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venerdì 29 settembre 2017

Un giorno, un mese, un anno in ospedale

Leggo volentieri ciò che scrive da tempo sul suo profilo FB il dott. Eugenio Neri, a proposito delle "défaillances" della struttura ospedaliera Le Scotte. Finché, obtorto collo, capita un giorno che inizi a galleggiare di persona in questa tegamata.


Genitori anziani, salute che barcolla. Alla fine, dopo tanto aspettare, le porte dell'ospedale ti attendono. Trovi molta comprensione, fra quei corridoi che sputano sofferenza e dolore. Gli infermieri ed i dottori di solito si fanno in quattro, ma si percepisce benissimo che c'è qualcosa che non torna.
CUP di luglio, fila per la prenotazione di un esame, un controllo alla funzionalità degli arti inferiori. Ci rimandano a marzo, lì per lì non capisco, forse perché il cervello si rifiuta di credere a ciò che ho sentito. "Da luglio a marzo c'è quasi un anno, siamo in tempo a morire". "Bene, allora fra due mesi c'è posto ad Abbadia San Salvatore". Ho capito, andiamo per via privata. Spendendo molto.
Il 31 luglio la prima operazione, in day hospital. La sensazione è che bisogna liberare il letto prima possibile, anche perché il giorno dopo il reparto chiude ed entra in ferie per l'intero mese di agosto (!!!). A noi fa comunque piacere andarsene.
Fisioterapia: lista interminabile in ospedale, ne abbiamo bisogno subito. Soluzione: via privata. Spendendo molto.
Urge altra operazione, ma il casino è che, per le ferie agostane, la coda degli interventi si è drammaticamente allungata. Il dolore avanza, intanto. Inizio a lavorare meno e male, in casa la gestione della malattia non è semplice.
Arriva il giorno della seconda operazione.
Ore 7,30 in corsia, in attesa del proprio turno. Ore 10,00 entra in camera l'infermiera che, con un filo di voce e gli occhi bassi ci dice: "Mi dispiace dirvelo, ma oggi non sarà possibile procedere all'intervento". La fulmino trasalendo: "Perché?". "Perché si è rotta la macchina della sala operatoria". 
Nel letto accanto al mio, una ragazza albanese accompagna il babbo anziano, che sta dormendo. Capisce poco l'italiano e l'infermiera deve ripetere più volte il messaggio. "Ma come facciamo", replica a bassa voce, "io lavoro e non so quando potrò tornare". Il babbo non capisce. Entra il medico in stanza, davanti alle proteste cortesi della ragazza dice: "Si è rotta la macchina, a lei non si rompe mai l'automobile?".
Lo guardo con grande disprezzo, lui lo nota e si leva dai coglioni. La ragazza ed il babbo abbandonano il letto e se ne vanno.
"Voi aspettate", ci dice l'infermiera, "perché forse per oggi pomeriggio ce la fanno a mettere a posto la vostra". "In che senso la nostra?". "Sì, perché di macchine se ne sono rotte due...". "Roba da terzo mondo", mi viene da sibilare. "Se oggi non c'è l'operazione, rizzo su un casino che non immaginate e qualcuno chiappa le mani nel muso". L'infermiera scappa.
Ore 16,00: veniamo chiamati per la sala operatoria. Nel frattempo, nella sala accanto a quella di mia pertinenza, esce un medico e dice alle persone in attesa: "Mi dispiace tantissimo, ma la macchina per l'ecografia si è rotta, sarete richiamati".
Ora faremo fisioterapia in via privata ed un costoso ciclo medicale che l'ospedale non passa, per gli alti costi da sostenere.
Leggo il dott. Neri con estremo interesse, perché voglio riuscire a capire cosa sta succedendo alla nostra sanità, infilata nella merda che (purtroppo) sto toccando con mano.
Chi non ha soldi, oggi può morire per strada, come negli USA. Anzi peggio, perché almeno là hanno una minima copertura con la storia dell'assicurazione. Entri in ospedale, confidi nella professionalità delle persone, ti affidi in tutto alle parole dei medici che rimbalzano come palline impazzite, poi schizzi fuori di gran carriera perché, evidentemente, occupare quel letto è un costo per l'azienda ospedaliera e da lì in poi sei disperso nel nulla, in attesa che qualche buon'anima accetti il tuo denaro per accudirti nel proprio studio privato.
Soldi rubati, favori agli amici, inutili assunzioni di dirigenti che rubano stipendi da sceicchi mentre noi, povera gente normale, affoghiamo nel dolore, appena lenito da qualche risparmio accumulato in banca (chi ce lo ha). Il tutto mentre qualche splendido non fa altro che auto-glorificarsi fra selfie nelle corsie e proclami di miglioramenti futuristici.
Non sono un uomo politicamente corretto e non nascondo il mio odio per le ingiustizie. Dico solo che spero che tutto ciò che sto vivendo un giorno tocchi di persona a chi ha contribuito e sta contribuendo alla distruzione di un minimo servizio sociale, in nome di una deregulation liberista che ci sta uccidendo poco a poco. Io, quel giorno, godrò della disperazione di queste persone.
Ah, la denuncia di Eugenio Neri su questo blog sarà amplificata e sostenuta.

10 commenti:

  1. Articolo non condivisibile, certamente esagerato, con retorica generalizzazione di casi rari e particolari...chiaramente espressione di posizione politica precisa e di esasperazione sociale dove non si evidenziano le cose che funzionano e vanno bene che ci sono...anche io leggo sempre e apprezzo il DR Neri ma dice cose diverse a mio avviso...

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    1. Magari fosse esagerato... Purtroppo è la realta'. Sottacio sulla posizione politica, non le rispondo nemmeno. Circa Eugenio Neti, certo che dice anche altre cose, ma non mi pare che, dall'interno, delinei una situazione particolarmente brillante della nostra sanità. Sa cosa funziona? Il generale grado di professionalità e di umanità degli operatori, questo sì. Comunque, spero che a lei non tocchi mai di entrare alle Scotte...

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  2. capisco cosa vuoi dire..comunque alle scotte ci sono entrato per 35 anni di seguito ogni mattina....pertanto l'ambiente lo conosco abbastanza direi e non sono cosi' pessimista.
    Mi puoi dare del tu ci conosciamo...

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    1. Ecco, magari ci sei entrato dalla parte "giusta". L'augurio è di non entrarci dalla parte "sbagliata". Detto questo, due cose. 1) penso che da 35 anni fa a oggi il mondo della sanità sia cambiato (in peggio). 2) se ci sei entrato per lavorare (medico, infermiere, portantino, ecc) leggi ciò che ho scritto e ripeto: a oggi il vero valore delle Scotte è la gente che ci lavora e che probabilmente non è messa in condizione di lavorarci al meglio. Ultima cosa: io non sono pessimista, sono realista. Perché ciò di cui sopra (ed altro, ma non importa), è capitato sulla MIA pelle e sulla pelle di MIO BABBO. Per cui, non ho dato giudizi per sentito dire, ma per aver vissuto un'esperienza che, ahimè, non è finita.

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  3. Io invece non concordo nemmeno sulla professionalità, sia per una valutazione " esterna" considerando la fuga di professionisti di comprovata capacità da Siena, sia per casi che ho seguito professionalmente e della cui gravità non ho traccia nella mia lunga esperienza in materia, sia personalmente, te Almuta sai cosa hanno combinato a mia figlia perchè te lo ho raccontato tra una piadina e l'altra.
    Ala Destra

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  4. Sono tanti i malati senesi che si sono trovati di fronte a questi problemi (anche io personalmente ho fatto un'esperienza simile anche se meno grave); conosco più di una persona che ha preferito farsi curare in un altro ospedale perché le Scotte sono abbandonate; il personale è diminuito troppo così come i posti letto; gli infermieri sono costretti ad orari assurdi e li capisco (un po') se sono nervosi e trattano male i degenti (soprattutto gli anziani - sperimentato personalmente che in una sala avevano allentato i fili dei campanelli per non essere infastiditi e li hanno ripristinati dopo la mia minaccia di chiamare i carabinieri. E poi Valentini, Scaramelli, Saccardi, Ferretti fanno tante chiacchiere a vuoto; promesse sulla riduzione delle liste di attesa che cadono nel vuoto. Ma fra i dipendenti c'è personale impegnato e pronto a sacrificarsi anche personalmente, ed è a questo che la politica deve dare gli strumenti per lavorare. E per politica non intendo solo quella disgraziata regionale, ma anche quella locale. Laura Vigni

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  5. Io invece capisci Ka posizione dell'anonimo....
    Caro almuta te sei stato un singolo caso....
    Come singoli casi sono stati tutte le volte che ne ho avuto bisogno io per parenti strettissimi....
    100% di singoli casi!
    Auguro ai nostri politici una serena e lunga degenza!

    L'Irlandese Zoppicante

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  6. Sicuramente non si tratta di singoli casi ma nemmeno si puo' generalizzare ,la sanità a Siena è migliore di tanti altri posti in italia..poi se è iniziata la campagna elettorale e si parla di politica io sono d 'accordo per andare contro la dirigenza del policlinico quale espressione del partito di maggioranza in Toscana e in Siena..

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    1. Ma a me... cosa cazzo me ne frega della campagna elettorale? Io ho un parente stretto che sta male e mi girano i coglioni ed ho iniziato a capire sulla mia pelle, cosa sta succedendo nella sanità "pubblica". Cosa cazzo me ne frega della campagna elettorale???

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  7. A te sicuramente niente ma a quelli che non hanno un parente in ospedale e che attaccano proprio adesso la sanità senese lo fanno proprio per propaganda elettorale...

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