Scusate scusate scusate, m'era rimasto un articolino in canna e lo volevo pubblicare. Niente di che eh, tutta roba saputa e risaputa. Però sai, a volte repetita iuvant. Parliamo del babbo del Berlusca.
Anzi, prima parliamo della Banca Rasini, una piccola banca milanese, nata negli anni '50 e poi inglobata nella Banca Popolare di Lodi nel 1992. Per puro caso, 'sta banchetta annoverava fra i suoi clienti principali personaggetti come Pippo Calò, Totò Riina, Bernardo Provenzano; e con loro Silvio Berlusconi, il cui padre, Luigi, della Banca Rasini è stato grande protagonista.
Lo sdoganamento della Banca Rasini a livello sovra-nazionale si ha nel 2009, all'uscita del libro di Nick Tosches "Il mistero Sindona", in cui Michelone la cita più volte come la principale banca utilizzata dalla mafia per il riciclo del denaro sporco nell'Italia nord e la rappresenta agli albori come un punto di incontro di capitali lombardi (principalmente quelli della nobile famiglia milanese dei Rasini, proprietaria del feudo di Buccinasco) e palermitani (quelli provenienti da Giuseppe Azzaretto, uomo di fiducia di Giulio Andreotti in Sicilia). Nel 1970 Dario Azzaretto, figlio di Giuseppe, diviene socio della banca. Sempre nel 1970, il procuratore pro tempore della banca Luigi Berlusconi ratifica un’operazione destinata ad avere un peso nella storia della Rasini: la banca acquisisce una quota della bretone Anstalt, una società di Nassau legata alla cisalpina Overseas Nassau Bank, nel cui consiglio d’amministrazione figurano nomi destinati a divenire famosi, come Roberto Calvi, Licio Gelli, Michele Sindona e monsignor Paul Marcinkus. Nel 1973 diviene una SPA e il controllo passa dai Rasini agli Azzaretto. Nel 1974, nonostante l’ottima situazione finanziaria, Carlo Rasini lascia la banca fondata dalla famiglia, dimettendosi anche dal ruolo di consigliere: secondo gli analisti, le ragioni delle dimissioni di Carlo Rasini sono da cercarsi nella sua mancanza di fiducia verso il resto del consiglio di amministrazione e degli Azzaretto in particolare. Sempre nel 1974 Antonio Vecchione diviene direttore generale ed in soli dieci anni il valore della banca esplode, passando dal miliardo di lire nel 1974 al valore stimato di circa 40 miliardi di lire nel 1984. Il 15 febbraio 1983 la Banca Rasini sale agli onori della cronaca per via dell’operazione San Valentino. La polizia milanese effettua una retata contro gli esponenti di cosa nostra a Milano e tra gli arresti figurano numerosi clienti della banca, quali Totò Riina e Bernardo Provenzano. Anche il direttore Vecchione e parte dei vertici della banca vengono processati e condannati, in quanto emerge il suo ruolo come strumento per il riciclaggio dei soldi della criminalità organizzata. Nel 1992 la Banca Rasini viene inglobata nella Banca Popolare di Lodi, ma è solo nel 1998 che la procura di Palermo mette sotto sequestro tutti i suoi archivi. I giudici di Palermo, anche in seguito delle rivelazioni di Michele Sindona e degli altri pentiti, indicano la stessa Banca Rasini come coinvolta nel riciclaggio di denaro provenienza mafiosa. Tra i correntisti figurava anche Vittorio Mangano, il mafioso che lavorava nella villa di Silvio dal 1973 al 1975. Le indagini successive alla retata dell’operazione San Valentino dimostrano ampiamente il ruolo dell'istituto nel riciclaggio dei soldi della mafia ed i contatti coi più alti vertici mafiosi.
Il padre di Silvio Berlusconi, Luigi, fu prima un impiegato alla Rasini, quindi procuratore con diritto di firma ed infine assunse un ruolo direttivo all’interno della stessa. La Banca Rasini, e Carlo Rasini in particolare, furono i primi finanziatori di Silvio Berlusconi all’inizio della sua carriera imprenditoriale. Silvio e suo fratello Paolo Berlusconi avevano un conto corrente alla Rasini, cosi come numerose società svizzere possedevano parte della Edilnord, la prima compagnia edile con cui Silvio Berlusconi ha iniziato a costruire la sua fortuna. La banca Rasini risulta anche nelle liste di banche ed istituiti di credito che hanno gestito il passaggio dei finanziamenti di 113 miliardi di lire che ricevette la Fininvest, il gruppo finanziario e televisivo di Berlusconi, a partire dal 1978. Il giornale inglese “The Economist” cita ripetutamente la Banca Rasini nel suo reportage su Silvio, sottolineando come, ad avviso dei recensori del reportage, egli abbia effettuato transazioni illecite per mezzo della banca: è stato infatti accertato che Silvio ha registrato presso questa 23 holding come negozi di parrucchiere ed estetista. Sulle 23 holding si avvia una indagine della Guardia di Finanza, presieduta da Massimo Maria Berruti. Il quale improvvisamente si dimise ad indagine in corso, per poi essere assunto da Fininvest, condannato per corruzione, eletto parlamentare di Forza Itaglia. In seguito, Silvio intesta importanti quote delle suddette 23 holding alla società Par.Ma.Fid, la stessa che ha gestito tutti i beni di Antonio Virgilio, finanziere di Cosa Nostra e riciclatore di capitali per conto dei clan di Giuseppe e Alfredo Bono, Salvatore Enea, Gaetano Fidanzati, Gaetano Carollo, Carmelo Gaeta e altri boss – di area corleonese e non – operanti a Milano nel traffico di stupefacenti a livello mondiale e nei sequestri di persona.
Insomma, una grande banca ed un grande babbo.
Ma che legami ci sono stati fra Silvio e questa banca modello, direte voi? Iniziamo.
1961 - Via Alciati
A soli 25 anni Silvione fonda la Cantieri Riuniti Milanese ed acquista un terreno sito in via Alciati a Milano dal costo di 190 milioni (non pochissimi, all'epoca), con fideiussione della Banca Rasini. Silvio vende una ventina di appartamenti, ma guadagna il giusto.
1963 - Brugherio
Arriva il colpo grosso, il complesso residenziali di Brugherio per 4.000 abitanti. Silvio fonda la Edilnord s.a.s. I finanziamenti arrivano dalla banca Rasini e da una finanziaria svizzera rappresentata dall'avvocato Rezzonico. Con tale operazione Silvio non guadagna una lira.
1968 - MILANO 2
Il Conte Bonzi vendette a Silvio un'area di 712.000 metri quadri vicino Segrate per 3 miliardi di euro. Nasce la Edilnord Centri Residenziali (o Edilnord2) intestata a idea Borsani, cugina di Silvio. Nel 1979 termina la costruzione di Milano 2 con 2.500 appartamenti in cui vivono 10.000 persone. Finanzia la Banca Rasini e soprattutto la banca israeliana Discount Bank Oversaes Limited di Tel Aviv, che aveva già appoggiato la finanziaria svizzera di cui sopra, con 4 miliardi e 600 milioni di lire 50.000 franchi svizzeri. Nel 1977 la Edilnord2 è posta il liquidazione dal suo ultimo socio accomandatario, tale Umberto Previti, babbo di Cesare. Nasce la Milano 2 SPA, che si serve della Italcantieri srl del 1972, formalmente appartenente a Renato Peroni ed Elda Brovelli (casalinga). Il capitale è totalmente svizzero e fra i finanziatori spunta tale Tito Tettamanti, vicino ad Opus Dei e massoneria.
Tutto ok, Silvio ha stato un grande imprenditore. E soprattutto si è fatto tutto da solo, davvero.
"The grabbing hands grab all the can. All for themselves after all. It's a competitive world, everything count in large amounts"
(Depeche Mode, "Everything counts", 1983)
Questa si che è una storia meravigliosa, un fulgido esempio da seguire...il successo e i soldi prima di tutto. Sempre, con ogni mezzo. Ma state tranquilli, come è stato scritto qui in un precedente articolo, l'entità di cui si parla fra non molto si ripresentera', da buon rettiliano. Magari sotto un'altra veste, ma chi vorrà potrà nuovamente seguirlo ed essere affascinato dal suo successo. Bene, avanti così, punturati e contenti...e a Sienina nostra in questi giorni in prima fila per le foto mi raccomando! Grazie a Wiatutti, anche per la splendida citazione di uno dei brani più belli dei Depeche Mode.
RispondiEliminaBerlusconi non si critica perchè è stato un grande in tutti i sensi e tutti lo hanno riconosciuto.
RispondiEliminaUn grande italiano dietro solo a Mussolini.
Tutte fandonie. Babbo Luigi donò al figlio Silvio,nel quale credeva ciecamente, tutta la sua liquidazione ( 30 milioni di lirette) che poi Silvio, come uno di cui non ricordo il nome fece con i pani e i pesci , moltiplicò, grazie alle sue doti manageriali, a dismisura. Tutto da solo e senza più nessun aiuto e soprattutto senza intrallazzo alcuno. Insomma : un grandissimo "salfemademan" .
RispondiEliminaA Firenze c'è l'open day per over 12 per il vaccino covid se a qualcuno interessa
RispondiEliminaLa mia speranza è che vadano almeno 50 milioni di persone. Al-Mutanabbi
EliminaIo e le trote ci siamo fatti la puntura. La sesta. Fatti (appunto), non teorie
RispondiEliminaImpeccabile, senonché manca il capitolo Trote Magi-che Srl, la società fondata dal babbo di Silvio per allevamenti di trote nel val Nerina coi finanziamenti dello Iorre, a copertura di un traffico di piranha da destinarsi alla Brigata Boscagli.
RispondiEliminaIl Granacci