Anzitutto il nome di quello che poi è diventato un album, composto da sette movimenti: "Campi magnetici. 1 num3r1 non 51 possono amar3" (già, proprio così...), al tempo commissionato dal Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e poi servito, appunto, per uno spettacolo di balletto sperimentale. Anzi, diremmo parecchio sperimentale...
Sì, qualcuno sostiene che questo sia l'album più difficile e più avanguardista di Battiato, forse anche più di quelli difficilotti degli anni '70. Nei componimenti si scontrantano flussi di elettronica spesso in antitesi, campionamenti folli, silenzi, armonie dolci seguiti da raffiche di note, sottotesti e sottocanti incomprensibili, parti recitate che parlano soprattutto di scienza. Il tutto a comporre un collage di suoni primordiali (non a caso uno dei titoli di un brano) che rappresentano la summa della dicotomia musica ascoltabile/musica inascoltabile.
Ok, se non c'avete capito niente, rincaro con questa presentazione di Sgalambro, testuale: "Una musica per balletto dovrebbe ignorare il ballo. Certa coreografia contemporanea l'ha capito e si è allontanata da tempo dagli schemi descrittivi tradizionali. Il nostro balletto tenta la sorte. Tutto fa parte della danza, anche la parola che qua e là attraversa il terreno scenico. La danza introduce lo spazio in una musica che solitamente si considera soltanto temporale. Campi magnetici è musica patafisica. Quello che potrebbe sembrare durata è lunghezza. Quello che potrebbe sembrare tempo, è spazio". Tutto ok ora?
"L'ignoto" è la traccia n. 6, scelto soprattutto per la citazione testuale che dà spunto per il titolo dell'album. Musicalmente, rappresenta alla lettera quanto sopra descritto: inizio calmissimo, con il letto di suono di tastiera tanto caro al nostro cantautore. Poi un primo segmento di suono di sintetizzatore sfumato, poi un campionamento simile ad un auto che passa, quindi un altro di musica simil-araba, poi ancora un richiamo all'incipit. Infine un avvio di musica techno con acuti di soprano. E quindi un finale nel quale tutte queste componenti si mischiano, nell'andare molto a somigliare a certe follie giovanili (ci viene in mente soprattutto M.elle Le "Gladiator"). Per noi, tutto ciò è assolutamente spettacolare.
Il testo è minimal e si snoda fra un canto tenorile ed un testo di Sgalambro, cantato da Battiato. Gran parte del testo sarà poi ripreso in "Inneres auge" qualche anno dopo, a riprova del vezzo delle auto-citazioni che Franco ha più e più volte utilizzato nella sua vita professionale. Ma - pare incredibile - le stesse parole, adattate a nuove canzoni, assumono completamente un significato diverso. A nostro avviso di notevole interesse è il pezzo di testo che recita "I numeri non si possono amare", ripreso in altra traccia dell'album. Che in realtà non è altro che l'ultimo periodo di un discorso più lungo stampato sul libretto, che vi riporto: "In un attimo: mille vite confuse. L'uomo si è appena evoluto e già produce suono, danza in riti tribali, uccide nel ballo della guerra. Passano centinaia di anni in un battito di coglia e l'uomo, vittima del vento del Tempo, è lo specchio di se stesso appena nato: fa musica, si spoglia in un tempio alla psichedelica di luci e colori, uccide nel ballo della guerra e ama e muore e caga e vive. Le cellule si moltiplicano dentro di lui a un ritmo parossistico. La morte soggiunge per incapacità di sopportare continui input, per overdose di note musicali, balzi e controbalzi, informazioni. Tutto è pura matematica. Il mondo, la vita, è geometria del caso e del dolore. I numeri non si possono amare".
Un ultimo suggerimento. Provate ad ascoltare tutto d'un fiato l'album, di notte, con le cuffie, ad alto volume. Poi mi dite...
I numeri non si possono amare
I numeri (i numeri) non si possono amare
Come un branco di lupi che scende dagli altipiani ululando
O uno sciame di api accanite divoratrici di petali odoranti
Precipitano roteando come massi da altissimi monti in rovina
Loboi dagli ultimi 2000 anni
O uno sciame di api accanite divoratrici di petali odoranti
Precipitano roteando come massi da altissimi monti in rovina
Loboi dagli ultimi 2000 anni
L’eterno mattino
Trascina sogni a riva, il timore di sapere che si espia. Ignoti segni la notte.
Come no! Chi lo ha seguito lo sa bene.
RispondiElimina“i numeri non si possono amare”…
RispondiElimina…e l’allievo superò il Maestro.
I,S,oP.