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martedì 24 aprile 2018

Le partite di mattina

E' solo metà aprile, anche se mi pare di essere ad agosto. Cerco la terra in piazza, ma non la trovo. Eppure, visto il caldo, dovrebbe esserci. La pelata lucida orfana dei capelli, impallidita dal gelo invernale, prima di sera sarà rossa come un peperone. 

Ecco, una crema solare ci vorrebbe, protezione 50 magari, o forse basterebbe un cappello. Di quelli della bancarella, con la visiera piegata e la scritta SIENA. 
Accanto a me, orde di piccoli turisti con gli occhi a mandorla percorrono le vie del centro, tutti uguali, tutti strani. Scendono dai loro bus colorati e si guardano intorno con aria estasiata: gelato con sette gusti, bottiglietta di acqua minelale e busta di Foot Locker. Che poi, francamente, non riesco proprio a capire perché occorra venire a Siena per acquistare un paio di scarpe da ginnastica, reperibili in tutto il mondo. La gente è proprio strana! 
Ritorna la primavera e immancabili si ripropongono le solite allergie. Polline, pelucchi e pippolini volano indisturbati di naso in naso, intorbidando l’aria e ammucchiandosi negli angoli dei palazzi, prima di infilarsi sotto lo stipite della porta, facendo impazzire le massaie bianconere, troppo oberate dal cambio dell’armadio per accorgersi della bellezza malata di una stagione che pare un’altra. Tanto lo so, ora come minimo ci dà dieci giorni di caldo e poi a maggio ci sterilizza tutti con la solita ondata di freddo artico, che i geni delle previsioni meteo chiameranno con qualche nome assurdo della mitologia nordica, tipo Odino o Loki.
Sabato pomeriggio di 21 Aprile, 30 gradi, si gioca alle 14.30 contro il Cuneo una partita delicata ed importantissima per la nostra stagione. Certo, raggiungere il Livorno adesso si è fatto molto difficile, quasi come far stare in piedi un uovo, ma la vita è strana ed a volte è sufficiente un colpo di vento per scombinare i piani. E poi, a pensarci bene, quell’uovo basta farlo sodo per cambiare tutto.
Seduto al mio posto - che in realtà temo sia di un altro, visto che non ho mai controllato quale numero riporti il mio abbonamento - ripenso agli ultimi mesi e sorrido, pensando a quel Siena-Arezzo di fine novembre, giocato di notte con una temperatura abbondantemente sotto lo zero. Sono passati soltanto pochi mesi e, pur essendo fermo immobile nel medesimo punto, non mi sembra nemmeno lo stesso luogo. I pantaloncini corti hanno sostituito la copertina e le ragazze (se Dio vuole) sono sempre meno vestite. Al pari dei turisti cinesi che comprano le scarpe, però, non mi riesco proprio a spiegare perché quei perfidi omuncoli vecchi e bavosi della Lega C (che anni fa in un acceso attacco di asma celebrale erano arrivati a chiamarla Lega Pro, nome altisonante da metallo raro per super eroi mutanti, tipo l’adamantio), si ostinino a cercare di rovinare uno spettacolo che di già di per sé offre veramente poco - perché se non ci fosse la passione ed il calore dei tifosi, questa categoria sarebbe uguale all’Eccellenza - con orari bizzarri e assolutamente contro logica. A questo punto vi chiedo: per il prossimo anno, indipendentemente dalla categoria nella quale si troverà a giocare la Robur Siena, indipendentemente dal fatto che il Livorno svenga ancora una volta, indipendentemente dal non succede, ma se succede che tanto poi non succede, mettetemi una partita di mattina, come quelle dei Giovanissimi regionali. 
Sarebbe meraviglioso seguire la propria squadra in trasferta con gli occhi cisposi e la fiatella di dormito, inzuppando le macine del Mulino Bianco nel Caffè Sport Borghetti per fare colazione e aspettare l’alba seduti in ultima fila dentro un bus partito a mezzanotte. Quello sì che sarebbe il calcio come non l’avete mai visto. Ma quale partita delle 12.00? Ragazzi, qui possiamo fare di meglio! Fischio d’inizio alle 9.30 e via. Che poi è veramente arrivata l’ora di far cessare tutto questo sottobosco di sport inutili da domenica mattina, tipo podismo della terza età, ciclismo di pancioni costipati dentro a magliette attillate o quell’altra scemenza della quale adesso mi sfugge il nome (e non ho la connessione per controllare su Google), quella per intenderci che consiste nel camminare svelti armati di bacchette da sci... Basta è l’ora di finirla con tutto ciò. Il calcio di terza serie è ancora in grado di occupare spazi lasciati colpevolmente vuoti dalle categorie maggiori. Giocare la mattina sarà la vera rivoluzione del nuovo millennio. Niente più mamme isteriche, che anziché rimanere a casa a fare il sugo si azzuffano per una partita di Esordienti o babbi invasati convinti di aver contribuito a procreare il nuovo Messi(a). Per quest’ultimi rimarranno gli altri sei giorni della settimana. E che non provino a lamentarsi, perché tanto sono gli stessi che dicono che prima si pensa alla scuola e poi stridono come gatti in calore se, con 39 di febbre, il citto salta un allenamento. Basta con tutto ciò: l’uomo sapiens sapiens (mai capito questa esigenza di replicare la parola sapiens, come se per dare del demente a uno dovessimo dirgli scemo scemo) ha bisogno di una svolta: le partite di mattina saranno il nuovo che avanza. E fra qualche anno ci chiederemo: come abbiamo fatto a vivere senza? 
Certo, se Iapichino avesse tirato da più vicino, non avrei avuto il tempo per formulare un così bel progetto, ma il nostro terzino non terzino ha voluto calciare da Piazza del Sale, infischiandosene dei Cinesi, dei loro ombrellini e dei negozi di scarpe, e per ingannare il tempo durante il lungo tragitto compiuto dalla palla, ho dovuto pensare: azione faticosa e sempre meno di moda. Una ventata di aria fresca ha bucato la coltre di caldo: la sfera bianca in pelle di bue, non appena si è staccata dal piede, ha subito puntato l’angolino alto. In un istante tutti abbiamo avuto la sensazione di capire dove si sarebbe spenta: certe traiettorie non c’è bisogno di vederle arrivare per capire come finiranno. Il vecchio Gastone Moschin, meteora bianconera della sciagurata stagione scorsa (che tuttavia visto le performance di Panetto Pane schifo schifo non ci avrebbe fatto), ha osservato passare la cometa abbozzando un tuffo, fatto più per dire: "Oh, io c’ho provato" che per altro, ma nulla ha potuto la sua contraerea contro il Tomahawk bianconero. È stato tutto talmente veloce, che è parso di vedere le immagini di guerra del Medio Oriente, quando ai missili israeliani rispondono i cittini con le fionde. Certo, il paragone è impietoso, ma con questo caldo è l’unico che mi è venuto in mente. 
A proposito di Medio Oriente, ci sono due posti nel mondo dove ancora la gente tira i sassi (e fa gli agguati vigliacchi): Gerusalemme e Arezzo. Bravi somari (rospo è troppo affettuoso e non ve lo meritate!), non è bastato l’intervento dei pompieri con i riflettori mobili per illuminare il punto dal quale normalmente tirate le pietre; a questo giro, rubando uno zaino coi libri, avete fatto ancora meglio. Bene: adesso però quei libri leggeteli. Almeno forse imparerete qualcosa, visto che sarà proprio l’ignoranza a distruggere questo mondo. E ancora parlate di civiltà… Che la Serie D vi sia lieve!

Siena - Cuneo 1-0: se non possiamo fare altro, almeno teniamolo vivo fino alla fine. Poi chissà, il calcio è un gioco strano…

Tutti insieme uniti avanzeremo.


Mirko

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