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lunedì 10 agosto 2020

Seconda dentro

Chissà, forse i soldacci sono davvero come i grandi amori e magari anche loro fanno dei giri immensi e poi ritornano. Non ho veramente voglia di pensare. E allora cerco di fare qualcosa che mi aiuti a non farlo. Scrivo e cancello come fossi strullo. 


Ci risiamo, mi dico! Stringo forte i pugni fino a far diventare bianche le nocche. Il telefono vibra: "Che combinano al Siena?", mi chiedono. Oppure: "Pora Robur". Boh… Non so che rispondere. 
Da giorni, oramai, non sapevamo più nulla. Solo bugie e parole, parole, parole. E poi, il tonfo. Nonostante tutto e tutti, risiamo esattamente a quel nefasto 2014. La storia si è ripetuta senza insegnarci niente. Un retrogusto sgradevole, amaro e tossico, sale dal fegato fino alla gola. Vorrei sfogarmi con qualcuno, sputare via questa bile cattiva e scordarmi di tutto, ma so che non posso. Perché se IO se vado allo stadio e scavalco per prendere a calci un tifoso reggiano (tanto per citarne uno a caso) prendo 10 anni di daspo. Mentre a LEI, che fallisce per la 4° volta di fila, non le viene detto niente. E fra qualche settimana potrà tranquillamente ripresentarsi da qualche altra parte con la sua mole imponente, la sua antipatia, il suo carico di trofie e ricominciare a far danni. Questo purtroppo è il Paese dove vivo. 
E allora me ne sto zitto e ascolto tutti. A braccia conserte, rimango appoggiato allo stipite del mio uscio osservando chi passa. Con la speranza che questa nausea non si trasformi presto in vomito. LEI, non sa vincere. È seconda dentro e così resterà, per sempre. LEI è incapace di arrivare prima e in questa vita i secondi contano soltanto nel cronometro. Io ricordo nei dettagli il mio PRIMO bacio, il mio PRIMO giorno di scuola, la PRIMA volta che ho visto la Robur: era un Siena - Monopoli e si vinse 3 a 2. Vincere: verbo a LEI sconosciuto. Però poi ho rimosso tutte le seconde volte: non rammento la seconda volta che ho fatto l’amore, la seconda volta che sono uscito con una ragazza o la seconda volta che ho preso del cretino dal mio babbo. Nella boxe, verso fine pausa, l’arbitro urla "Fuori i secondi". E loro obbedienti se ne vanno. Lasciano la scena ai protagonisti e tornano nel loro cantuccio. 
Curiosa è la storia del nome "cantuccio": c’entrano i poveri e ricchi, il popolo e l’elite della classe agiata. Pure nei miei pensieri c’entra il popolo e la classe agiata.. E come spesso succede, il popolo perde. Anche questa volta a rimetterci è colui che guarda la storia dal basso e resta sperduto in mezzo alle macerie, mentre chi arriva, passa e se ne va, presto si dimenticherà di tutto e sarà pronto per iniziare un nuovo fallimento. A mie tempi fallire era un disonore. Adesso invece sembra una geniale e spregiudicata mossa di alta finanza (non so dove, ma queste parole l’ho già sentite anni fa, all’alba di una altro, gigantesco, tonfo). All’apice del suo progetto triennale (ma via via…), LEI è arrivata seconda in campionato, seconda ai play off e seconda ai ripescaggi. Poi c’ha fatto fallire (o non c’ha iscritto, mettetela come vi pare). Ma è arrivata seconda anche in questo, perché qualcun altro, anni prima, lo aveva già fatto. LEI, vivrà sempre da seconda, dentro e fuori dal calcio, perché LEI è perdente dentro. Nonostante la sua arroganza, la sua superbia e la sua innata tendenza a trattare il prossimo con cattiva sufficienza del tipo "Io so' io e voi non siete un cazzo", manco fosse il Marchese del Grillo. LEI ha sbagliato tutto: per prima cosa a venire a Siena. Ma dato che i soldacci sono come i grandi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano, LEI a Siena non c’è venuta di sua spontanea volontà, no no. Perché se nel 2014 avessero chiesto a LEI e a suo figlio di indicare col ditino paffuto la città di Siena sulla cartina dell’Italia, dubito che avreste saputo rispondere correttamente. A VOI a Siena vi c’hanno mandato! Poi in un turbinio di orrori ha sbagliato a scegliere i collaboratori, soprattutto quelli che dovevano consigliarla bene. Perpetrando nell’errore quando ha avuto la possibilità di cambiarli e non l’ha fatto. E andare a braccetto col diavolo, non ha certo giovato alla sua immagine. 
Naturalmente, scrivendo queste parole non sto diffamando, infamando o offendendo nessuno. Anche perché non faccio nomi. E poi, francamente, se c’è qualcuno che può sentirsi offeso da questa situazione, non è certamente LEI. Come suo inutile, misero e triste primato, resterà indelebile nella nostra memoria il fatto che LEI è l’unica presidente di calcio della storia mondiale ad aver fatto fallire la propria squadra senza mai, mai e poi mai essere stata contestata dalla tifoseria. Nè un coro nè un vaffanculo: intoccabile come il Padrino. Solo applausi per lei e prole. Solo parole dolci. Solo occhi innamorati. E nel frattempo… Nel frattempo il disastro: ci condannava a morte di nascosto mentre si copriva di ridicolo alla luce del sole. E suo figlio idem. Sparate alla tv, passaggi su Striscia e sfuriate varie. Venti milioni spesi? Non sapete nemmeno dare una misura alle vostre parole. 
Una cose però vorrei dirgliela: non è vero che è dimagrita a Siena. No no: se lo scordi. Anche la storia dei chili persi era una bufala. Al contrario invece, i chili presi dal figlio sono tutti veri. In Massetana c’è Figurella, sa? Magari un passaggino non gli farebbe male, almeno che a Carnevale non voglia tingersi di verde e mascherarsi da campana del vetro. A Siena non ci meritavamo la sua presenza: urla, offese, bestemmie, sputi all’arbitro (danneggiamenti dei vestiti… sigh!). E poi quest’astio verso i tifosi, ritirato di fuori ad ogni pie' sospinto. C’è una bella differenza tra padrona e Proprietaria. E LEI è sempre stata soltanto una padrona. A Siena avremo vissuto bene anche senza di LEI, questo lo sa vero? Fallire oggi o quattro anni fa era la stessa identica cosa per noi. LEI anni fa non ha salvato nessuno, ha soltanto preso parte ad un giochino, che oramai in molti pensano essere molto più grande di LEI, la cui conclusione ha avuto come triste sfondo la sede di una famosa banca. E allora sì, forse davvero i soldi sono come i grandi amori e fanno veramente dei giri immensi e poi ritornano. Non sto insinuando niente, attenzione. Sto soltanto sputando fuori parole contro un foglio bianco. In attesa che qualcuno venga a dirmi che la guerra è finita e il sole è tornato a splendere. 
Ringrazio il Signore - oggi lo posso dire, ieri no perché non lo sapevo - di aver perso quella sera a Pescara. Perché altrimenti il suo nome sarebbe stato legato ad un trionfo e magari si sarebbe ingozzata anche i soldi della B. Così invece sarà sempre e soltanto ricordata come la principale responsabile della disfatta, assieme al figlio ed al suo badante. LEI si dovrà ricordare una cosa: che chi vide perdere quello spareggio a Genova tanti decenni fa, ha saputo aspettare mezzo secolo, ma alla fine ce l’ha fatta a riveder le stelle. Nella vita è solo una questione di tempo. E noi, a questo punto, di tempo ne abbiamo in abbondanza. Oggi siamo sul fondo del pozzo e forse dovremo restarci ancora a lungo. Ma non fa niente. Vorrà dire lo arrederemo con gusto questo fondo, facendoci bastare quel che abbiamo, perché se dopo San Siro siamo andati a San Donato una volta, vorrà dire ci ritorneremo anche una seconda. Noi abbiamo dimostrato che non è la categoria che fa la differenze. LEI invece ha dimostrato di essere di una categoria differente dalla nostra: LEI è soltanto un’inguaribile bugiarda, professionalmente incapace e cattiva pagatrice. Con l’onta di aver buttato in mezzo alla strada diverse famiglie, il cui stipendio forse risultava vitale, soprattutto in questo momento storico molto complesso. Spero di non doverLa rivedere mai più. Mi dimenticherò di LEI come faccio tutte le notti con le zanzare che schiaccio, mentre, come diceva Tozzi, "respiro nebbia e respiro rabbia". Perché questo LEI è stata per me: una zanzara vicino all’orecchio, un fastidio, un maglioncino di lana ruvido che gratta la pelle delle braccia! 
A mai più. E fra qualche anno LE dimostreremo che noi torneremo NOI e LEI rimarrà soltanto LEI: una persona minuscola come le lettere con le quali dovrebbe scrivere il suo nome.

Buona vita e adesso più che mai: ieri, oggi e domani SEMPRE FORZA SIENA!


Mirko

2 commenti:

  1. Più che seconda dentro direi 3 chili di trofie dentro.
    Ma lei mette la grana e non il pecorino....
    Sventolalo adesso il libretto, tronfia

    Sassolino

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