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giovedì 14 novembre 2019

Le sconcertanti dichiarazioni di Stefano Guberti

Allora, ho scritto l'articolo su Prodi. Lo dovevo fare circa un mese fa. Ora l'ho scritto e - giuro - lo volevo pubblicare oggi. Ma poi last second mi casca l'occhio su una intervista a Guberti e ritonfa... mi sento costretto a tornare a parlare di Robur.

Il pezzo su Prodi è ganzo, non vi preoccupate. Rassicuro così i lettori anti-calcio, che tengo in aspettativa in attesa della pubblicazione dell'articolo: roba per cui non dormire la notte, immagino.
Ordunque, chi mi conosce e chi legge Wiatutti sa quanto mi garbi, come calciante, Guberti. Riconosco a Stefano nostro anche una discreta capacità nel comunicare verso l'esterno, roba per la quale non tutti i giocatori di football sono pipati. Ma l'intervista di ieri la trovo inaccettabile ed offensiva verso la logica del football e di chi lo pratica da professionista. E tuttavia, per molti versi, illuminante.
Guberti in pratica ci dice che il nostro ruolino di marcia tutt'altro che invidiabile in casa dipende essenzialmente da: 1) mancanza di personalità e da: 2) scarsa concentrazione. Pur essendo forti.
Ecco, mi fermo un attimo e traslo queste parole sulle spalle di un professionista, seppure in altro settore lavorativo. Magari un disgraziato che è inquadrato con una partita IVA. Insomma, parliamo di me, va.
Io, nel mio settore, probabilmente sono bravo (cfr. "forte"). Lo testimonia la mia carriera, lo testimoniano i numeri, lo testimonia l'azienda di livello per cui lavoro. Ovvero, esistono dati oggettivi che comprovano ciò che sto asserendo. Nel concetto di bravura professionale, tuttavia, includo anche la personalità e la concentrazione. Cioè, non esiste che un professionista pensi di essere bravo mancando di concentrazione, ad esempio!
Penso che Guberti abbia sbagliato quando ha parlato di personalità, leggendo tutta la sua intervista. No, non si tratta di personalità, si tratta di volontà. Dice difatti Guberti ad un certo punto: "Passa tutto dal decidere cosa vogliamo fare". Già, ecco qua l'inghippo: tutta questione di volontà.
Volontà e mancanza di concentrazione. Due cause dell'odierno fallimento comprovato dai numeri (eccolo qua l'unico motivo del malumore!) che ai miei occhi di tifoso non sono appunto accettabili. Un mio vecchio allenatore sosteneva che le partite si vincevano a seconda dell'atteggiamento tenuto nel tunnel dello spogliatoio, quando si è fianco a fianco con il contendente. Lì immediatamente gli altri devono capire che al Rastrello non si scherza, che ci girano i coglioni, che qualche tibia può essere ammaccata. Basta con i giocatori fighetta, il capello da Big Jim, le sopracciglia curate. Non solo questa roba ci fa ribrezzo, ma evidentemente non paga.
Guberti, mentre dici queste parole, a te che più di tutti hai peso ed esperienza, devono girare i coglioni a 1000 all'ora, devi ribaltare un tavolino, devi incazzarti con te stesso, con i tuoi compagni, con il contesto.
Io, da professionista nel mio settore, non posso andare a dire alla mia azienda che mi manca personalità ed ho scarsa concentrazione, perché la mia azienda mi cava dal cazzo dopo un nanosecondo! Non posso motivare i miei insuccessi in questa maniera, anche e soprattutto per rispetto dei miei clienti (i tifosi nel giuoco del football, anche se non fa piacere dirlo).
Ma un merito l'intervista di Guberti ce l'ha ed è quello di aver rivelato finalmente la verità. In casa facciamo cacare non certo per problemi ambientali o pressione dei tifosi (magari!): "Al Franchi abbiamo fatto fatica fin dalla gara di Coppa Italia con il Mantova". Vero. Si metta a verbale e si faccia leggere a chi di dovere, per favore.
Oh, la prossima partita in casa non solo si vince, ma si spacca le gambe a chi non ce lo vuol permettere. Chiaro il messaggio, oppure no?
Echecazzo!

3 commenti:

  1. Vorrei aprire ufficialmente la campagna antitrofie: #bastapastasciuttefacciamogliduberci . Vediamo se capiscono la differenza tra malumore e una leggera incazzatura. Vediamo se capiscono anche in casa le palle come vanno messe!! Come chiude il suo pensiero?! Ah,si!! ECCHECCAZZO!!

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  2. Le annate nascono bene o male. Quest'anno non gira. Non mi aspetto niente. Anzi si, una cosa: che tengano quelli buoni e cambino quelli non buoni. Perché il calcio è questo: l'anno prima vai male, l'anno dopo cambi tre o quattro giocatori giusti e vinci il campionato. Lo dice la storia non io.
    (P.s. diffido delle squadre che vanno male tra le mura amiche, i campionati si lottano quando in casa fai 14 vinte, 4 pari e 1 persa, e fuori perdi di rado)

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  3. anche io sono incazzato.
    e non mi piace per niente il cammino casalingo.
    e nemmeno l'approccio mediatico della societa'.
    pero' vorrei far notare che i signori che sulla tastiera si dicono inaczzati a fine partita se ne vanno comodamente a casa.
    nessuno più a contestare la squadra quando lo merita a fine partita (da anni); sempre le solite quattro/cinque facce a santa caterina.
    cerchiamo, se si vuol far valere le ragioni di una tifoseria, tornare a fare la tifoseria seria.
    se ne siete sempre capaci e ci tenete, si intende........

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