Quando molto tempo fa, ai tempi della prima D di Ponte subito dopo la grande abbuffata di inizio millennio, l’editore del presente blog mi chiese di curare due rubriche, io rimasi molto affascinato dal progetto.
Uno perchè ignoravo che cambiando l’accento alla parola rubrica si potesse intendere anche un qualcosa di diverso da quel librettino di carta ingiallita con le lettere stampate sul margine destro, con la A in alto e la Z nell’angolino in basso (che poi alla Z c’erano soltanto i numeri degli zii, perché nessuno ha il numero di telefono di Zarathrusta) e due perché - mi dissi - che ci vuole a scrivere del Siena? Due parole di presentazione il venerdì, altre due a consuntivo della partita il lunedì ed il gioco è fatto. Faccio bella figura e ci rientro sempre. Ma...
Ma non avevo considerato le serie minori e i suoi innumerevoli mostri, le partite orribili che farebbero far scappare la voglia di scrivere anche ai monaci amanuensi dell’Abbazia di Monte Oliveto, meraviglioso luogo costruito con mattini di silenzio e travi di tempo denso e immobile, una pandemia mondiale da disaster movie, un nuovo fallimento e una seconda D e altre innumerevoli "scuse". Ma la cosa che proprio non avevo previsto era raccontare una partita senza averla vista.
Ci sono gli highlights direte voi. Sì è vero, soltanto che dopo la parata di Lanni e il goal annullato a Paloschi, da vecchio tifoso rancoroso, ho spento tutto. E allora di cosa penso di scrivere a questo giro? Mah, potrei fare il calcistico dotto e raccontare di un buon Siena che piano piano ha dimostrato di cercare di raggiungere la migliore condizione in quel di Teramo - e a tal proposito segnalo di quelle parti alcuni vini montepulciani DOCG niente male, da non confondersi però con l’altro Montepulciano, quello Nobile della provincia di Siena quasi ai confini con quella di Arezzo, altrimenti potrebbero venir fuori baruffe, scaramucce e tafferugli - ma non la farò perché non saprei proprio da che parte rifarmi. E allora l’occasione mi è propizia per parlare di un po’ di tutto, tanto l’abbiamo capito dai: a Teramo s’è pareggiato. Si poteva vincere ma si poteva anche perdere e allora per la proprietà transitiva (non c’entra niente ma riempie tanto la bocca, alla pari di "come dire" o di quella infinita serie di parole del dizionario economico mutuate dalla lingua inglese) abbiamo preso un punto per uno. Per carità, niente a che vedere con quella farsa di alcuni anni fa, quando in vantaggio per 3 a 0 dopo 38 minuti, vedemmo bene di farci pareggiare tra gli ululati di malcontento dei pochi tifosi presenti sugli spalti.
E allora di che si scrive? Ve lo dico dopo la pubblicità, restate con noi… No, scherzi a parte, poc’anzi parlando di vino abbiamo incidentalmente sfiorato l’argomento zuffe e soprattutto abbiamo citato marginalmente Arezzo. Ora, nel bel mezzo della più grave emergenza sanitaria degli ultimi 100 anni, perché non soffermarci anche noi (plurale maiestatis ) ad analizzare i fatti che accompagnano le nostre giornate? Parliamo di vaccini? No tranquilli, se non vi ho ammorbato fino ad ora con un racconto calcistico zeppo di disgustosa retorica alla Caressa, perché non ne ho le competenze, figuriamoci se posso fare finta di saperne qualcosa sul vaccino. E prima o poi qualcuno che dicesse questa cosa in Italia ci voleva! Quindi sì, mi alzo in piedi, mi presento e lo dico chiaramente: ragazzi, non so assolutamente niente di virus, vaccini e tempi di incubazione. Ma una cosa la so che voi non sapete e che i libri di storia non riporteranno. Tra qualche anno, la cinematografia di Hollywood comincerà a progettare un film su quanto realmente sta accadendo al giorno d’oggi in una piccola enclave del centro italia. E sarà un successo mondiale. Ma a me, visto che sono cintura nera di spoileraggio, non va di farvi aspettare 20 anni e allora vi racconto tutto. Si parla dello sconosciuto ai più "vaccino Chimera", esperimento di stampo nazista eseguito dalle istituzioni aretine nel campo di concentramento di Alberoro, che nel giro di qualche settimana e senza siringhe e iniezioni ha reso la popolazione di Arezzo totalmente immune al Covid 19. I vostri amici su Facebook non ne parlano vero? Perché non conviene ai potenti! È una congiura dei poteri forti! Dopo lo Sputnik, il viagra fatto vaccino, quell’altro che non fa bruciare gli occhi e quell’altro ancora, ecco il primo vaccino che ha dato realmente risposte egregie. Prove provate, carta canta. Risposte talmente egregie che è stato diffuso tipo aerosol tramite i tombini, i condizionatori e i diffusori per ambienti profumati (quei cosi antipatici che spruzzano quando gli passi vicino). E il risultato è stato chiaro, nel giro di pochi giorni l’intera popolazione aretina ha raggiunto l’agognata immunità di stagno e la provincia è stata riconosciuta come covid free. La prima in Europa e seconda nel mondo soltanto all’Afghanistan, nella quale i talebani hanno definito il Covid virus impuro e non consono ai dettami del Corano, giustiziandolo senza regolare processo. Il risultato degli effetti del portentoso vaccino Chimera - realizzato in collaborazione tra l’osservatorio CCISS viaggiare informati, il Cern di Foiano, la casa circondariale di Arezzo e il reparto di psichiatria dell’Ospedale di Montevarchi - si sono visti immediatamente. E se da qualche altra parte ancora sono lì a litigare tra SiVax, NoVax e AndatetuttiinculoVax o se da altre ancora migliaia di persone si sono viste cancellare per la quarta volta in due anni il loro appuntamento più importante, ecco che nell’Etruria radicale e intransigente, stretta fra alta velocità e Appennino, grazie al vaccino Chimera gli aretini, o rospi per gli amici, popolazione sedentaria di origine etrusca del ceppo piceno-orientale (grosso modo l’ho letto su internet) sono tornati tranquillamente alla loro vita di prima. Esatta esatta. Talmente identica che, a margine della Giostra del Saracino (loro sì, altri no, boh) si sono legnati bene bene tutta domenica 5 settembre. Ma tanto si sa, le cazzottate, se fatte con il green pass in tasca e la mascherina al braccio, da che mondo e mondo hanno sempre garantito il distanziamento sociale. Soprattutto se uno ha un braccio di un metro e ottanta.
Ma noi in questa rubrica non vogliamo essere polemici, tuttavia restiamo un po’ scettici e perplessi. Soprattutto quando scopriamo che il vaccino Chimera sarà aggiunto nei serbatoi delle auto fiorentine tipo ADblue, per immunizzare velocemente tutta la popolazione in vista del calcio storico pv. E dato che se i virus mutano, anche i vaccini devono farlo, ecco la variante fiorentina del vaccino Chimera, che per evitare discriminazioni territoriali sarà chiamato "vaccino Giglio". A Siena invece, dopo aver rifiutato il "vaccino Balzana" e mentre la Robur pareggia a Teramo, noi siamo sempre a domandarci che differenza c’è tra Astrazeneca e #astroSamantha e siamo costretti ad entrare in discoteca di giorno, senza nemmeno uno straccio di gin lemon. In 43 anni, soltanto in occasione del vaccino sono uscito sobrio dal Papillon, ma purtroppo c’è sempre la prima volta.
Che dire di più: spesso le cose non vanno che vorremmo, anche se dalle nostre parti, nemmeno il vento riesce a disperdere questo cattivo odore di occasione persa.
Teramo - Siena: 0 a 0; s’è pareggiato. Un punto a noi e un punto a loro. Via, proseguire.
…su quei gradoni (FINALMENTE), lì ci troverai!
Mirko
Appare sempre più chiaro ai miei occhi l'indirizzo del Magistrato:
RispondiEliminaIl Palio si correrà col contagio zero.
Magari mi sbaglio,
ci sta abbia preso un abbaglio!
Mi sveglio e può darsi raglio,
sarà vietato pure lo sfaglio?
Lo Zombi rincoglionito
Lo sfaglio intanto scordiamocelo per sempre. Avere contagio zero e’ follia, ma visto come gira il mondo ora, ci sta che lo metteranno come regola. Ed il popolo gioirà. Al-Mutanabbi
EliminaLa verità è che siamo rimasti po'ini di Senesi a cui ce ne frega qualcosa.
Eliminail "contagio zero" era appunto una provocazione in quanto come ben sai non esiste in natura. Da quello che dicono però svariati Massimi Esponenti sembra che correre il Palio rappresenti un qualcosa di mostruoso tipo peste di Atene del 400 a.c. Anche da vaccinati e all'aperto non si può mica. Gente con palle zero o forse gente cui non gliene frega niente di prendersi mezza responsabilità che sia mezza.
Ma la colpa è fondamentalmente nostra che ce li abbiamo messi, oramai siamo boni solo a fare le cene.
Lo Zombi rincoglionito
Io, come predetto in tempi non sospetti, penso che il Palio sia esatto specchio della realtà che ci circonda. Una realtà pervasa da un gruppo di gente che comanda, che non si prende alcuna responsabilità, che scarica in basso tutte le tensioni, che è avviluppata da concetti innovativi della neo Scienza. "Ma la colpa è fondamentalmente nostra": certo che sì, visto che anche a Siena, dal basso, non si è fatto niente (niente) per spingere. Quindi, va bene così, evidentemente. W Arezzo. Al-Mutanabbi
EliminaVedere per tutta l'estate mandrie di gente abbronzata e sudata ammassarsi nelle località turistiche giorno e notte al punto che per le strade la sera non si riusciva più a vedere dove finisse la carovana,farsi sbattere in faccia eventi e concerti con 50.000 partecipanti,ristoranti pieni,centri commerciali strabordanti,masse di gente che festeggia gli europei etc etc etc...poi quando negano per l'ennesima volta il Palio i senesi chinano il capo e si mettono a 90 è anche giusto che vada così.
RispondiEliminaMa che si aspetta? Si strappa l'identità di una città e si ottiene gente mansueta e addomesticata. Direi che il problema non si pone proprio,se non interessa ai senesi figurati agli altri.
Concordo. E ripropongo: ciò che sta accadendo per il Palio, altro non è che una piccola rappresentazione di quanto in generale capita da quasi due anni in Itaglia. Ma evidentemente va bene così. Al-Mutanabbi
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