Tra un cerchio alla testa dovuto ai bagordi del sabato e un aperitivo di ripresa, un brunch ed un vassoio di caramellati del Buti (perché comunque è domenica) si è giocata ieri a mezzogiorno e mezzo Robur-Casteddu, valevole per la salvezza 2012-2013.
La cornice di pubblico presente è quella che merita quest’ora, abatantuonamente né carne né pesce, ibbrida. Ma bando alle ciance e sotto col pallone, che poi è il cuore del problema, per entrambe le compagini, visto che è rotondo ma non autonomo, ed in qualche modo andrà pur calciato. Cosa che non è riuscita appieno domenica, nell’ora in cui di solito ci si siede a tavola e si scambia convenevoli coi parenti. Vorrei parlare di palle gol, di occasioni, di giuoco sopraffino là davanti, di azioni mirabili e contropiedi fulminanti. Se è per questo vorrei anche accoppiarmi con donne di spettacolo aldilà del normale scibile umano, detergermi le terga con banconote di euro 50 e avere un abbonamento vitalizio (e gratuito) ai vinai di tutta Italia, ma tant' è.
Che intervenga il notiziabile: gran bel match per le linee difensive. Nella prima sonnolenta e immobile frazione di giuoco non ha demeritato il prorompente prodotto di casa Apple iBarbo, che per nostra fortuna, alla mezzora, (o come direbbe Fabio Noaro «alla mezzora e un po’, per essere precisi») mangia campo ed avversari, macina campo e speranze bianconere, salvo poi perder lucido ed acume di fronte all’imperativo veneto schierato tra i ns. pali, Pegolo («toso, pegolo, che ghel magnarìa!»). Sul fronte occidentale ravvivano la situazione i piedi buoni del medianino col nome da entreneuse e poco più: il ragazzo del Delta del Ticino piange solitudine e palletico.
Passa l’intervallo, più pimpante del primo tempo. Nella Robur entra in campo il filiforme e tripode brasiliano Reginaldo, ma si continua a parlare di poca lana là davanti. Un pallone tra i piedi del nigeretico, una parata dell’imperativo veneto e poco più.
Trattasi comunque di punto d’oro, visti anche i risultati delle concorrenti: basta che poi non si rimpianga la pochezza offensiva. Ma ora bando alle quisquiglie, che c’è da preparare il match di Genoa, e non si dica che non è fondamentale.
Rouge
Tripode Reginaldo è un colpo da maestro..........
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