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mercoledì 23 luglio 2025

Radioactivity is in the air for you and me

Pensate che meraviglia fu l'anno 1978 per un cittino di 8 anni.


Intanto, quell'anno scoprimmo Goldrake; e ciò ovviamente cambiò la vita ad una intera generazione. Poi mi ricordo benissimo il giorno in cui rapirono Aldo Moro, con un genitore di un mio amico che venne a prelevarci a scuola, dato che si temeva un colpo di stato imminente; io ci capii poco, soprattutto non intendevo perché tutto questo casino per il rapimento di Adelio Moro, capitano dell'Ascoli. Ed a proposito di calcio, quell'anno l'album delle figurine Panini confezionò la copertina più bella di sempre, con i simboli delle squadre disegnati in stile satirico. E poi c'era la musica, sempre e costantemente presente.

Ho una istantanea in testa della mia famiglia che cena, il tavolino in formica e la bottiglia dell'acqua con la frizzina. In TV a un certo punto arriva un gruppo con un nome strano, chiaramente impronunciabile per un cittarello. Quattro persone... oddio, persone... Francamente erano robot. E cantavano una canzone elettronica orecchiabilissima, denominata - guarda un po' - "The robots". Per me fu come avere visto un gruppo di alieni che cala dal cielo. Da quel momento inizio ad amare la musica elettronica e quelli che poi seppi fossero i Kraftwerk.

Passano 46 (sigh) anni e vado a vedere il concerto dei Kraftwerk. Dei quattro musici del tempo resiste uno, il fondatore Ralph Hutter, ormai una leggenda nel campo della musica contemporanea. I Kraftwerk si dice che siano stati più importanti dei Beatles e io francamente penso che sia vero. Senza di loro, ad esempio, non sarebbe mai esistita la musica techno, house, industrial, new wave. Oggi i Kraftwerk dal vivo sono spettacolari. Anzitutto per l'iconica immagine che si portano dietro da tempo. Poi per l'impareggiabile qualità del suono, una grande priorità del gruppo. Infine per la pulizia nel restyling di tanti pezzi che lascia sbalorditi per la grande attualità che ancora oggi rivestono.

Probabilmente il pezzo che più spicca in tal senso è "Radioactivity". Che, da nenia gentile del 1975, oggi è divenuto una cosa spaventosa dopo il remix del 1991, con i bassi che ti entrano nella pancia e nello sterno, per finire in un'orgia di suoni techno spettacolare ed il testo arricchito di tante sfumature in chiave anti-nucleare. I Kraftwerk hanno sempre anticipato tematiche inquietanti nella vita degli esseri umani, come ad esempio il terrore della radioattività, portatrice di morte dopo disastri alle centrali o per scoppio di bombe atomiche. La canzone nasce in un momento di grande pericolo per l'uso dell'atomica, in pienissima guerra fredda. E molti artisti, dalla musica alla letteratura per finire ai fumetti, scrivevano sul tema cose che facevano riflettere le persone, portate a temere ciò che in sintesi era la fine della vita sul pianeta. Ciò succedeva nel 1975. Nel 2025 il mondo è assai cambiato, in peggio. Mai siamo stati così vicini alla mezzanotte nucleare, che decreterà il termine delle vite di miliardi di esseri senzienti. Pare che bastino 50 bombe atomiche per distruggere ogni anelito di vita sulla terra; l'uomo, per essere sicuro di autodistruggersi, ne ha confezionate (per ora) 22.000. Il tutto spiega perché sia giusto sparire, tutto sommato. Ma ciò che è più cambiato in questi 46 anni è l'assoluto mentecatto menefreghismo contro questo pericolo che i Kraftwerk giustamente cantano ancora, ma di fronte a milioni e milioni di dementi che pensano che sia giusto andare avanti fino alla scoppio della terza guerra mondiale, che non potrà che essere nucleare. Politici, giornalisti, decerebrati che li seguono: eccola qua la massa di pericolosi deficienti che ci sta portando verso il baratro. Baratro dentro al quale potremo finalmente cantare, con grande gusto, "Radioactivity" dei Kraftwerk.


Radioactivity
Chernobyl, Harrisburg
Sellafield, Hiroshima
Chernobyl, Harrisburg
Sellafield, Hiroshima
Stop radioactivity
Is in the air for you and me
Stop radioactivity
Discovered by Madame Curie
Chain reaction and mutation
Contaminated population
Radioactivity
Radioactivity
Chernobyl, Harrisburg
Sellafield, Hiroshima
Chernobyl, Harrisburg
Sellafield, Hiroshima
Stop radioactivity
Is in the air for you and me
Stop radioactivity
Discovered by Madame Curie
Chain reaction and mutation
Contaminated population
(Kraftwerk, "Radioactivity", 1975-1991)

3 commenti:

  1. Questo telefono è sotto controllo

    https://www.youtube.com/watch?v=zVREmvQCxBc&ab_channel=ArtistSemDehCaos

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  2. Magia, portami via
    https://m.youtube.com/watch?v=CBSdXReivUY&list=RDCBSdXReivUY&start_radio=1

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  3. Ah, il 1978. Che meraviglia.
    Un’epoca d’oro in cui:
    – Se non ti portavi via l’autoradio, te la smontavano con un cacciavite da 10
    – Le rapine a mano armata erano un classico del mattino
    – BR, Prima Linea, e bombe vere: altro che ansia da social
    – La mafia faceva più concorsi pubblici dello Stato
    – I governi cadevano ogni 4 mesi, come le foglie in autunno
    – Le donne venivano stuprate in silenzio, e il problema era “come erano vestite”
    – Le strade erano trappole mortali: morivano il triplo delle persone in incidenti
    – L’Anonima Sequestri rapiva a ciclo continuo
    – E alle Olimpiadi? Vincevamo se non si presentavano gli altri
    Ma vuoi mettere? C’era Goldrake.
    Un cartone che – diciamolo – era uno dei più insulsi mai creati, con dialoghi da copione scolastico e scene riciclate, ma che in Italia spopolava. D’altronde, venivamo da Topo Gigio e il Carosello: bastava un robot che urlasse “Alabarda spaziale” e sembrava Kubrick.
    Sì, i Kraftwerk erano avanti, veri pionieri. Ma trasformare il 1978 in una favola solo perché eri bambino e la bottiglia aveva la frizzina… è nostalgia selettiva, non storia.
    Il mondo oggi ha problemi enormi? Sicuro.
    Ma nel ’78 la paura non era vintage, era plumbea e concreta. Solo che ora, con i bassi remixati di Radioactivity, tutto sembra più profondo.
    E invece no. È solo un’altra favoletta per adulti nostalgici.

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