"Mi ascolti?", domandava la professoressa di Italiano mentre commentava i risultati del tema. "No, prof, non l’ascolto". Tanto non diventerò mai come voi, pensavo, ignorando che invece stavo diventando esattamente ciò che odiavo.
La cosa più bella che ricordo della scuola erano le vacanze. La sveglia trilla e scaccia tutti i sogni. La prima cosa che facciamo al mattino è controllare il telefono. Da piccolo potevo guardare la televisione soltanto mezz’ora. Altrimenti, tutte quelle luci mi avrebbero fatto male agli occhi. Anche le cuffie del walkman potevano farmi diventare sordo. Adesso invece mi chiedo se le dieci ore al giorno passate davanti ad un pc facciano bene. Come tutti quei minuti trascorsi al cellulare del resto. Cambiano i tempi e mutano i punti di vista. L’operazione che facciamo più spesso è accettare: nessuno di noi sa bene cosa significhi questa parola, ma per entrare in un sito internet è costretto a farlo di continuo, anche cento volte al giorno. Sì, siamo nell’era dell’accettare e nessuno ce lo ha ancora detto.
La Robur Siena percorre questo finale di campionato con lo stesso fiatone di un pensionato che rincorre il tram, dopo che l’autista ha ingranato la seconda. Terzi, quinti o settimi che differenza fa? Il sogno è svanito e la scintilla si è spenta. La sveglia è suonata ed il camion della spazzatura è già passato, rompendo quel piacevole silenzio di mattini freschi e uccellini. Con un pizzico di amara malinconia osservo l’Atalanta giocarsi l’accesso alla prossima Coppa dei Campioni e un senso di disperazione mi serra lo stomaco. Ripenso a quel campionato di Serie B e quell’ultimo testa a testa con i bergamaschi. E mi illudo di poter rivivere un giorno emozioni simili. Potevamo esserci noi penso, magari azzardando un po’. Eppure è così. Sì signori, potevamo esserci noi, se l’acqua fosse andata per i suoi fossi. Ed invece... Invece tocca stare a patire tutti i sabati pomeriggio, camminando per città col telefono in mano, aspettando un messaggio, un segnale, forse una resa. Il Siena vince. No pareggia. Rivince. Ha pareggiato. Al 96’ ma il rigore non c’era. E una altra giornata è passata e siamo settimi. Nonostante l’aver praticamente vinto con tutte le squadre che ci precedono. Dicevamo lo scorso anno che bastava aver pareggiato le partite che perdemmo per raggiungere la promozione. Quest’anno invece il primato l’abbiamo disperso, deriso e scialacquato nei campetti di provincia, dove il vento spira forte e la polvere si solleva fastidiosa anche d’inverno. Maggio è arrivato e con lui sono arrivate le pecore da contare. Se da una parte preferisco arrivare settimo che secondo, dall’altra mi chiedo a cosa sia valso correre e rincorrere una stagione intera, nata male e forse morta peggio.
Odio questa categoria più di quanto non odiassi la vecchia C1 dei tempi di Paganini. Se quella mi sembrava normale, questa mi va stretta. La domenica in curva mi guardo intorno e non trovo conforto nelle facce che vedo. Presenze di circostanza, musi lunghi, spalle basse. La Robur annaspa tra un pareggio e una sconfitta e il nostro umore precipita verso abissi dimenticati. Di quel sogno cullato lungo la strada che separa Siena da Pescara non rimane più niente. Sparito, disperso, dissolto nel buio della notte. La stessa notte che aiutata dalla pioggia si portò via la speranza di chiudere il campionato in quella fredda sera di Livorno. Siamo ancora qua, dicono i più orgogliosi. Siamo sempre qua, rispondono i delusi. Il Siena pareggia e noi con lei. Un punto qua, un punto là e alla fine manca sempre meno. Come giocatori di poker, ad ogni partita aspettiamo un cenno, per ritornare a sperare. Cenno che puntualmente viene frustrato dall’evidenza dei fatti. Siamo prigionieri di un mondo che non ci piace, ma non facciamo niente per liberarcene. Torniamo da Novara con un punto in valigia, appoggiato sopra all’ennesima occasione mancata. Non so dove finiremo, ma i presagi non mi sembrano affatto buoni. E se il buongiorno si vede dal mattino, non credo che sarà piacevole giocare gli spareggi con un risultato su tre ed il fattore campo contro. Perché non sempre succede come al Cosenza.
Aprile finisce e con lei va in archivio una altra fetta di campionato. Ho perso la cognizione del tempo e troppo spesso mi dimentico di scrivere (e questo francamente sarebbe il male minore). Quel che resta di un sogno è un sacchetto di cenere, un pungo di mosche, un respiro malinconico di onde che s’infrangono sulla spiaggia, mentre la notte inghiotte le luci e da lontano qualcuno canta "la vinciamo noi". E dopo dieci mesi pare che niente sia cambiato. Manca soltanto il mare, azzurro, come le maglie del Novara.
Novara - Robur Siena: 2-2. Fra pareggi, rigori e comunicati lasciamo passare anche questa ennesima puntata delle occasioni sprecate. Ancora una volta segniamo due goal in trasferta e ancora una volta non riusciamo a vincere. Con una difesa normale, adesso saremmo in Coppa Uefa, visto che per vincere le partite è un anno che siamo costretti a segnare due/tre goal per volta.
Dopo Novara è tempo di Piacenza.
Robur Siena - Piacenza (quella buona, non i fantasmi): io non sono ancora vecchio e rancoroso, ma ricordo benissimo cosa successe lo scorso anno. E spero se lo ricordino anche giocatori, staff tecnico e dirigenza. Se è vero come è vero che il calcio è una ruota che gira, adesso toccherà a noi mettere i bastoni di traverso ai biancorossi emiliani (o lombardi? Boh.. Non lo so e non lo voglio sapere). Voglio vincere, se non altro per sfogo personale. La chiamano a casaccio "sindrome da Palio di Siena"? Bene, facciamogliela vedere com’è questa sindrome. Morte mia e morte tua: non era proprio così, ma fa niente. In realtà questi simpaticoni l’abbiamo già battuti alcuni mesi fa e ciò la dice lunga su che razza di campionato, ancora una volta, stiamo buttando via.
Saluti, baci, cordialità e sempre forza Siena!
Mirko
Mirko complimenti bellissimo e emozionante come sempre, molto condivisibile ! Ti consiglio di non angosciarti e di fare come me e metterti il cuore in pace. Con il Piacenza sconfitta già scritta...Sesto o settimo posto play off..usciremo tra i soliti applausi e per noi già in vista una nuova stagione 2019-2020 in questa categoria di merda...Vabbè che siamo duri a morire ma il vaso è colmo per molti !
RispondiEliminaO vedrai oggi quanti ci si rigoverneranno con questa partita già belle che scritta...poi,il prossimo anno,con la meritoria opera dei conti sempre in pari e con il "contradaiolo" 2.0 in panchina,ennesimo anno di lega pro con comunicati,pastalfornisti pensionati a giro(sempre meno,ovviamente)e via discorrendo.
EliminaGodetevela,mi raccomando!
Il vaso è colmo??.. Speriamo ma non ci credo..
RispondiEliminaNon ho letto niente di cui scritto sopra. Ma ho letto un articolo firmato NN sul Fedelissimo. Probabilmente significa NoNdicarattere.. Scrive vincere sabato solo per noi... Nulla ci importa del Piacenza, dell'Entella.. L'importante e' impegnarsi e fare una bella partita... Ora ok. E' TARDI, ho bevuto. Ok. Ma come in contrada, chi dice... Siamo arrivati secondi, ma se' fatto un bel Palio... Bravo Nulla nel Nulla. No, grazie. Bel palio una @ega. Io voglio vince perché il Piavesza non mi ha fatto andare in B nel 2018. La bella prestazione, guardatela (te) in contrada. Tanto poi si esce al primo turno. Ora gli si rende botta. La Lazio, l'Atalanta, quando avevi bisogno di punti... , a SIENA, d'overi??? DOMANI NON SI PASSA. STOP.
RispondiEliminaAppena letto le dichiarazioni del mister... Che dire?... E veramente fuori dalla realtà. Per tacere del fatto che sentire "incitare alla battaglia" uno che durante le tante partite "cannate" dalla squadra ha sempre aspettato gli ultimi 5 minuti per abbandonare l'inglesissimo portamento signorile e alzare un po' la voce... Be'... E veramente risibile, perdinci e financo cribbio!
RispondiEliminaNon temete! Come al solito Mr. Mignani avrà dato alla squadra tutta la sua carica strabordante! I nostri gioattori anche questo pomeriggio saranno zuppi di ENTUSIASMO!
RispondiEliminaRoby di Tressa (il popolarissimo)
La fascia di capitano deve essere data a Pietro il Grande!
RispondiEliminaLuca
Pietro Cianci uno di noi! Un mito! Ha segnato un goal bellissimo e ha picchiato tutti! Vogliamo 11 Pietro Cianci!
RispondiEliminaCarlino
Ok , ora che dopo un anno s'è scoperto che il Piacenza non ci fece andare in B , mah?!?!?? Io ricordavo un troiaio di portiere che si portò la palla dentro da solo , e zero tiri in porta in 90 minuti, ma oramai è di moda riscrivere tutte le storie, si prova a vincere i play off o ci si bea di queste cazzate per un'estate ? Si continua a dire bravo a chi ha tenuto Cianci tre mesi in panchina ? Si continua a fare i merenderi con chi ha comprato ZERO giocatori titolari a gennaio ? BATTETEVI I PIEDI NEL CULO PER ANDARE IN B!
RispondiEliminaCondivido al 100% , a tal proposito rileggetevi le pagelle di un anno fa : " http://wiatutti.blogspot.com/2018/04/robur-siena-piacenza-0-2-le-secondelle.html
EliminaQuesta storia del cazzo può essere venuta in mente solo ai coccobocchi tifosi della durio.
Pietro esaltante senza dubbio e senza che gli altri si sentano sminuiti e il motivo, per me, è semplice: non è mai condizionato dalla situazione e gioca, sempre, mettendocela tutta.
RispondiEliminaIl resto della squadra (situazioni limite a parte, vedi Pistoiese), per mettere in campo l'impegno ha bisogno di avere la sicurezza del risultato... Questo e stato particolarmente evidente ieri dopo il 2-0
Si vede che chi dovrebbe dare consapevolezza alla squadra sta sbagliando qualcosa...
P.S.
Ottima osservazione quella precedente che incita a battersi i piedi nel culo per andare in B.
Forza Robur
Pietro Cianci gioca ogni partita come se non ci fosse un domani… per lui ogni partita è un' ultima spiaggia… Si merita la fascia di capitano… D' Ambrosio non la merita (non scordiamoci che faceva parte della cricca dei napoletani con Marotta e Pane)
RispondiEliminaTommy