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martedì 12 giugno 2018

Le maxischermelle

È una amabile sera di primavera. La tribuna nobile del Rastrello accoglie 2000 cuori che battono all’unisono davanti ad un televisore a tanti pollici.

Non ho idea di quanti “hey” di Fonzie ci siano voluti per costruirlo. Gente assiepata in ogni dove, anche sulle scale. Mi domando chi tenga il telecomando, vorrei fare un salto a vedere maratona Mentana. I ragazzi della curva rombano convinti. Il pensiero mi fa sorridere, noi qui assiepati a guardare una battaglia che si svolge a mille chilometri. Noi la NASA, gli undici leoni in campo il nostro Apollo 13. I cori si susseguono e a me sembra una partita alla Nintendo Wii. 
Andiamo in vantaggio. La tribuna esplode, quasi erutta di gioia. Un boato assordante. La speranza cresce. Forse l’impresa è alla portata dei ragazzi. Giochiamo bene. Poi, sul tramonto del primo tempo... Houston abbiamo un problema. 1-1. Fronteggiamenti prima dell’intervallo. Nessuna sanzione. Inizia il secondo tempo. È una battaglia, una bolgia. In tribuna volano epiteti, cori, accidenti, moccoli, preghiere. La tensione è palpabile. Cartellini che fioccano come pop corn nel catino ribollente del Cibali. Doppio giallo a Iapichino, rigore contro, 2-1 e la luna che sembra diventare un miraggio. Teniamo botta, anche in inferiorità fino al novantesimo. Onicofagia diffusa a macchia di leopardo sui gradini, parolacce a mezza bocca, accidenti elaborati e coloriti, piedi che ballettano, mani che tengono il ritmo. Colpo di testa di Guberti all’88°. Il pallone è visibile come un buco di culo di zanzara. In duemila si grida al gol, per scoprire un attimo dopo che abbiamo mancato la traiettoria di rientro. Supplementari, battiti di cuore, schermaglie, la partita scorre più tranquilla. Menneh sviene al limite. Espulso Rondanini. Si fa la conta di quelli che eventualmente resteranno per giocare la finale. Punizione di Lodi. Traversa, proprio vicino all’incrocio. Braccia agitate dal basso verso l’alto a forma di imbuto, in direzione dello schermo. Check di sacche scrotali. 
Si arriva alla drammatica lotteria dei rigori... la leva calcistica del ‘68, parte in automatico dalle sinapsi. Quante volte ci ha fatto piangere. Partiamo bene. Poi è il momento di Bulevardi, il Gagherone, Gazza come lo chiamo affettuosamente dall’inizio dell’anno. Un gelido presentimento mi pervade. Penso alle ultime conclusioni scagliate in tribuna a distanza siderale dalla porta e ho già l’intima convinzione che lo sbaglierà. Non te lo meriti Gazza, sei un generoso, hai fatto una gara gladiatoria. Meritavi di segnare. Mezza ciofeca centrale e parata del portiere. La tribuna accusa il colpo. Houston abbiamo un problema. Rinfranco i miei vicini, citando una legge non scritta del calcio, per cui solitamente il primo a sbagliare è quello che passa il turno. Va sul dischetto il Catania. Tranquilli, sentenzio, si rilassa e calcia fuori. Tiro, alto! Ricevo sguardi dai miei vicini, che manco Gesù dopo aver trasformato l’acqua in vino alle nozze di Canaa. Si va per il quinto rigore e si blocca lo streaming. Impossibile. Un patimento senza fine. Girano voci che abbia fatto rete anche Zoff di testa, direttamente da calcio d’angolo. Si sente dire. L’ha segnato. Passano secondi interminabili. Le immagini non arrivano. Poi dai vari what’s up, voci come un onda di risacca, l’hanno sbagliato, s’è vinto. Tornano le immagini, Mazzarani sul dischetto, un’euforia incerta che cresce. “Chi ha fatto palo?”... parte un “ooohhh” a tutto stadio. Rincorsa, palo, è finita. 
Esplode il tripudio, la gioia, la gente si abbraccia. Scene di giubilo, accidenti, andiamo a Pescara, Beppe, abbiamo anche il verme, lo fa Lo Monaco, il principato, il Bayern e anche Lo Monaco del Tibette. Amenità ed epiteti irripetibili. Il sogno continua. I ragazzi hanno riportato a casa l’Apollo 13, non senza danni. Ma siamo pronti a ripartire in direzione Pescara per scoprire The Dark Side of The Moon. È stata una serata da leggenda e... digiamogelo... l’idea del maxi schermo.. E’ UNA FIGATA PAZZESCA!!! Stavolta veramente W TUTTI!
10 con Lodi.

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