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domenica 4 luglio 2021

La domenica di Franco. Shakleton

Fra le perle nascoste e misconosciute di Battiato, oggi vediamo "Shakleton", incentrata su un personaggio mitico, che parla della speranza che non deve finire mai per tutti noi, soprattutto per chi versa in condizioni di estrema difficoltà.

Come spessissimo capita, le canzoni di Franco ci inducono alla ricerca. E quindi andiamo subito a capire chi fosse questo Shackleton di cui si cantano le lodi nel brano in questione.

Nato nel 1872, Sir Ernest Henry Shackleton fu grande protagonista dell'epoca d'oro delle spedizioni antartiche di fine '800 - inizio '900. Dopo aver partecipato a tutti i viaggi navali più ambiziosi di inizio secolo, nel 1914 ne organizza uno considerato al tempo quasi impossibile, l'attraversamento di tutto il continente antartico passando per il polo con la nave Endurance. Nella "catastrofe psicocosmica" della spedizione, fortuna volle che fosse montato a bordo il fotografo e cineoperatore documentarista Franck Hurley, che con le sue 200 fotografie rendicontò una storia che altrimenti sarebbe rimasta più mito che verità. La Endurance non riuscì mai a raggiungere le coste antartiche e fu presto bloccata dai ghiacci, fino alla inesorabile deriva verso il Mare di Wedell. Le foto documentano i giorni passati dall'equipaggio nella nave, fino al lento stritolamento operato dagli iceberg sempre più grandi e l'affondamento dell'imbarcazione. I naufraghi quindi furono costretti ad abbandonare la nave e trasferirsi sull'Isola Elefante, dove sarebbero rimasti per mesi. Nel frattempo, Shackleton con altri cinque membri ripresero la nave e, dopo una navigazione eroica di 800 miglia lungo il Canale di Drake (uno dei più terribili del globo), approdarono ad una seconda nave, presero i rifornimenti necessari e tornarono per salvare il resto dei compagni.

La canzone fa parte dell'album "Gommalacca" ed è la decima ed ultima dello stesso. E come spesso accade per le ultime canzoni degli album battiateschi, possiamo definirla fortemente sperimentale. Sia nel testo, ma soprattutto nello spartito musicale, nonché nella lunghezza (più di 8 minuti).

Il testo è diviso in più parti. Si inizia con l'incipit (detto "La Storia") meraviglioso di Sgalambro, estrapolato da un suo testo proprio sulle imprese dell'audace capitano. La "catastrofe psicocosmica" dell'evento designa immediatamente, in tono apocalittico e volutamente metafisico, l'immensa tragedia, la sofferenza, il dolore della spedizione e, traslando, dell'essere umano in generale. Battiato inizia a narrare le gesta di Shackleton, pennellando un testo schematico ma denso di pathos. Nel cantato, pare che Franco partecipi ai vari stati di animo che si avvicendano: il naufragio, la sopravvivenza, la salvezza. L'inserto parlato di Sgalambro ha come sottofondo la celebre romanza del '700 "Plaisir d'amour", proprio quella che, interamente, fu inserita nell'album "Come un cammello in una grondaia". Nel cantato di Battiato un letto di archi si alterna a stacchi di elettronica, che diventa sempre più sperimentale man mano che la vicenda si dipana, fino a sfociare in una vera e propria track quasi techno-house, nel momento della salvezza raggiunta, quasi a sottolineare il godimento ed il rallegramento per la riuscita impresa di Shackleton. La seconda parte, rallentatissima, si intitola "Il Ricordo". Le parole sono di Carlotta Wieck, che altri non è che la poetessa Fleur Jaggy, stretta collaboratrice dell'ultima fase professionale di Battiato. Il testo è in tedesco.

In questi tempi bui, dove la morsa del ghiaccio si è stretta e si sta stringendo sempre più intorno a noi, la canzone di Franco deve essere ascoltata come un inno alla gioia ed alla speranza. Come novelli Shackleton, dobbiamo trovare la forza per andare avanti, liberarsi dagli iceberg, riprendere il cammino e risolvere le questioni in sospeso. Questo il grande insegnamento di una canzone poco conosciuta, l'ennesimo grande insegnamento che ci lascia Battiato.

Tre note finali. La canzone si intitola "Shakleton", per un evidente errore ortografico. Shackleton, dopo qualche anno, volle tornare in Antartide per una nuova spedizione. Arrivato nella Georgia Australe, la terra della salvezza, vi morì per un infarto fulminante nel 1922. E la storia di Shackleton, evidentemente cara a Franco, tornerà sotto altra veste e forma come track "L'isola Elefante" in "Joe Patti's Experimental group" (ascoltatela, è strepitosa).



Una catastrofe psicocosmica
mi sbatte contro le mura del tempo.
Vigilo nel sonno, 
Vigilo.
Sentinella, sentinella, che vedi?
Una catastrofe psicocosmica
contro le mura del tempo.

Durante la grande guerra
nel Gennaio del 1915
alle estremità settentrionali
un forte vento spingeva
grandi blocchi di ghiaccio galleggianti
imprigionando per sempre la nave
dell’audace capitano Shakleton

Shakleton su un piccolo battello
con due soli compagni navigò
fino a raggiungere la Georgia Australe
mentre i 22 superstiti dell’isola Elefante
sopportavano un tremendo inverno

Una catastrofe psicocosmica
mi sbatte contro le mura del tempo.
Vigilo nel sonno, 
Vigilo.
Sentinella, che vedi?
Alla deriva, alla deriva, verso nord, nord-ovest.
Profondità 370 metri. 72° di latitudine est.

Per sopravvivere furono costretti
a uccidere i loro cani per sopravvivere
ma il 30 Agosto 1916
il leggendario capitano
compariva a salvarli
con un’altra nave



Stille Dämmerung
Der Garten ist gefrohren
Die Rosen erlitten,
Die Rosen erlitten.
Sage mir warum
Sage mir warum.

Stille Dämmerung
Der Garten ist gefrohren
Die Rosen erlitten.
Sage mir warum,
Stille Dämmerung.

Sage mir warum,
In einem verlorenen Garten
Sage mir warum
deine Stimme hören
Sage mir warum
schweige bitte nicht
schweige bitte nicht
schweige bitte nicht
schweige bitte nicht
schweige bitte nicht
schweige bitte nicht.

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