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martedì 10 dicembre 2019

La mezz'ora D'Auria

Incastrati in mezzo a due fine settimana ladri di giorni rossi sul calendario, orfani pertanto di quelle due classiche giornate festive di inizio dicembre, una tutta senese e l’altra "mondiale", sostituite per quest’anno da due normali domeniche, cerchiamo un po’ di sollievo dalla logorante monotonia lavorativa concedendoci una mezz’oretta di libertà da trascorrere fra i gradoni semideserti di uno stadio sempre più vuoto, nel quale per parlare con il vicino tocca berciare, tanta è la distanza. E non regge più nemmeno la scusa del freddo, perché scrivi dicembre ma leggi fine ottobre.

Eppure, guardando la classifica, ci potrebbe anche scappare un timido sorriso, come quelli che nascono spontanei quando peschi l’asso di briscola all’ultima mano. Inoltre - togliendo la Coppa Italia - sarebbe anche l’ultima partita in casa di questo lungo 2019, quindi i presupposti per non rimanersene in pantofole sul divano ci sarebbero tutti. E poi dai, ma di che si parla, quando gioca la Robur, gioca la Robur, via! E invece... Invece, la nostra mezz’ora di libertà inizia circondati dalla folla famelica in cerca di regali, avvolti nel profumo di tartufo e formaggi stagionati e immersi in una temperatura molto sopportabile, che ci riporta indietro di qualche settimana rispetto alla data indicata nel display del telefono. Se facesse così strano scriverlo, potremmo addirittura a definire piacevole una serata di dicembre. Dio mio, dove andremo a finire di questo passo mi chiedo. Stai a vedere che questo clima sta cambiando per davvero. 
E tanto per restare in tema di cambiamenti, nemmeno il tempo di provare a spolverare via la polvere magica dal nostro caro seggiolino, rispetto al quale rivendichiamo gelosamente la proprietà difendendola da chiunque provi ad occuparlo, che immediatamente ci accorgiamo che qualcosa in campo non quadra. Il portiere impegnato nel riscaldamento non assomiglia minimamente al nostro. Sgomento. O chi gioca in porta oggi? Ci guardiamo intorno perplessi, quasi smarriti, in cerca di un segnale di vita conosciuto. Non c’è niente di peggio che togliere i punti di riferimento ad un tifoso cronico e affamato, abituato a farsi forza sulle poche cose certe che la vita di curva gli riserva. Silenzio. Nessuno intorno a noi pare dire niente, pertanto tocca stare zitti. Chi controlla il telefono, chi spiluzzica un panino, chi tenta di accendersi un grosso sigaro marrone, che da lì a qualche istante appesterà l’aria con il suo aroma dolciastro di tabacco essiccato. Terrore. Ragazzi, c’è qualquadra che non cosa oggi in campo, uffa! Non posso vederlo soltanto io. Anche le divise sembrano non tornare. Perché oggi si gioca di blu? Me lo chiedo a voce alta, quasi implorando una risposta dal cielo o dalla steward troppo bionda e poco nostrana, sempre impegnatissima a scappare dietro ad ogni pallone finito in curva, nemmeno costassero 500 euro! Se avessi vent’anni in meno e qualche diottria in più, forse riuscirei a capire meglio. E invece me resto impalato, immobile come un cane da penna. Poi, nel buio dell’incertezza, proprio mentre la disperazione pare avere la meglio sulla speranza, noto a 100 metri di distanza, esattamente dall’altra parte del campo un movimento conosciuto, un guizzo noto di capelli lunghi in mezzo al bosco. Come un cacciatore, seguo attento la corsa della selvaggina. È un traccia fugace, ma tanto basta per attirare il mio interesse. Come le lampadine dell’albero di Natale, la vedo scomparire e poi riapparire tra le tanti persone sparse sul campo, e tutto ad un tratto capisco. Una luce buia in fondo al tunnel: perché Serrotti si riscalda col Como? E poi alla fine capisco e tutto mi sembra finalmente chiaro. Questi burloni hanno invertito il campo per il riscaldamento. Lo realizzo che è circa il 25’ del primo tempo, ma come si suol dire, meglio tardi che mai. Anche le panchine sono invertite. Sveglia Mirkino! 
Dopo anni siamo tornati a sederci su quella tanto cara a Conte, come ai tempi di quella Serie B "elettorale". Di questo passo temo invertiranno anche le curve e già mi vedo seduto nella tribuna degli ospiti, che per un tifoso del Siena sarebbe come pensare di tornare a scuola e guardare i suoi ex compagni di classe dalla cattedra. Perlomeno così sì che sembreremmo finalmente fuori casa anche a Siena. E allora per un instante spero che tutto in questa sera possa andare all’incontrario, anche il risultato. E la velocissima espulsione di un giocatore ospite mi accende dalle parti del cuore una flebile fiammella di speranza. Passano i minuti e la nostra mezz’ora d’aria sfuma lentamente nell’ennesima occasione buttata. Goal sbagliato, sbadigli, domande. "Ma sono loro ad essere in dieci o siamo noi?". 
Poi, un lampo nella notte squarcia il buio del cielo, la stella cometa del presepe si stacca di piedi del nostro numero venti, e dopo aver accarezzato la coscia di un Re Magio lariano punta dritta verso la porta nemica, infilandola senza scampo per il portiere, prima di girare verso sud est in direzione Nazareth. Avvolta da una D’Auria magica, la palla volteggia nel cielo disegnando una parabola isterica e spigolosa e facendosi beffa del portiere lacustre accende il tabellone luminoso, scrivendo un 1 dalla parte del SIENA. Oh, alla fine siamo finalmente passati in vantaggio. Dopo mesi!
Velocemente, la nostra mezz’ora d’Auria si accende di gioia, e la lancetta del nostro umore torna a puntare verso la scritta "Mio Dio che felicità". Un occhio al campo e uno al cronometro (perché fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio), viviamo con apprensione gli ultimi minuti. Giunti all’ultimo minuto di recupero pare di essere al veglione di capodanno: 10, 9, 8... E poi finalmente l’arbitro fischia. 
Vittoria, brutta, sofferta, fortunata, ma sempre vittoria! Tutto il resto sono chiacchiere. Ora però non venite a dirmi che è merito delle panchine invertite, vi prego. E a fine partite seguendo con lo sguardo la stella cometa oramai giunta sulla linea dell’orizzonte, ci rimane anche il momento per una piccola considerazione: dicono che l’ora più buia sia propria quella un attimo prima dell’alba. E allora, sai magica Robur, che il peggio (in casa) forse è passato... almeno da mezz’ora!

Robur Siena - Como: 1 a 0. S’è vinto, Se Dio vole. Mister Banchini: "Quando vedo che entra uno come Guberti, mi faccio il segno della croce". Anche noi mister, anche noi: tutte le volte che tocca la palla D’Ambrosio…

Robur Siena - Ternana (Coppa Italia: malaga, nocciola e panna montata): al di là del "piacere" di rigiocare contro gli "amici" ternani, sarei per vincere e andare avanti! Poi si vedrà… Peccato per l’orario, maledetti!
Che bello è, quando esco di casa.


Mirko

5 commenti:

  1. Da applausi a post aperto la frase sul il re magio lariano !!!

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  2. Bravo mirko.su D'Ambrosio concordo. Ma la paura e' che i sostituti siano meno affidabili!....help me....

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  3. Per quello che ho visto, Romagnoli non è peggio del Dambrosio attuale. Buschiazzo ha giocato troppo poco per giudicare. Due parole su Confente, buon portiere e giovane, con margini di crescita importanti. Certo non è Contini (che sta facendo un campionatone a Entella) ma è sulla buona strada. Ci fosse stato lui due anni fa.... bastava.

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