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venerdì 30 novembre 2018

Il vizio

Quasi quasi vo a letto. Sì sì, avete capito bene. Mollo tutto e vo a dormire. Tanto fuori è freddo e non mi va di uscire. C’è un’aria talmente ghiaccia che mi s’è seccata anche la palma del calendario appeso in garage, malinconicamente aperto al mese di agosto, e la signorina poco vestita sdraiata sotto se n’è andata tutta arrabbiata. Poi in televisione non c’è niente da vedere e soprattutto la Robur ha giocato ieri e ha vinto, ergo, cosa voglio di più dalla vita?

Nemmeno un Lucano, perché non bevo più da mesi. Tra le altre cose il vento di venti giorni fa mi ha anche sradicato la parabola, quindi non posso nemmeno guardare Sky. Lo pago ma non lo vedo: che amarezza! Tuttavia, come si suol dire in questi casi, non tutto il male viene per nuocere (esattamente come non tutto il sale viene per cuocere): dopo quasi un mese di lontananza forzata dalla pay tv ho finalmente capito che si può vivere anche senza. E poi ripeto: il Siena ha vinto! E se non sbaglio sono due di fila. Quindi cosa me ne frega di tutto il resto! 
Come siamo in classifica? Francamente non lo so; è dalla partita di Arezzo dello scorso anno che non la guardo, perciò non me lo chiedete perché potrei rispondervi una baggianata. Tanto a me la Robur piace soltanto quando è in cima alla colonna di sinistra, tutto il resto non lo guardo nemmeno. Un po’ come quando da ragazzi si aspettava 90° Minuto per vedere i goal, senza interessarci minimamente alla tattica, ai moduli e alle ripartenze. Ma chi se frega: quel che conta è il risultato al triplice fischio e poco mi importa se abbiamo giocato bene, perché se alla forma dell’estetica non è abbinata la sostanza dei tre punti, che si gioca a fare? E poi diciamoci la verità: chiunque dice "bello il calcio di Zeman" (d’altra parte siamo tutti finocchi culo degli altri), ma poi in segreto tutti ammirano il pragmatismo di Mourinho (sì, proprio quel simpaticone che si fece 200 metri di scatto per festeggiare un goal di Maicon 8 metri in fuorigioco). Un po’ come quei vegani 2.0 che al ristorante mangiano due verdurine al vapore e poi si schiantano di bresaola e finocchiona una volta tornati a casa. E quando gli viene la gotta cadono dalle nuvole. 
Sì sì, tiro giù le tapparelle e mi ritiro. Come se due serrande di plastica poi avessero il potere di scoraggiare tutti i brutti ceffi pronti a svaligiarmi la casa! Notate la finezza: se non abbino una nazionalità o un chiaro riferimento geografico, non posso essere nemmeno essere tacciato di razzismo. Tiè! Ora basta, vo a letto davvero e non fo nemmeno cena, almeno dimagrisco anche. Tanto nelle prossime settimane ci sarà da mangiare in abbondanza. Crostini, lasagne e cappone coi gobbi, vino rosso e fegatelli. E poi dolci, panforte e ricciarelli. Quindi un po’ di sana dieta non mi farà certo male. E poi se riuscissi a smettere di mangiare, è capace tutti i mesi risparmierei anche un sacco di soldi. Quindi va da sé che nel mondo, per risolvere la povertà basterebbe smetterla col cibo! Altro che reddito di cittadinanza e quota 100. Sarebbe sufficiente piantarla con la spesa al supermercato ogni sette giorni e tutte le settimane si lascerebbe in banca un monte di eurini. 
Dai, ho deciso. Ora mi alzo, spengo il pc, e vo a letto. Prendo un caffè? No ho smesso. Fumo l’ultima sigaretta? No ho smesso. Bevo un sorsino di birra? No ho smesso. Mammina che vita di merda! Meno male il Siena ha vinto, altrimenti mi verrebbe spontaneo pensare: ma che campo a fare? Già. Ok, riconosco che ci sarebbero un sacco di cose da dire a tal proposito, ma il foglio è quasi finito, la pazienza degli ammirevoli ed eroici lettori idem e io non posso certo dilungarmi oltre. La Robur, quella bella con le maglie a strisce - anzi Arrigoni, Tommaso per l’anagrafe, il 4 per la terna arbitrale - o al massimo tutte nere, è rimasto l’unico mio vizio. Non è una passione, né tanto meno un hobby. Non mi rende schiavo di un’ idea e non mi dà nemmeno piacere a prescindere (come l’eroina per esempio), perché sono più le volte che mi arrabbio e torno a casa con i coglioni girati, che quelle nelle quali invece mi sento felice, avvolto nella mia coperta bicolore di emozioni positive.
Proprio come qualche mese fa, dopo la partita con la Reggiana. Ora, noi si scherza e si ride, ma riavvolgendo il nastro della nostra vita, avete mai pensato a cosa sarebbe successo dopo il fischio finale se non ci fosse piovuto addosso quel rigore al 97’? Secondo me due schiaffi volavano davvero. Ultimamente si fa un gran parlare di portieri e quel citto grande che abbiamo fra i pali quest’anno mi pare proprio sveglio. Ma quello di anno? Ma come sarebbe stato vincere un campionato facendo giocare il 100% delle partite al peggior portiere della storia della Serie C, dalla caduta del regime fascista agli anni nostri? Non sarebbe stato un po’ come vincere il palio con Briosca scosso? Ecco, per questo la Robur è un vizio. Piacevole a volte, drammaticamente antipatico altre. Quante volte siamo tornati a casa sbattendo la porta, urlando al divano: "Basta, questa è l’ultima! Per me ci possono seminare l’insalata nel campo"? Innumerevoli immagino. Tanto lo so, noi siamo tutti uguali: parlo di me ma è poi come se parlassi di voi! E poi invece che è successo? Dopo quindici giorni, puntuali come l’orologio della Torre del Mangia, che avendo una lancetta sola difficilmente può sbagliare, risiamo nuovamente in cima a quei gradoni a sperare, cantare, ridere e soffiare. Perché di tutti i vizi imparati durante la nostra vita da peccatori, questo è l’unico al quale non rinunceremo mai. E tutte le volte che potremo, faremo i salti mortali per buttare via due ore e provare a vederla segnare. Con buona pace di amanti, moglie e fidanzate. Perché quando il Siena vince, il mondo è più bello; e anche la settimana pare più corta.

Pro Piacenza - Robur Siena 1-2: non so cosa voglia dire, ma con una Pro (Vercelli) abbiamo perso, con un’altra Pro (Patria) abbiamo pareggiato e con l’ultima Pro abbiamo vinto. E ‘sti cazzi chi ce lo mette? Bene! Partita strana, manca poco s’affoga, ma poi alla fine abbiamo trovato un salvagente da tre punti e... niente via, va bene così. Tanto è inutile: quando arrivo a scrivere io, è già stato detto tutto e il contrario di tutto. E poi di calcio manco me ne intendo. Adesso però diamogli continuità a queste vittorie. Anzi, prendiamoci il vizio.

Arzachena - Siena: appunto. Si va, si vince e si viene via. Pochi discorsi e tanti fatti. Non voglio giocare bene, non voglio la manovra fluida. Voglio tre punti, e poi altri tre e poi ancora ancora ancora... Finchè maggio non ci separi.


Saluti, baci, cordialità e sempre forza Siena!


Mirko

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