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martedì 2 dicembre 2025

MP(-S), ancora tu? Ma non dovevamo…

La sfortuna più nera si accanisce sulla nostra ex banca, che ancora una volta sale alla ribalta per questioni non prettamente limpide e cristalline. Maledetta mala suerte!


Nuvole nere si addensano intorno al mondo bancario. Entra nel vivo infatti l’inchiesta giudiziaria per fare luce sulla scalata effettuata da MP(-S) per acquisire Mediobanca.

Come ricorderete, a gennaio 2025 la banca ex senese lanciò un’offerta pubblica di scambio per acquisire Mediobanca: in pratica, attraverso un semplice scambio di azioni, MP(-S) avrebbe preso il controllo dell’istituto di credito milanese. Inizialmente l’offerta fu respinta al mittente da Mediobanca che la giudicò ostile e non concordata. Proprio a seguito di questo primo tentativo è scattata l’inchiesta della Procura di Milano, partita da una denuncia da parte della stessa Mediobanca. Le accuse sono: presunta manipolazione del mercato azionario e ostacolo all’attività delle autorità di vigilanza. Nonostante l’avvio dell’indagine giudiziaria, la trattativa tra MP(-S) e Mediobanca si è conclusa con successo a settembre: attraverso l’OPS la banca senese controlla ora il 62,2% delle azioni di Mediobanca.

Nel frattempo l’inchiesta giudiziaria procede e nelle scorse settimane sono emersi nuovi elementi che coinvolgono anche il Ministero del Tesoro. Tra il novembre 2023 e il novembre 2024 il MEF ha infatti dismesso a grande velocità la maggioranza delle azioni che deteneva all’interno del Monte, passando dal 64,23% all’attuale 4,8%. A subentrare nel nuovo consiglio di amministrazione sono stati il Gruppo Caltagirone e la famiglia Delvecchio proprietaria del gruppo Delfin. Si tratta dei due soggetti ora indagati dalla procura di Milano per la scalata a Mediobanca. Secondo i giudici milanesi “il ruolo del Ministero del Tesoro è stato significativo in uno dei 5 punti del presunto concerto occulto contestato nell’inchiesta ma non è oggetto di indagine”. In pratica secondo gli inquirenti il Governo avrebbe fornito un sostegno all’operazione, ma senza partecipare direttamente alla scalata. A complicare il quadro ci sono poi due ulteriori tasselli. I gruppi Caltagirone e Delfin oltre a essere azionisti di MP(-S) erano anche azionisti di Mediobanca prima dell’acquisizione. E poi anche la vendita delle quote di MP(-S) da parte del Governo è oggetto di un’indagine parallela. Insomma, una serie di nebulosità tipiche dei processi di privatizzazione degli asset pubblici italiani, così come successo fin dagli anni ‘90. Ed un accanimento terapeutico contro la nostra ex banca, indagata ogni qual volta ci sia da fare movimenti di vendita o acquisto. Il tutto poi per determinare il nulla è spendere soldi pubblici, perché tanto ai Caltagirone non verrà mai imputato niente neppure in stato di flagranza. Lo abbiamo sempre detto: evitiamo di girarsi i coglioni in queste cose, non vale la pena.

2 commenti:

  1. Buongiorno, scusami la fonte ma sono costretto a citare Gasparri che durante un dibattito televisivo (non mi ricordo quale) dichiara quella che è stata in questa operazione la strategia del governo, ovvero impedire che Generali finisse in mano ai francesi. Essendo Mediobanca azionista di Generali il fatto che MPS acquisisse Mediobanca permetteva a Generali di rimanere in patria. Ora che il MEF abbia favorito questa operazione (il "ragioniere" Giorgetti) mi sembra probabile in barba all'intoccabile libero mercato. La domanda che mi pongo è: i sedicenti difensori del libero mercato al governo (dato che vedono i comunisti come il loro peggior nemico) possono ignorare le sacre leggi economiche liberiste quando è in ballo l'interesse superiore dello Stato? Chiedo questo perchè se così fosse pregherei gentilmente il governo di allargare questa visione statalista non solo alla finanza ma anche ad altri settori che magari stanno più a cuore ai cittadini, quali per esempio la sanità pubblica, falcidiata negli ultimi venticinque anni da tagli continui in base proprio a quelli leggi del libero mercato che invece a quanto pare è possibile derogare se è in ballo il bene comune.

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  2. Un commento intelligente come ormai è tua abitudine.

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