Il canale youtube di wiatutti!

lunedì 20 agosto 2018

Il capolavoro demos... tirelliano

A tutti (tranne che ad uno, che in queste cosine paliesche è però assolutamente hors categorie per manifesta superiorità) è sfuggita una svolta epocale, dichiarata in alcune parti delle motivazioni comunali alla proposta di sanzioni per il Palio di luglio 2018.
Onde evitare allarmismi, l'uno che sa tutto è - così, semplicemente - tale Sergio Profeti, che da anni ci delizia con i suoi rigorosissimi interventi sul blog Sunto, papà di tutti noi che siam venuti dopo. Ebbene, Sunto ci dà una spiegazione logica di alcuni passi fon-da-men-ta-li della proposta di sanzioni di luglio, che andiamo a citare.
Premessa a questo articolo. Questo articolo è una naturale continuazione del discorso che Wiatutti ha da tempo avviato per decriptare alcuni dinamiche del mondo paliesco, senza entrare assolutamente nei meriti dei singoli accadimenti. Si tenta cioè di andare ad evidenziare delle tendenze, che dovrebbero servire a capire verso quali direzioni stiamo andando. Non ci importa assolutamente emettere giudizi sulle singole proposte (deplorazioni, censure per Tizio giuste e per Caio sbagliate), non siamo pronti e/o interessati a farlo. Ok?
Bene, partiamo...
Nella parte riferita alle proposte per Nicchio e Valdimontone, una apertura (comune) del documento a firma Tirelli (ma forse buttato giù da altri?) è e sarà fondamentale negli anni a venire. Trattasi davvero di un prologo metodologico, che servirà come griglia nel futuro per dirimere ulteriori casi assimilabili.
Con la premessa che:
1. si utilizza solo il termine "fronteggiamento".
2. il fronteggiamento "riveste una connotazione propria della secolare tradizione dell'intera città".
3. la connotazione "deve risultare intrinseca al tessuto sociale dell'ambiente paliesco come lo sono tutte le fasi che lo compongono e lo rendono unico".
4. la giurisprudenza paliesca non comprende "un provvedimento sanzionatorio che si riallacci al dettato dell'art. 89".
La conseguenza è che:
1. "il fronteggiarsi sul Campo assume anch'esso una configurazione metagiuridica purché siano conservate precise prerogative che il tempo, e la consuetudine, ha sancito in quel bagaglio di regole non scritte, ma attive nell'autoregolamentazione dei rapporti tra Contrade" (attenzione, perché questo passaggio è di una rilevanza assolutamente eccezionale!).
Con alcune limitazioni:
1. il tutto vale a parte che non si vada "in contrasto con le normative relative al mantenimento dell'ordine pubblico e, in particolare, il mancato rispetto di figure basilari quali:
a) il personale preposto all'Ordine Pubblico.
b) i dirigenti delle Contrade.
c) i figuranti delle Contrade.
d) i Vigili Urbani.
e) il Sindaco.
f) tutte le figure che, da Regolamento, collaborano alla riuscita del Palio.
Da tutto questo magma di informazioni, la funzione dell'Assessore Delegato:
1. "in futuro"
2. "e di volta in volta"
3. premesso "il rispetto assoluto" dell'ordine pubblico e di quello "paliesco" (vedi sopra), posti come "condizione essenziale" per l'esame
4. sarà quella di procedere all'esame tentando di "garantire la massima gestibilità di un aspetto che fa parte del modo di essere delle Contrade, in tutte quelle sfaccettature che si riallacciano a concetti fondamentali e profondi della coscienza contradaiola: passione, senso di appartenenza, orgoglio, vita vissuta".
Termini come "tradizione paliesca", essenza della vita contradaiola", orgoglio di appartenenza" entrano in modo clamorosamente pregnante all'interno delle vicende legate alla giustizia paliesca, soprattutto in riferimento a tutto ciò che concerne le questioni legate alla giustizia ordinaria (vedi processi ai contradaioli), proprio perché intimamente legati al mondo extra-paliesco, quello di tutti i giorni, dove sono i magistrati a dirimere i contrasti.
Insomma, il vero capolavoro demoss... pardon... tirelliano consiste proprio nel ribadire la nostra assoluta ed unica tipicità, riferita ad un contesto generale che deve essere seguito alla lettera. Tutto il contrario del pericolo n. 1 del mondo paliesco, il motto "si fa quel che ci pare", che nel mondo contemporaneo non può più reggere. Consci al contrario della nostra fragilità di fronte all'assalto del mondo contemporaneo, con questa premessa metodologica ci dichiariamo anormali nell'ambito della normalità.
Un vero capolavoro di dialettica, ma non solo. Di sensibilità, di comprensione della posizione in cui ci troviamo, di intima conoscenza delle problematiche.
A poi per un'ulteriore approfondimento, di carattere clamorosamente rivoluzionario.


"Non addossare la responsabilità indiretta alle Contrade, per il fronteggiamento causato dai propri contradaioli, ha significato tratteggiare una linea di demarcazione, tra ciò che si può fare, nel rispetto di una tradizione scandita in questi atti amministrativi, e ciò che non si può fare. Lettere, e capacità di lettura, difficili per chi arriva con la piena e diventa automaticamente un "essere contradaiolo". I cazzotti si possono fare solo nel rispetto della storia del Palio; non certo con la volontà e la necessità di colpire chi ti è davanti. Non esiste il cazzotto sano, o meno; c'è solo il rispetto, massimo, di chi si trova di fronte, gli uni contro gli altri".
(Sunto, 7.08.2018)

Nessun commento:

Posta un commento