Restano solo i numeri

Riceviamo e pubblichiamo.

Per anni il dibattito sui vaccini è stato inquinato da opinioni presentate come verità, post virali senza fondamento e allarmismi che hanno trovato spazio perfino in blog personali trasformati, loro malgrado, in cassa di risonanza per teorie infondate. Oggi, però, la distanza tra narrazione e realtà scientifica è diventata difficile da ignorare. Un nuovo studio di portata imponente, pubblicato su JAMA Network Open, aggiunge un mattone decisivo: quando si osservano milioni di persone seguite per anni, le certezze costruite su supposizioni svaniscono, mentre restano solo i numeri – e i numeri raccontano una storia molto diversa da quella diffusa dai detrattori dei vaccini mRNA.

Un importante studio, pubblicato su JAMA Network Open (*), ha seguito dal 2021 al 2025 quasi 23 milioni di soggetti vaccinati e circa 6 milioni di non vaccinati, di etá compresa tra i 18 e i 59 anni.

Dalle ricerche, corrette con modelli statistici robusti, è emerso che i soggetti vaccinati hanno avuto un tasso di mortalità totale più bassa del 25% rispetto ai non-vaccinati e un rischio di morte per malattia grave da COVID-19 inferiore del 74%.

Lo studio non ha trovato alcun segnale di aumento della mortalità a lungo termine (4 anni) associato alla vaccinazione mRNA contro la COVID-19. Inoltre, anche escludendo le morti per COVID-19, i vaccinati presentavano meno decessi per cancro, malattie cardiovascolari o cause esterne.

Questi risultati rafforzano le evidenze sulla sicurezza a lungo termine dei vaccini a mRNA utilizzati su larga scala, anche nella popolazione adulta relativamente giovane. 

Anche un’analisi separata condotta nel  breve termine (6 mesi) non ha trovato alcun aumento di “morti improvvise”, anzi, la mortalità risultava inferiore del 29% nel periodo post-vaccinazione.

Con buona pace dei detrattori e di chi fa sciacallaggio sulle morti improvvise. 

Dario Castagno

(*) Fonte:

https://jamanetwork.com/journals/jamanetworkopen/fullarticle/2842305