La rappresentazione di Noah

Che meraviglia ragazzi! Ma quanto è ganzo essere tifosi del Siena? Ah vai, annoiare 'un ci s'annoia... Ieri è stata giornata campale, in un crescendo di profondo assurdo, proprio come garba a questo blog.

Via (quasi) tutti. Via Pahars & Gazzaev (sigh...), via Trani Gevorkyan. Resuscita il disperso Grammatica, ricompare Gilardino, acquisisce forza e potere Bellandi: roba da non credere.

Per chi resta avremo modo di spendere qualche parola. Oggi ci concentriamo su chi ci lascia.

Iniziamo dal duo Pahars - Gazzaev. Il primo lo cachiamo per manifesta inferiorità. Già il fatto di venire a Siena a fare il secondo/automa a Gazzaev lo qualifica per ciò che è: una nullità. Giusto che non abbia nemmeno rilasciato una parola per salutarci, ti vogliamo dimenticare il prima possibile (e impara i regolamenti, bossolo). Per Gazzaev invece è mancata una cosa: una bella manata nella bocca. Il tempo giusto sarebbe stato al ritorno della squadra da Sinalunga, quando il nostro finto allenatore, seduto sul primo seggiolino del bus, si è girato verso i tifosi ridacchiando per scherno. Da uomo pavido, non si è mai mosso dal suo posto, mentre Guidone era stato inviato a parlottare in solitaria con la gente incacchiata. Su richiesta della tifoseria, Gazzaev è stato invitato al dibattito. Seduto sul predellino, con assistente a cavalcioni, il finto allenatore russo ha subito la prima contestazione bianconera con traduttore al seguito: una delle scene più grottesche cui abbiamo assistito nella nostra storia di tifosi bianconeri. Ma da uno che è stato esonerato dal babbo (nell'Alania Vladikavkaz) cosa possiamo aspettarci? Splendide le sue parole di addio. In pratica, ci spiega che per lui lavorare a Siena "è assolutamente inaccettabile" e per questo se ne va. Capito? Lui se ne va, perchè noi non lo meritiamo. Addio, mostro.

Sempre Gazzaev: "Il presidente Gevorkyan ha compiuto sforzi titanici in termini di sviluppo professionale del club e in questa situazione il Comune e i tifosi del Siena dovrebbero essere grati e apprezzare molto". Ecco, questa è l'esatta fotografia di come questi Armeni-Russi si autorappresentano nel loro inventato mondo del football. Siena evidentemente, nel suo marciume profondo, attira mostruosità sempre simili a loro stesse. La famiglia Gevorkyan, danarosa ed ambiziosa, abbiamo scoperto avere un bambinello cresciuto che ama giuocare con la sfera cuoiata. 'Sto bambinello cresciuto ad un certo punto perde la lucidità, si crede un grande manager, esalta una mediocre squadra armena come fosse il Barcellona, tende ad avere squadre satelliti (tutte marchiate "N") con le quali scambiarsi giocatori, tattiche, idee. Ditemi voi se la storia non sia la stessa identica di qualche Bomber da poco sparito dai radar cittadini. Ma la mamma di Gevorkyan si chiamerà Anna? Gevorkyan ha creduto, per un mese, di essere un uomo di calcio, di un calcio nuovo, delle grandi multinazionali del pallone, come capita nella Première League inglese. Mettendo al centro dell'attenzione la capacità armena di fare football, che ad oggi possiamo definire non proverbiale. Un ragazzone con la testa non proprio salda sulle spalle, arrogante ed autoritario, che ci ha rifilato 3 cadaveri di giocatori e 2 finti allenatori che saranno ricordati come la parentesi più buia nella storia del nostro centenario calcio cittadino.

Bene, ora questi mostri se ne sono tornati a casina. Domenica si apre un altro capitolo della nostra storia. Storia che è comunque secondo noi assai nebulosa. Ne parliamo domani.