Riceviamo e pubblichiamo.
Qui si continua a discutere del nulla!
Qualcuno crea artatamente confusione dialettica attraverso sciocche ed inutili provocazioni!
Sembra di essere allo stadio dove invece di confrontarsi con la Scienza ci si confronta tra tifosi!
E’ una cosa RI DI CO LA!
A me non frega nulla se uno voleva vaccinarsi o meno!
Non discuto della LIBERTA’ nel poter scegliere di vaccinarsi o meno.
Non vado a deridere chi si vuole vaccinare.
Ma io VOGLIO ESSERE LIBERO di scegliere e invece sono stato RICATTATO attraverso un OBBLIGO VACCINALE che mi ha comportato la SOSPENSIONE dal lavoro, con tanto di SCHEDATURA e limitazioni alle mie libertà personali!
Ovvero roba da DITTATURE SUDAMERICANE!
Se poi questi farmaci uccidano o no, sia vero o falso lo dirà la storia e discuterne in maniera faziosa e irridente non serve a nulla; anzi, è proprio questo modo di fare che è una orribile forma di mancanza di rispetto!
- Un Farmaco SPERIMENTALE (dichiarato dalle case farmaceutiche),
- un farmaco di cui non si conoscono le conseguenze (dichiarato dalle case farmaceutiche),
- un farmaco dalle cui possibili conseguenze avverse si sono preventivamente assolti sia le case farmaceutiche che i medici inoculatori,
- un farmaco che richiedeva ricetta medica (nessuno ha ricevuto tale ricetta),
- un farmaco che non andava somministrato a certe fasce di popolazione (scritto nel bugiardino delle case farmaceutiche) e invece…
NON DOVEVA ESSERE RESO OBBLIGATORIO!
Essendo stato reso OBBLIGATORIO i cittadini hanno ogni sacro santo diritto di voler sapere ESATTAMENTE cosa si sono inoculati, se è pericoloso o meno.
Dunque tutta la diatriba si riduce, dal mio punto di vista, a 4 uniche considerazioni:
1) Non doveva essere reso obbligatorio.
2) Dal momento che è stato reso obbligatorio, i cittadini avevano e hanno il DIRITTO di pretendere le AUTOPSIE.
3) Essendo stato reso obbligatorio SI DEVE applicare un sistema di controllo su eventuali eventi avversi che sia rigidissimo, pubblico e non fazioso.
4) Se le autopsie rivelassero che ci sono GRAVI RESPONSABILITA’ nei riguardi della salute dei cittadini si dovrà agire di conseguenza attraverso giusti procedimenti giudiziari.
Non accetto più che un minus habens qualunque, un superficiale, un ridanciano risponda con insulse frasi sul grafene, microchip e quant’altro; non sta né a me né a lui affermare COSA c’è dentro questi farmaci.
Io ho dubbi, non certezze e chiedo che i miei dubbi vengano chiariti dalla SCIENZA, non da opinionisti dell’ultim’ora.
Esigo che siano gli anatomopatologi a FARE LE AUTOPSIE!
Esigo medici super partes che facciano tali autopsie e che i risultati siano esposti pubblicamente e senza manipolazioni.
SOLO LE AUTOPSIE MI TOGLIERANNO QUALSIASI OMBRA DI DUBBIO!!!
CHE SI FACCIANO LE AUTOPSIE!!!
Ostacolarle, impedirle, osteggiarle è da superficiali, irresponsabili o da consapevoli criminali!
FINE DEL CHIASSO per quanto mi riguarda.
Quixote
Quixote condivido dalla A alla Z quanto hai scritto e mi dispiace Tu abbia dovuto pagare un prezzo così alto per rimanere libero.
RispondiEliminaGrazie Sbarra.
EliminaNon avevo dubbi.
Condivido quanto scritto da Quixote.
RispondiEliminaFrate Asheur
P.s. sarebbe bellissimo che ci fossero anche Pinga e Akassou al ventennale della prima promozione in Serie A.
Non esiste nessun farmaco sperimentale in commercio. “La ricerca su farmaci nuovi segue una serie di tappe codificate a livello internazionale, alle quali i ricercatori devono attenersi" spiega Francesco Perrone, direttore della sperimentazione clinica dell'Istituto Pascale di Napoli. "Si tratta di un meccanismo messo in piedi nel tempo a tutela della salute dei malati".
RispondiEliminaCome si legge nel sito dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), infatti, “l’importanza della ricerca non può mai giustificare la violazione dei diritti delle persone che partecipano alla sperimentazione. Per questo motivo l’Unione europea ha adottato un insieme di norme, definito Good Clinical Practice (in italiano Buona Pratica Clinica), che regolano la correttezza della ricerca”. Proprio le norme di Buona Pratica Clinica mettono in luce che “la tutela dei diritti, della sicurezza e del benessere dei soggetti coinvolti nella sperimentazione prevale sugli interessi della scienza e della società”.
Bisogna infatti partire dal presupposto che nessun farmaco, neanche il più “intelligente”, è privo di effetti collaterali: tutti possono fare danni, grandi o piccoli, e tali danni devono essere individuati e compresi prima che la cura sia a disposizione di tutti i pazienti. Per questo la ricerca clinica su una nuova molecola parte dall'elaborazione del cosiddetto 'protocollo': chi potrà entrare nella sperimentazione, quali caratteristiche dovrà avere (sesso, età, tipo di malattia, gravità) perché il risultato sia il più chiaro possibile.
Il protocollo sperimentale deve essere sottoposto a una serie di enti di controllo sia scientifici (per esempio i ministeri della Salute o gli enti regolatori dei farmaci, come la Food and Drug Administration statunitense o l'EMA in Europa) sia etici: è necessario, infatti, che qualcuno vigili sul rispetto dei diritti di chi accetta di fare da 'cavia' per un nuovo studio. duro di menta
Bla bla bla bla...
EliminaEsiste grande differenza tra farmaci presi per scelta personale e farmaci IMPOSTI (con ricatto) per legge.
AUTOPSIE!!!
Non c'è più margine ad alcun confronto!
AUTOPSIE!!!
Ringraziamo le merde scikke!
EliminaNel condividere quanto illustrato con estrema semplicità e, allo stesso tempo, con grande acume da Quixote, mi permetto di fare presente che tutto il discorso ruota intorno alla libertà di autodeterminazione della propria persona, che pur seguendo le regole imposte da uno stato al fine di non mettere in pericolo la comunità, ha il sacrosanto diritto di vaccinarsi o di ammalarsi o di non piegarsi forzatamente a un tso imposto per legge con mezzucci nemmeno poi tanto coraggiosi, anzi, striscianti e dispregiativi della dignità umana, come era colui che li imponeva. Consiglierei di non dimenticare, non annegando possibilmente nell'odio e nel risentimento, ma predicando sempre la libertà di poter scegliere al meglio per noi stessi, assumendoci tutte le responsabilità del caso, nei limiti della legalità.
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