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giovedì 1 giugno 2017

De Luca in funzione di Creatore

Seconda parte dell'interessantissimo intervento di Marco Bianciardi alle Leopoldelle deluchiane del 26 maggio. Da leggere con forte attenzione.
2. Cos’è un Creatore di comunità?  

De Luca ha, in seconda battuta, rivestito anche la funzione di Creatore di nuove comunità. Questa funzione è correlata in modo stretto alla prima e viene esercitata contemporaneamente. La funzione operata da un Creatore di comunità è in primo luogo quella di giocare in anticipo; nella fattispecie, anticipare l’esistenza di una comunità che ancora non esiste, che è una virtualità ancora nascosta o al massimo un divenire appena rivelato. La sua funzione è quella di configurare e predisporre questa nuova comunità, per essere più precisi.  
Ma cos’è una nuova comunità? Una nuova comunità non può che essere una minoranza prodotta da interventi ed alleanze disparate, capaci di ricordare al mondo, o meglio a quello che un pensiero di maggioranza concepisce come Mondo sulla base di interessi relativi e particolaristici, che non tutto è chiuso, che nuove opportunità possono ancora rilanciarsi. 
Un Creatore di comunità, pertanto, produce soprattutto minoranze, elementi minoritari, come una vera e propria macchina o un meccanismo generatore.  
Come lavora? Come avviene questa produzione? 
Ebbene, la minoranza, il divenire minoritari viene sempre prodotto mediante amputazione o sottrazione da un insieme che si percepisce - o che viene fatto percepire - come maggiore, o di maggioranza. Non bisogna intendere infatti il creatore di nuove comunità come il costruttore di elementi solidi o destinati alla consolidazione ed alla durata, quindi destinati a diventare una nuova maggioranza, un nuovo monumento alla visibilità, una nuova verità assoluta, semmai come il liberatore di linee di fuga e di divergenza da insiemi che si presumono totali e consolidati. Il Costruttore, paradossalmente, non costruisce ma sottrae, amputa; rappresenta piuttosto il parassita che infesta e mette in variazione anziché l’edificatore di un nuovo mondo destinato ad un radioso futuro. Ecco, le metafore o le similitudini che vengono in mente per definire un creatore non possono che essere tratte dall’universo censurato del rifiuto e della deiezione: il parassita, il pidocchio, il tarlo, e via discorrendo. Il Creatore di nuove comunità è quello che costringe l’uomo della maggioranza a rivoltarsi su se stesso, a grattarsi, a vivere la totalità in cui ha deciso di assestarsi come non più così pacifica. Rappresenta un disturbo nella frequenza che apre insospettabili linee di fuga e di rottura nella tessitura sonora e vocale di una canzone di successo che tutti conoscono ed hanno memorizzato. 
Innanzitutto, il Creatore di nuove comunità ha la necessità di introdursi in una comunità in cui viga inalterato un pensiero maggioritario, una maggioranza consolidata e che sembra indiscutibile.  
Cos’è un pensiero maggioritario? E’ un pensiero che si basa sul potere dei punti fermi, delle costanti, degli enunciati indiscutibili. E’ un pensiero legato al Potere che censura e reprime la variazione. Soprattutto è un tipo di pensiero che possiede la forza ed il potere, appunto, per far passare la parte per il tutto, le proprie visioni parziali come le uniche possibili.  
Il Costruttore dunque toglie, amputa tutto quanto costituisce elemento di potere, le strutture che sono un marchio di potere perché fondate su relazioni sincroniche tra invarianti; toglie le costanti, gli usi stabili e stabilizzanti perché appartengono al Potere, all’uso maggiore delle parole, dei gesti, della vita. Così facendo apre la strada a nuovi sottoinsiemi, a sottogruppi che prima sembravano impossibili. La posta in gioco? Non un nuovo insieme finale che soppianti il primo, ma un’apertura, una variabile infinita che lo rimoduli e lo riconfiguri, abitandolo e mettendolo in discussione. 
De Luca, portando il Siena in serie A, si è dovuto scontrare con il potere della Maggioranza, con quello che la comunità maggioritaria credeva e pensava immodificabile. Quando ha parlato di “lucida follia”, nella sua campagna-abbonamenti, quando ha usato quel celebre ossimoro, l’aggettivo “lucida” appartiene - ed è riconducibile - ad una comunità che ancora non esiste, che lui sta contribuendo a formare attraverso un imprevedibile incontro tra elementi disparati (l’alleanza inverosimile di un napoletano con una comunità in fondo chiusa come quella senese), ad una comunità dunque minoritaria, in via di costituzione. Il sostantivo “follia”, al contrario, risulta un termine maggioritario, di maggioranza, pacificamente condiviso, un invariante, un elemento di potere stabile o stabilizzante, dunque attribuibile ad una comunità che già esiste e che si rappresenta come l’unica possibile, o meglio ha il potere arrogante di rappresentarsi come l’unica possibile. Follia, infatti, è anche solo pensarlo un Siena in Serie A … 
La forza ossimorica dello slogan risiede esattamente in questo incontro tra un termine minoritario ed un altro maggioritario e nella forza che esso ha di mostrare a chi osserva una transizione, una trasformazione, una variazione in atto: dallo stabile e consolidato al nuovo, dalla manifestazione di un potere indiscusso (quello della doxa, dell’opinione pubblica) che rassicura in fondo chi ne fa parte all’emergenza di un intoppo, di una minorazione, di un elemento disorganico che attenta e mette in discussione.  
Con quello slogan - e con il proprio operato successivo - De Luca ritaglia dalla comunità maggioritaria che mai avrebbe creduto, e forse neppure voluto un Siena in serie A (lo reputava una follia, in tutti i sensi), una nuova comunità minoritaria, che è un unicum, un’eccezione non desiderata perché imprevedibile, destinata a non lasciare mai più le cose come erano prima, mostrando con chiarezza che quanto il Potere della Maggioranza esprime come la realtà oggettiva altro non è che una delle tante rappresentazioni possibili. 
Quale può essere, per concludere, la funzione attuale della comunità minoritaria costruita anche grazie a De Luca? Non certo la commemorazione, la celebrazione del passato. Far divenire De Luca un’icona, un simbolo consolidato, sarebbe il miglior modo per farlo diventare uno di quei punti fermi, di quelle invarianti rassicuranti che lui ha combattuto ("Ah, quando c’era De Luca"… "Dovrebbe tornare un De Luca"… "C’è stato De Luca e basta"… "Ah quanto è triste il presente attuale rispetto a quando c’era De Luca" e via di questo passo). La vera funzione che dovrebbe essere riprodotta è piuttosto quella di continuare a mettere in variazione, sottrarre ed amputare, nonché a promuovere alleanze disparate, senza cessare di uscire fuori dalle posizioni fisse e dalle convinzioni incrollabili. Mettere in variazione i sistemi apparentemente immutabili e ridiscutere i loro insiemi di pensiero maggioritario, con lo scopo di far scaturire - anche in campi estranei al calcio - sempre nuove forme di imprevedibilità e di incontrollabilità. 

Marco Bianciardi

1 commento:

  1. Lucida Follia è il passaggio fondamentale a mio avviso..........grande questo Prof. Bianciardi.

    Per come l'ho capita io del popolo zozzo.

    Lucida perchè vi dimostrerò che diventerà realtà ed a quel punto la concretezza di quello che era un sogno creerà una comunità.
    Una comunità che, amputandosi dal sistema precedente, CAPISCE FINALMENTE che le frasi cult "la dimensione di Siena è la serie C" sentite da sempre come un mantra recitato dal sistema.........ERANO SOLO CAZZATE.
    Quindi chi ha capito, se ha onestà di pensiero e di azione, non deve permettere al sistema che nel frattempo ha distrutto quella FOLLIA che era diventata realtà.........di rimettere tutti quanti in quella bolla di cazzate perchè ora non arriva più uno che ti fa capire che erano cazzate.........E NEMMENO SERVE!

    Non ce n'è traccia se non nei ricordi ma è stata la realtà e può tornare ad esserlo.
    Come?

    COMBATTENDO il sistema che l'ha distrutta creando anche noi "amputazioni" ma stavolta di tipo politico.
    Per noi, per chi verrà e per rispetto di chi ha reso libere le nostre menti!

    Gianluca

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