L’idrossiclorochina è un farmaco che viene utilizzato da 65 anni per la prevenzione e il trattamento della malaria, del lupus e dell’artrite reumatoide. È ufficialmente considerato un farmaco sicuro, sebbene da prendere sotto stretta indicazione medica. Suo malgrado, si trova al centro di una enorme polemica per il suo utilizzo contro il virusse. Qui un breve riassunto delle ultimissime puntate.
5 FEBBRAIO 2020 - Alcuni ricercatori cinesi dell’Istituto di virologia di Wuhan, dell'Accademia cinese delle Scienze e dell’Istituto di farmacologia e tossicologia di Pechino pubblicano sulla rivista Cell Research la notizia che l'idrossiclorochina potrebbe effettivamente inibire in vitro l’infezione del coronavirus.
19 FEBBRAIO 2020 - Le linee guida per il trattamento di Covid-19 pubblicate dalla China Health Commission indicano l'idrossiclorochina come farmaco che può ridurre la gravità della malattia e di accelerare l’eliminazione del virus.
17 MARZO 2020 - Il virologo francese Didier Raoult, direttore dell’Istituto Mediterraneo per le infezioni di Marsiglia, pubblica uno studio su International Journal of Antimicrobical Agents in cui tre quarti dei pazienti infettati trattati con idrossiclorochina non sono risultati più portatori del virus dopo 6 giorni di cura. Raoult raccomanda di utilizzare il farmaco quando la malattia non è ancora in stadio avanzato.
21 MARZO 2020 - Donald Trump rilancia lo studio di Raoult facendo riferimento a potenziali trattamenti efficaci individuati a livello mondiale, uno dei quali è l'idrossiclorochina.
10 APRILE 2020 - La Federazione Italiana Medici di Famiglia ammette l'idrossiclorochina in un protocollo di gestione territoriale dei casi accertati o sospetti covid-19.
21 APRILE 2020 - Uno studio condotto dalla Veterans Authority su 368 pazienti americani dice che la idrossiclorichina non è efficace contro il virus ed anzi aumenta i decessi. Lo studio, poi non preso in considerazione dalla comunità scientifica in quanto "non rigoroso", è finanziato dal National Institute of Health, comandato dal dott. Fauci.
27 APRILE 2020 - Un gruppo di scienziati americani ("Scienziati per lo stop al covid-19") stila una strategia anti-virus, considerando l'idrossiclorochina come "la migliore ipotesi" per combatterlo.
22 MAGGIO 2020 - The Lancet pubblica uno studio basato su un'analisi condotta su un campione di 96.000 pazienti covid-19 ricoverati in ospedale. Si punta l'attenzione sui rischi di infarto che l'uso di idrossiclorochina può provocare per chi lo assume e si ipotizza un grado di mortalità di oltre il 13%
25 MAGGIO 2020 - In seguito all'articolo su The Lancet, l'OMS decide di sospendere i trial su idrossiclorochina previsti dal programma di sperimentazione Solidarity.
26 MAGGIO - L'AIFA italiana sospende l’uso dell’idrossiclorochina al di fuori dei cinque studi clinici autorizzati, sia in ambito ospedaliero che domiciliare.
27 MAGGIO 2020 - La Francia vieta l'idrossiclorochina per il trattamento del coronavirus, dopo i pareri negativi pronunciati dal Comitato di Salute Pubblica e dell'Agenzia del Farmaco di Parigi.
29 MAGGIO 2020 - Un gruppo di 200 fra i maggiori scienziati al mondo chiede pubblicamente a The Lancet di ritirare l'articolo contro l'uso di idrossiclorochina, per risultati incongruenti e mancata condivisione dei dati.
2 GIUGNO 2020 - The Lancet pubblica sul suo sito una nota di scuse e ritira la pubblicazione dello studio. Nonostante la validazione dei dati sia stata commissionata a un gruppo di scienziati per una peer review, permangono dei dubbi sulla loro affidabilità. "Ci sono molte domande in sospeso sui dati inclusi in questo studio", scrive The Lancet. Tre autori - Mandeep Mehra, Frank Rutschitzka e Amit Patel – ritrattano lo studio, affermando di non poter garantire la veridicità dei dati di cui sono venuti in possesso. "Non ho fatto abbastanza per garantire che l'appropriatezza dell’uso di questi dati nello studio. Mi dispiace davvero", dice in una nota l'autore principale dello studio, Mandeep Mehra. Il quarto autore dello studio, Sapan Desai, è il CEO di Surgisphere (l'azienda che ha fornito i dati per stilare l'analisi), che non commenta la vicenda.
3 GIUGNO 2020 - Dietrofront dell'OMS, che torna ad includere la idrossiclorochina nel protocollo degli studi randomizzati per contrastare il covid-19.
6 GIUGNO 2020 - Il trial britannico Recovery non trova differenze di mortalità e di permanenza in ospedale fra due gruppi di infetti covid-19, uno trattato con idrossiclorochina ed uno senza.
Come vedete, da quel benedetto/maledetto articolo di The Lancet, poi ritirato, la storia dell'uso dell'idrossiclorochina come farmaco efficace contro il covid-19 pare cambiare direzione: da grande speranza a farmaco quasi tossico.
Strano, per essere un medicamento prescritto a centinaia di milioni di persone, anche per lunghissimi periodi (in quanto terapia d’elezione di due malattie croniche molto diffuse, l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso). I suoi effetti secondari sono dunque noti, gestiti senza tanti problemi dai dottori e sostanzialmente inesistenti quando il trattamento viene prescritto in modo corretto e il controllo medico ex post è appropriato. Prova ne sia il dato dei 2 decessi sui 4 milioni di prescrizioni fra 2017 e 2019 in Francia.
Strano, perchè nel 2003 fu proprio The Lancet a tessere le lodi dell'idrossiclorochina utilizzata contro la SARS (altro coronavirus), su scoperta del ricercatore Andrea Savarino (oggi quasi totalmente by-passato dalle task force governative).
Strano, perchè Trump, nonostante la totale avversione di Fauci, si è fatto fare una profilassi volontaria a base di idrossiclorochina in piena fase di pandemia.
Strano, perchè addirittura in India il Ministero della Salute ha imposto fin da marzo di assumere il farmaco come protezione preventiva.
Strano, perchè in Africa, dove il problema pandemico sarebbe dovuto deflagrare nella sua drammaticità ed invece i decessi sono rimasti limitatissimi, l'uso della idrossiclorochina è all'ordine del giorno.
Strano, perchè ad un certo punto, in tutto il mondo, e proprio nel picco della pandemia, l'idrossiclorochina non si è trovata più: prova più clamorosa è stata la messa al bando del farmaco, il 13 gennaio 2020 (dopo più di mezzo secolo di uso), in Francia dalla libera vendita come prodotto a banco classificandola come sostanza tossica.
Strano, perchè esistono in rete testimonianze semi-clandestine di medici "eretici" che, nel periodo di dramma, assumevano e facevano assumere ai pazienti il farmaco contro ogni protocollo esistente.
Stranezze su stranezze...
22 MAGGIO 2020 - The Lancet pubblica uno studio basato su un'analisi condotta su un campione di 96.000 pazienti covid-19 ricoverati in ospedale. Si punta l'attenzione sui rischi di infarto che l'uso di idrossiclorochina può provocare per chi lo assume e si ipotizza un grado di mortalità di oltre il 13%
23 MAGGIO 2020 - Raoult commenta l'articolo di The Lancet, sostenendo di aver riportato, su 4.000 pazienti ospedalizzati, 36 decessi, nessuno dei quali per problemi cardiaci, con un tasso di mortalità dello 0,009%. Secondo lo studio di The Lancet, ci sarebbero dovuti essere invece circa 500 morti per problemi cardiaci. A sostegno della propria tesi, Raoult porta in prova oltre 10.000 elettrocardiogrammi analizzati da gruppi di aritmologi.
25 MAGGIO 2020 - In seguito all'articolo su The Lancet, l'OMS decide di sospendere i trial su idrossiclorochina previsti dal programma di sperimentazione Solidarity.
26 MAGGIO - L'AIFA italiana sospende l’uso dell’idrossiclorochina al di fuori dei cinque studi clinici autorizzati, sia in ambito ospedaliero che domiciliare.
27 MAGGIO 2020 - La Francia vieta l'idrossiclorochina per il trattamento del coronavirus, dopo i pareri negativi pronunciati dal Comitato di Salute Pubblica e dell'Agenzia del Farmaco di Parigi.
29 MAGGIO 2020 - Un gruppo di 200 fra i maggiori scienziati al mondo chiede pubblicamente a The Lancet di ritirare l'articolo contro l'uso di idrossiclorochina, per risultati incongruenti e mancata condivisione dei dati.
2 GIUGNO 2020 - The Lancet pubblica sul suo sito una nota di scuse e ritira la pubblicazione dello studio. Nonostante la validazione dei dati sia stata commissionata a un gruppo di scienziati per una peer review, permangono dei dubbi sulla loro affidabilità. "Ci sono molte domande in sospeso sui dati inclusi in questo studio", scrive The Lancet. Tre autori - Mandeep Mehra, Frank Rutschitzka e Amit Patel – ritrattano lo studio, affermando di non poter garantire la veridicità dei dati di cui sono venuti in possesso. "Non ho fatto abbastanza per garantire che l'appropriatezza dell’uso di questi dati nello studio. Mi dispiace davvero", dice in una nota l'autore principale dello studio, Mandeep Mehra. Il quarto autore dello studio, Sapan Desai, è il CEO di Surgisphere (l'azienda che ha fornito i dati per stilare l'analisi), che non commenta la vicenda.
3 GIUGNO 2020 - Dietrofront dell'OMS, che torna ad includere la idrossiclorochina nel protocollo degli studi randomizzati per contrastare il covid-19.
6 GIUGNO 2020 - Il trial britannico Recovery non trova differenze di mortalità e di permanenza in ospedale fra due gruppi di infetti covid-19, uno trattato con idrossiclorochina ed uno senza.
Come vedete, da quel benedetto/maledetto articolo di The Lancet, poi ritirato, la storia dell'uso dell'idrossiclorochina come farmaco efficace contro il covid-19 pare cambiare direzione: da grande speranza a farmaco quasi tossico.
Strano, per essere un medicamento prescritto a centinaia di milioni di persone, anche per lunghissimi periodi (in quanto terapia d’elezione di due malattie croniche molto diffuse, l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso). I suoi effetti secondari sono dunque noti, gestiti senza tanti problemi dai dottori e sostanzialmente inesistenti quando il trattamento viene prescritto in modo corretto e il controllo medico ex post è appropriato. Prova ne sia il dato dei 2 decessi sui 4 milioni di prescrizioni fra 2017 e 2019 in Francia.
Strano, perchè nel 2003 fu proprio The Lancet a tessere le lodi dell'idrossiclorochina utilizzata contro la SARS (altro coronavirus), su scoperta del ricercatore Andrea Savarino (oggi quasi totalmente by-passato dalle task force governative).
Strano, perchè Trump, nonostante la totale avversione di Fauci, si è fatto fare una profilassi volontaria a base di idrossiclorochina in piena fase di pandemia.
Strano, perchè addirittura in India il Ministero della Salute ha imposto fin da marzo di assumere il farmaco come protezione preventiva.
Strano, perchè in Africa, dove il problema pandemico sarebbe dovuto deflagrare nella sua drammaticità ed invece i decessi sono rimasti limitatissimi, l'uso della idrossiclorochina è all'ordine del giorno.
Strano, perchè ad un certo punto, in tutto il mondo, e proprio nel picco della pandemia, l'idrossiclorochina non si è trovata più: prova più clamorosa è stata la messa al bando del farmaco, il 13 gennaio 2020 (dopo più di mezzo secolo di uso), in Francia dalla libera vendita come prodotto a banco classificandola come sostanza tossica.
Strano, perchè esistono in rete testimonianze semi-clandestine di medici "eretici" che, nel periodo di dramma, assumevano e facevano assumere ai pazienti il farmaco contro ogni protocollo esistente.
Stranezze su stranezze...
C'è di bello che noi poveri cristi cascheremo sempre in piedi. Dato che, se la idrossiclorochina non funzionasse (e mi pare che tutta una certa parte della Scienza con la S maiuscola voglia dimostrarcelo, anche contro le evidenze dei fatti), saremo assai ben più felici di vaccinarsi in massa.
Domani vi faremo capire cosa si sia scritto di tanto grave sull'articolo di The Lancet, tanto da procurare alla prestigiosissima rivista una imperiale figura di merda. Penso che capirete tutti in quale tegamata ci hanno infilato.
Domani vi faremo capire cosa si sia scritto di tanto grave sull'articolo di The Lancet, tanto da procurare alla prestigiosissima rivista una imperiale figura di merda. Penso che capirete tutti in quale tegamata ci hanno infilato.
Resoconto da brividi. Io penso che lo sconquasso covid abbia denudato le criticità della ricerca basata sul rating delle riviste, su impact factor e su tutti gli indici di valutazione che ne conseguono. Intendiamoci, che ci fossero delle schifezze evidenti legate ad intrecci tra editors, reviewers, autori e multinazionali era già evidente a chiunque si sia occupato di ricerca. Oggi con l’emergenza covid si sono persi quasi tutti i meccanismi di controllo, è saltata (da un lato anche giustamente purtroppo) la tempistica della pubblicazione, legata ad una lunga serie di controlli diluiti nel tempo sulla qualità dei manoscritti. Sono state pubblicate, tutte e subito e per giunta dalle riviste più prestigiose, ricerche cliniche non controllate, con tempi di peer-rewiewing da eiaculatio praecox. Si è scatenata una gara tra i vari journals, in un’ansia di accaparramento degli articoli più citabili con l’aggiunta dell’interferenza di “big e little pharma”. I risultati sono questi, sbandiamo da un estremo all’altro in base a pubblicazioni on-line che vengono fuori come funghi. Niente di buono, per chi poi deve applicare “sul campo” queste terapie.
RispondiEliminaDomani se ce la fo metto un altro articolo per far comprendere la genesi dell'articolo di The Lancet: roba da cialtroni. Ti domando: secondo te quindi il tutto è dettato dalla foga del momento? Al-Mutanabbi
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