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mercoledì 27 ottobre 2021

Galeotto fu il grinpas, caro Barbero

Mi piace molto seguire Barbero nei molti suoi video che ormai disseminano il web. Da (ex) ricercatore di storia, trovo interessante il salto quantico del prof, quando si parla di divulgazione alla massa.


Fino a poche settimane fa, Barbero aveva trovato la via che coniugava insegnamento a interessante comunicazione, affascinando totalmente l'intellighenzia di finta sinistra. A me la kultura piace assai, attizza, intriga. E mi garbano le persone che fanno kultura. Ma, da iper razzista intellettuale quale mi hanno fatto diventare, mi fanno schifo tutti quelli che la kultura la ostentano o, peggio ancora, la usano come clava per dimostrare una loro (supposta) superiorità nei confronti del prossimo, soprattutto se meno - appunto - akkulturato. Li chiamo i Bravi, gli Esperti, come ben saprete. Mi fanno cacare, veramente. Barbero, quando spiega la storia, è l'esatto contrario, è molto pop. Prova ne sia i numeri mostruosi in fatto di visualizzazioni che i suoi video rastrellano su youtube, quasi come se fosse una rockstar. Ecco, ciò succedeva fino a qualche settimana fa; ora la storia cambierà.

Già, perchè Barbero ha osato firmare un documento sottoscritto da altri centinaia di colleghi per dire no al grinpas negli atenei. Lui, vaccinato e favorevole (pur con dubbi) alla vaccinazione obbligatoria. Ma si sa, siamo in guerra da due anni ed ogni parola fuori posto crea disordine; la neo Scienza ci vuole tutti allineati e con busto eretto verso il raggiungimento dell'obiettivo (quale ancora non si sa, ma non importa): per cui, Barbero è un nemico del popolo, ma soprattutto dei dogmi della neo Scienza. La deve pagare.

E davvero, poro Barbero, gliela stanno facendo pagare sodo! I venduti dell'informazione ed i politici traboccanti pus, raccolto un input comune superiore, si son messi lì ad ogni passo a marcare il prof. Mentre in tv, precisi come l'anno passato, si iniziano a rivedere le facce di fango che immancabilmente ci condurranno a prossimi lockdown, restrizioni, veleni gettati addosso a categorie di persone, ecc. Siamo pronti, ben sapendo che la ruota gira per tutti.

Ma torniamo a Barbero. Ed alle sue ultime considerazioni sulle disuguaglianze di genere, nello specifico ad una intervista rilasciata a "La Stampa". Che così titola: "Le donne secondo Barbero: Sono insicure e poco spavalde, così hanno meno successo". Dio bonino, o questa?

Leggiamo da "La Gazzetta Filosofica" un articolo che tratta della campagna mediatica scatenatasi contro il prof Barbero da parte di noti squadristi mediatici. Anzitutto analizziamo il contesto entro il quale si muove l'intervista: una serie di lezioni dello storico dal tema: "Donne nella storia: il coraggio di rompere le regole". Le donne in questione sono: Madre Teresa di Calcutta, Caterina la Grande di Russia e Nilde Iotti. Le lezioni vertono sulla tematica del coraggio che le donne hanno saputo mostrare nella storia: beh, roba abbastanza diversa dal titolo, che punta sulla loro insicurezza e scarsa spavalderia... Cosa è successo? 

Beh, diciamo anzitutto che chi decide di concedere una intervista ad un giornale diretto da Giannini, è giusto che la prenda in culo. Cioè, si sta parlando del fondo del fondo dell'inferno, per cui è assolutamente normale che si paghi dazio. Ma approfondendo, quando l'intervistatrice gli chiede perché le donne fatichino ancor oggi non solo ad arrivare al potere, ma anche ad avere parità di retribuzione o a fare carriera, Barbero così replica: "Premesso che io sono uno storico e quindi il mio compito è quello di indagare il passato e non presente o futuro, posso rispondere da cittadino che si interroga sul tema. Di fronte all'enorme cambiamento di costume degli ultimi cinquant'anni, viene da chiedersi come mai non si sia più avanti in questa direzione. Ci sono donne chirurgo, altre ingegnere e via citando, ma a livello generale, siamo lontani da un'effettiva parità in campo professionale. Rischio di dire una cosa impopolare, lo so, ma vale la pena di chiedersi se non ci siano differenze strutturali fra uomo e donna che rendono a quest'ultima più difficile avere successo in certi campi. E' possibile che in media, le donne manchino di quella aggressività, spavalderia e sicurezza di sé che aiutano ad affermarsi? Credo sia interessante rispondere a questa domanda. Non ci si deve scandalizzare per questa ipotesi, nella vita quotidiana si rimarcano spesso differenze fra i sessi. E c'è chi dice: "Se più donne facessero politica, la politica sarebbe migliore". Ecco, secondo me, proprio per questa diversità fra i due generi".

Come ci garba fare, per chiarezza andiamo in analisi per punti.

1) Barbero vede il "cambiamento di costume degli ultimi cinquant’anni" e si chiede come, ciò nonostante, si sia ancora così indietro in quanto ad equità uomo-donna. Soprattutto perchè oggi la donna è capace di svolgere compiti tanto quanto l'uomo, anche in settori nei quali fino a poco tempo fa non aveva avuto facile accesso.

2) L'ipotesi secondo cui "aggressività, spavalderia e sicurezza di sé" risultassero degli elementi mediamente meno presenti nell'indole della donna rispetto a quella dell'uomo, non dovrebbe affatto determinare il divario ancora oggi esistente, a parità ovviamente di competenza.

3) Discriminare in base ad "aggressività, spavalderia e sicurezza di sé" sarebbe quindi un errore a scapito della competenza.

4) La minore presenza di "aggressività, spavalderia e sicurezza di sé" sarebbe anzi un vantaggio professionale, nello specifico nella politica, per cui "se più donne facessero politica, la politica sarebbe migliore".

Boh, sicuramente non si tratta del ponzamento filosofico dell'anno,   ma mi pare che siamo di fronte ad una formulazione di una ipotesi, evidentemente da vagliare e verificare.

Ecco cosa quanto sopra detto è diventato nella narrazione tossica di chi ci comanda ed informa (ci scusiamo se da ora in poi riporteremo frasi di gente ignobile, che inzozza la purezza di questo blog).

Calenda: "Uno storico capace che dice castronerie di proporzioni cosmiche senza vergognarsene. C'è da domandarsi cosa stia accadendo agli intellettuali in questo paese. Sembrano diventati tutti Cacciari. Boh".

Riotta: "Barbero era un simpatico divulgatore, che ha deciso d'improvviso di demolire simpatia e storia con demagogia su greenpass, guerra mondiale e ora differenze strutturali con gli uomini che impedirebbero alle donne successi politici. Temo interventi su razza ed è chiusa".

Picierno: "Ok, se il Prof Barbero vuole conoscere una donna aggressiva può parlare con me dopo che ho letto le sue parole".

Basta, la finiamo qua. Andiamo a vomitare.

Forza prof. Resistere! Resistere! Resistere! Prima che ti ammazzino.

12 commenti:

  1. Infatti quella di Barbero è una critica della società dove aggressività e spavalderia sono ingredienti necessari al successo, il fatto che le donne mediamente siano meno inclini ad avere queste caratteristiche dovrebbe costituire un vanto per le stesse, o forse ci sembra giusto (più che altro lo prendiamo come dato di fatto) che per avere successo occorre in pratica essere degli stronzi? Cecco

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    1. Beh, anche a me pare che sia questa la interpretazione giusta. Però vedrai che da ora in poi tutto ciò che dirà Barbero sarà bollato come merda dagli squadristi del culto della neo Scienza. Non si doveva permettere. Al-Mutanabbi

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    2. La competitività, l’aggressività e la “cattiveria” femminile in ambito professionale è ben visibile per chiunque abbia occhi per vedere e sarà un tratto distintivo dei prossimi anni. Ci sono professioni nelle quali le donne sono già oggi in stragrande maggioranza per iscrizioni e lauree universitarie. Vedrete che banda. Barbero ha detto una stronzata.
      Per il resto i modi della comunicazione social/web sono questi, come dimostro io con questo commento o almuta con il suo articolo appena appena sopra le righe.
      AB

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  2. inorridisco sulla idiozia delle dichiarazioni in merito di calenda e riotta.
    ma certamente non ci si poteva aspettare di meglio da due "bravi" così ( "bravi" ma con poco cervello).
    caronte il nocchiero

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  3. Per una volta, 92 minuti d’applausi per Al-Mutanabbi!

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    1. Calma Kappa. Ho 74 articoli sul virusse da pubblicare. Ti invito pertanto ad abbandonare questo noioso blog. Al-Mutanabbi

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  4. Guglielmo Giannini ha diretto il gionale col record imbattuto di vendite in italia, 850.000 copie nell anno 1945/46 .
    Non me lo puoi infamare cosi' ,oltretutto usando un gergo machista ed aggressivo che punto si concilia con quanto confusamente ( a sto' punto tocca dittelo) esponi e sostieni.
    La frase tua testuale
    "Beh, diciamo anzitutto che chi decide di concedere una intervista ad un giornale diretto da Giannini, è giusto che la prenda in culo.'
    Inficia l articolo intero, sappilo.

    W le donne in politica.....calme pacate pacifiste e sempre comprensive, la tatcherona, la golda meir e l indirona gandhona, pe' non parla' della hillarona clinton della nancy
    pelosi e della lamorgesona.
    L omini so' de' troiai andrebbero ammazzati tutti subito dopo la puberta' dopo avegni cavato i brodo da tenessi in frigo pe' fa' razza ebbasta.

    Ps niente fiasco almeno nelle ore precedenti la scrittura degli aricoli, senno' poi ti ci scappa l aggressivita' maschiolina.

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    1. Ammetto che una spinta fascista ad un certo punto mi ha preso la mano, facendomi scrivere cose poco ganze. Spero intervenga pronto la psicopolizia. Segnalo, fra le donne simpatiche, Abboldrini. Al-Mutanabbi

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  5. Indubbiamente simpatico all'inizio della sua attività divulgativa, ho smesso di seguirlo da quando ha cominciato ad esibirsi a tutto campo. Come può un serio studioso occuparsi di tutto lo scibile storico, dai dinosauri agli ufo ?

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    1. Per me uno può rimanere un serio studioso, perché il sapere non si disperde. Chiaramente, la esposizione mediatica feroce trasforma cose e persone e fa perdere il rigore professionale. Dall’altra parte però si è acquistato un divulgatore storico, uno che la storia (bella o brutta che sia) la racconta, pur - condivido - fra alto e bassi. Al-Mutanabbi

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    2. Parli di almutanabbi?

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    3. Spero di no. Mai stato un serio studioso. Al-Mutanabbi

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