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venerdì 28 settembre 2018

Morte dei Paschi 3. Un protagonista in secondo piano

Chiudiamo qui la recensione ragionata del libro "Morte dei Paschi", che tanto ci ha fatto riflettere. Parliamo oggi della figura di David Rossi.
Il volume, come questo blog, pone forti dubbi sulla tesi del suicidio di Rossi.
Il libro di Lannutti e Fracassi entra poco nel dettaglio della figura di Rossi, che spesso è citato a latere di tutta una serie di avvenimenti (vedi la compravendita di Antonveneta e la scia di broker suicidi nello stesso periodo di tempo) che lo vedono comunque protagonista. Quanto consapevole e quanto inconsapevole, ci verrebbe da chiedersi?
Un po' la domanda mi pare che se la facciano anche gli autori del libro, che dipingono Rossi come un personaggio, comunque sia, al centro di dinamiche che paiono oltrepassare le singole competenze professionali all'interno della banca.
Partiamo dall'anomalo contatto avvenuto fra Andrea Goracci ed il sedicente John Peschiera, dichiaratosi ex agente collegato alla CIA (pag. 243-244), il quale all'avvocato apre fronti di lavoro nuovi ed inquietanti:
1) invia il video della telecamera di sorveglianza della caduta di Rossi, pubblicato in anteprima dal New York Post.
2) spedisce alcune immagini dell'autopsia di agosto in cui risultavano ferite non ancora citate.
3) afferma che Rossi era stato assassinato da un killer pagato decine di migliaia di euro.
4) afferma che MPS finanziasse il traffico illegale di armi.
Peschiera "era un millantatore? Un depistatore? Oppure stava dicendo la verità?".
Di sicuro Rossi era legato a strettissimo filo con Mussari (pag. 245), con il quale condivideva probabilmente ogni tipo di segreto. Abbiamo già ricordato in altro articolo di come, durante i colloqui svolti per la compravendita di Antonveneta, Rossi fosse costantemente presente al tavolo della trattativa. Anche presso lo IOR.
Anomali i viaggi effettuati a Lugano, in una zona ricca di uffici di istituti bancari (pag. 245-246).
Numerose le testimonianze di testimoni che avevano visto Rossi presente a riunioni della massoneria (pag. 246): "Rossi era, dunque, massone?".
Risaputo il suo importante ruolo come capo della comunicazione della banca, che gli permetteva di finanziare molteplici attività in tutta la Toscana ed anche oltre (pag. 247). "Pubblicità, sponsorizzazioni, feste, alberghi e regali. Così Rossi gestiva la comunicazione e riuscì nell'impresa di far parlare i media sempre bene del Monte, anche quando si avventurò nella suicida acquisizione di Antonveneta [...] Aveva accesso a tutto. Non c'era informazione che non fosse in suo possesso. Gestiva ogni cosa" (pag. 248).
Insomma, all'interno della trama del libro, a cavallo fra cronaca, documenti ed ipotesi romanzesche, Rossi appare sempre come figura di secondo piano, mai esposta, mai protagonista. Eppure si ha come la percezione della straordinaria preponderanza dello stesso, come trait d'union di tante piccole storie, che vanno a comporre un mosaico più grande. "Insomma, Rossi di segreti ne costruiva tanti. Molti assolutamente da non raccontare in giro. Alcuni avrebbero sicuramente potuto suscitare l'interesse di un servizio segreto straniero. Perché no, anche la CIA" (pag. 246).
Sia come sia, la sensazione è che, salvo clamorosi colpi di scena, la vicenda di David Rossi pare abbia avuto una conclusione, attraverso la verità giudiziaria e la sentenza ad essa collegata. Rossi si è suicidato, questo è ciò che ci è stato comunicato. Non consenzienti la famiglia, gli avvocati e (assai più modestamente) questo blog. Probabilmente si è mancata un'occasione (l'ennesima) per approfondire dinamiche, responsabilità, ruoli e vicende che, a partire da un differente approccio alle indagini, avrebbe portato a capire molte più sfumature della figura dello stesso Rossi.
Un peccato. Davvero.

3 commenti:

  1. Purtroppo il Sig. Mignani non è all' altezza.

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  2. Ma la cosa che fa' incazzare e' che tutti in citta abboccarono alle rivelazioni
    "involontarie", semmai,del piacione romano, che nel momento successivo all uscita del libro ,(tra l altro presentato dagli autori agli intronati) trascino' l interesse di tutti i bestiovaccini a ragionare di bamba billi e culi rotti ,e poi tutti a dividersi su' rossi santo e vittima/ rossi colluso .
    Io direi colluso e vittima di se' stesso e di non aver capito che non aveva pelo sullo stomaco e carattere per stare in quel giro ,in quel momento di transizione(e spoliazione) buttato o buttatosi poco cambia, nel primo caso l avrebbero fatto per tema che, collassato a livello nervoso,aprisse la gargana coi pm, nel secondo avrebbe fatto da se', conscio di non essere in grado di tener botta e bocca chiusa coi pm come ha fatto il calabresello.
    Un bon citto senese stritolato da una situazione nella quale si era fatto invischiare per megalomania e smania di potere,e della quale solo alla fine ha capito la portata, lanciato o lanciatosi poco cambia.
    La cosa penosa e' stato vedere una citta' incapace di collegare le vicende mps a scenari che esulassero dal perimetro delle mura, per poi gettarsi a pesce sull esca distrattiva
    usata dal piacione, e addirittura votarlo fino a farlo quasi arrivare al ballottaggio,
    tuttora quando parla in consiglio ,pare l oracolo di delfi, e diverse merdacciole sinistrate ,parlan di lui come uomo di grande carisma ..........
    va che vadanoafasseloribordare, banda di cacasotto boncitti dementi irrecuperabili

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