Quando il Diavolo ci mette lo zampino...

La storia di questi giorni la sapete già tutti. Un povero sacerdote di periferia beccato in gesti affettuosi con una sedicente undicenne. Ma nessuno ha ancora avviato a tirare le somme...
Ma prima di farlo - tranquilli, è una cazzata - andiamo a verificare, per chi ancora non lo sapesse, il dato di fatto. Don Paolo Glaentzer (complimenti per il cognome) è stato visto da un vicino della bambina in auto con la stessa, a scambiarsi gesti affettuosi. Oh, d'altronde era la prassi, come lui medesimo ha affermato. Trattavasi difatti di una delle tante volte che questi incontri si ripetevano, chiaramente all'insegna della grande carità cristiana. E con lei che prendeva l'iniziativa, oltretutto, 'sta impertinente...
Ordunque, un primo grave inghippo ha confuso le idee del Don. Nonostante la frequentazione della famiglia della ragazzina da circa dieci anni, il sacerdote ha dichiarato di non aver mai saputo che ella avesse 11 anni, bensì 15. E di ciò la colpa sarebbe stata del Diavolo.
Eh già, quel mariuolo di Bafometto con la testa da capro... essai su queste cose ci sguazza! Tradito così il buon Paolo, che quindi possiamo a questo punto capire e giustificare. Oh, se invece la bimba avesse avuto 15 anni, sarebbe stato tutto diverso.
Davvero, a volte la sfortuna...
Ma problema non ce n'è, se poi, secondo le parole del Don, gestisce tutto il Signore e la Divina Provvidenza. Meno male, dai.
Eccoci quindi alla morale. Semplice, semplicissima.
Questo è il miliardesimo caso del genere, fra abusi sessuali di preti, frati, vescovi, sacerdoti, suore. Manca il Papa, che sicuramente il suo qualcosa lo farà anche, sebbene non lo si possa dire.
Razzinghe se ne andò (pare) proprio per aver capito o scoperto che non tutto andava per il verso giusto nella questione degli abusi. I casi sono talmente estesi da un punto di vista numerico che non si può più parlare di "eccezione", ma di "regola". Ma al di là dei metodi della statistica, lo si deve fare questo passaggio, si deve cioè iniziare a pensare che la "regola" sia questa e che dentro la Chiesa esista questo enorme problema, suffragato da numeri che non lasciano scampo.
Lessi qualche tempo fa uno studio di uno psicoterapeuta, che tentava di dare risposte a questo diffondersi di una "epidemia" degli abusi sessuali in ambito ecclesiastico. Ebbene, la spiegazione psico-patologica mi convinse. In pratica, le principali componenti della pedofilia sono: regressione infantile, autoritarismo, morbosa possessività. In pratica, l'essenza più intima della teologia cattolica. Che prega una mamma (la Madonna) e che si basa su un sistema di premio/punizione. Che porge l'ostia in bocca al fedele direttamente dalle mani del sacerdote. Che vuole fedeli inermi, passivi, sottomessi. In questo caso pertanto il prete pedofilo non solo non smette di essere un prete, ma anzi, in un certo senso, sublima il suo ruolo, esplicitando in modo deviato una "ideologia" che ha assorbito per anni. Moltissimi preti pedofili (fra cui Don Glaentzer) paiono non rendersi conto della gravità del reato, quasi tutti continuano a svolgere le proprie funzioni non mettendo in discussione la propria figura. La pedofilia quindi esprimerebbe significati profondamente "cattolici". Esempio concreto: il rapporto prete pedofilo-bambino è una perfetta metafora del rapporto fra chiesa e fedele, fra un ente autoritario ed un soggetto sottomesso. Il battesimo con l'ostia donata in bocca dal sacerdote può essere interpretato in due diverse accezioni.
Spaventoso. Ma interessante, no?