Gli asintomatici

Avrete letto qualche giorno fa che l'OMS (l'associazione che ci ha sequestrato la vita) ha comunicato, en passant, che gli asintomatici non paiono poi essere così contagiosi, come riferito al tempo del lockdown, quando erano gli untori number one, da cui guardarsi a distanza. Oh, ci sta che ci sia una così lieve rettifica, perchè tanto ormai tutto è andata a puttana. E poi, lo si sa, la Scienza scopre in continuo cose che prima erano sconosciute. E però...
Mannaggia, all'OMS deve essere sfuggito uno studio del 13 maggio, che probabilmente aveva fatto già da un po' estrema chiarezza sulla annosa questione degli asintomatici.
Lo studio scientifico, pubblicato sulla rivista "Respiratory Medicine" ed intitolato "A Study on infectivity SARS-Cov2 carriers", era riferito ad eventi di quattro mesi prima. 
Il 13 gennaio 2020, difatti, una donna di 22 anni con una storia di cardiopatia congenita è andata al pronto soccorso dell'Ospedale del Popolo (W) provinciale del Guangdong lamentando una varietà di sintomi comuni alle persone con la sua condizione, tra cui ipertensione polmonare e mancanza di respiro dovuta al difetto del setto atriale. Non sapeva che il suo caso avrebbe scatenato una cascata di eventi risultanti nell'articolo suddetto, che avrebbe potuto e dovuto porre fine ai lockdown mondiali. Durante la sua degenza in ospedale, furono eseguiti test di routine e, con allarme e sorpresa dei medici, la donna risultò positiva al virusse, pur non avendo mai avuto febbre, mal di gola, mialgia o altri sintomi associati all'infezione. Insomma, una perfetta asintomatica.
Immaginatevi il colpo di culo: avere una asintomatica da studiare era difficilissimo, visto che esse non ricercano assistenza medica. E difatti la ricerca partì subito a spron battuto.
I ricercatori, volendo cioè scoprire se la donna avesse infettato qualcun altro, scelsero di esaminare ogni singolo contatto identificabile nei precedenti cinque giorni prima del suo test positivo. Furono schermare ben 455 persone, non un piccolo numero per tale tipo di ricerca. I contatti furono divisi in tre gruppi: 35 pazienti, 196 membri della famiglia e 224 membri del personale ospedaliero. Da tutti furono estratti le informazioni epidemiologiche, i registri clinici, i risultati degli esami ausiliari e i programmi terapeutici.
In particolare, i contatti avuti in ambito ospedaliero ebbero luogo al chiuso e si ipotizza che avrebbero comportato un contatto relativamente intimo e rischioso. Tra i pazienti, l'età media era di 62 anni, il che probabilmente li rendeva più a rischio; molti erano immunocompromessi per patologie pregresse. Quindi, il domandone: quante di queste 455 persone sono state infettate dalla donna asintomatica?
Risposta dello studio: "In sintesi, tutti i 455 contatti sono stati esclusi dall'infezione SARS-CoV-2".
Cioè, esattamente 0 persone erano infette. 
Zero.
Come zero sono stati i richiami a questo studio, a parte un rapido accenno da parte del dott. Tarro.
A voi, come sempre, le conclusioni...