapo: "This man non mi è simpatico. He is not nice. Ma tu sei peggio. Lui è qui per volontà di Dio e di Maria Pia del Grattacielo". Alla parola "Maria Pia", l'ex presidente rimase zitto, terrorizzato. Le anime, tremanti, si indirizzarono verso il barcone, mentre il choffeur le batteva forte col remo nel groppone: "Forza, forza, camminate, movetevi, siete più ferme di Mannini".
Alla vista della tragica scena, ebbi un mancamento. Bevvi un VOV di Maria Pia degli anni '50 e di tonfo svenni, e caddi come l'uom cui sonno piglia.

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