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mercoledì 4 settembre 2013

Non è più una questione di calcio

Sì, non so come chiamarla, non saprei darle una definizione, ma tutta questa storia passa ineluttabilmente sopra le nostre teste, più alta di noi, qualcosa su cui davvero possiamo fare poco. Il tutto si evince dalla fase di stallo che stiamo attraversando: oltre ad un Presidente che niente vuole e può ormai dare alla causa, quello che fa più pensare è proprio l’atteggiamento della banca. E’ assurdo che, nonostante si sbandieri tanto deficit, non ci sia da parte di chi questo supposto debito lo detiene, un’idea, un sussulto per provare - dico provare - a rientrare di qualcosa, che siano soldi veri e non elemosina.



Sarebbe troppo facile mettersi a tavolino e creare i presupposti per il passaggio ad un’altra proprietà, per una parcellizzazione del debito (che solo per il Siena, caso unico nel panorama mondiale del calcio, non si sa di preciso a quanto ammonta) e per agevolare una eventuale trattativa in essere.
Nessuno, comprese le Istituzioni, si muove.
Non riuscendo a comprendere fino in fondo che cosa ci sia davvero in ballo, ritengo che tutto ciò che riguarda le sorti del Siena... non sia davvero più una questione di calcio.
Tra di noi si discute, si punta il dito, quello non ha fatto, quell'altro ha detto, il mercato, la squadra, quelli che arrivano, quelli che ripartono, la penalizzazione, gli ultras, i fedelissimi, i focillati, tutto fa brodo, per creare diatribe, criticità, discussione, nel perfetto stile senese, che ci vede da sempre divisi in tutto quello che ci riguarda.
Dal momento che non si vuol mettere in piedi correttivi per dare stabilità alla società, dal momento che non c'è interesse nel ricercare un possibile acquirente (da tempo individuato in una figura che possa legare nome ed investimenti a Siena, vista la prospettiva di capitale europea per la cultura 2019, motivo legittimo per ricercare personaggi o imprenditori di spessore), dal momento che non c'è volontà alcuna nel parcellizzare l'eventuale debito residuo tra le varie componenti - Banca, attuale proprietà, futura proprietà - come buon senso e buona regola consiglierebbero di fare, non è più una questione di calcio.
Vedo nella banca ed in chi la dirige (ed in chi a sua volta essi dirige), i veri deus-machina di quello che ci sta succedendo. Lo sono stati in tempi passati, quando ci hanno portato tra le palle presidenti inadeguati al ruolo, personaggi ambigui che solo loro conoscevano; li hanno imposti a tutti, ma di questo però nessuno vuol pagare dazio.
L'avvento di Profumo e Viola alla guida del Monte ha accentuato la crisi soprattutto dello sport senese: quale miglior occasione per mostrare al mondo un nuovo vento di moralizzazione all'interno del Monte, quella di essere intransigenti e puntigliosi fino all'inverosimile verso lo sport, da sempre veicolo di tante passioni, ma troppe volte rappresentazione del futile, dell'eccesso, dell'esoso. Sono partiti da lì per far vedere che il Monte poteva risollevarsi, tagliando quelle appendici che pesano come piombo nelle prospettive di ripresa della banca stessa.
Così la governance montepaschina ha calato la mannaia, senza sentimentalismi, senza pietà, senza riconoscenza. Quasi fossimo di due realtà tanto diverse, tanto lontane, da Roma è arrivato l'ordine di rifarsi il trucco. Il Siena paga e pagherà a caro prezzo questa decisione, (ma sarà una questione di tempo anche per il basket), per non parlare delle tante società che fanno sport di base in tante altre discipline dello sport cittadino, che pur avendo una popolazione limitata nel numero, ha da sempre espresso e sfornato anche numerose eccellenze a livello nazionale ed in alcuni casi anche mondiale.
Vogliono schiacciare il capo al Siena, ma l'obiettivo è... Siena!

Braccio da Montone

2 commenti:

  1. E'pensare che a luglio quando a quei due gli fu fatto due o tre berci, si scandalizzarono in tanti e in tanti a offrire solidarieta'.Per due berci nessuna aggressione fisica. Invece erano da dirgli bravi. Wsg

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  2. Questo è il blog molto più bellissimo del mondo intero. Marte compreso. E non solo perché ci scrivo io me, che fo le pagellissime, ma però anche perché pure nel peoro c'è gente parecchissimo in coscia, anzi in gamba. Detto da me e credo pure anche da primo. Cadauno e cadadue del nicchio.
    Davù

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