Il canale youtube di wiatutti!

martedì 18 aprile 2017

Tifo ancora Robur

L’utilitaria nera, sporca di polvere e tempo che passa, arrestò la propria corsa a pochi metri dalla striscia bianca dello stop, mentre dall’altra parte dell’incrocio passava rombando un’elegante auto sportiva di fabbricazione tedesca, guidata da un signore di mezza età impegnato più a gridare brutte parole dentro al cellulare, tenuto sfacciatamente vicino all’orecchio, che a prestare attenzione al traffico.
All’interno dell’abitacolo, il ragazzo al volante osservò l’auto fin quando i fanalini posteriori non furono scomparsi dietro al camion della spazzatura, scuotendo la testa in segno di disapprovazione. Girando lo sguardo verso la figura femminile che occupava il sedile del passeggero, alludendo al costoso coupé esclamò: "Il giorno che verrò a prenderti con una macchina come quella sarà cambiato qualcosa". Avvolta nel suono della musica di Phil Collins, la ragazza lasciò che le parole galleggiassero un po’ nell’aria, concentrandosi sul testo di "Another Day In Paradise", prima di rispondere sarcastica: "Il giorno che verrai a ‘prendermi’, sarà cambiato qualcosa".
Ferito, il ragazzo tornò a concentrarsi sulla guida, che richiedeva sempre più attenzioni man mano che la strada saliva verso la sommità della montagna. Il percorso sembrava un filo di lana grigio sfuggito da un gomitolo ed atterrato per caso su una coperta verde. In cielo una coppia di falchi volteggiavano senza sforzo apparente, sospesi nell’aria da una piacevole brezza primaverile che muoveva le fronde degli alberi e disperdeva nell’aria un odore di buono. Intrappolato in un silenzio denso e appiccicoso, il giovane ebbe istintivamente voglia di accendersi una sigaretta. Erano anni che aveva smesso col tabacco, almeno da quando il Siena giocava la prima Serie A, e non ci pensava minimamente a rincominciare; ma, date le circostanze, qualsiasi gesto sarebbe andato bene pur di spezzare l’empasse che aleggiava su di loro e rischiava di trasformarsi in un muro.
Tutto ad un tratto, osservando i vasti prati che da un lato della strada degradavano verso la vallata esclamò: "Quasi per un erbal fiume silente". La ragazza, riemergendo dall’abisso di inquietudine in cui era precipitata subito dopo la sua infelice risposta, riconoscendo immediatamente le parole sorrise e lasciando che il cuore ritornasse a battere, aggiunse: "Phil Collins, Gabriele D’annunzio e tifi ancora Robur! Lo sai che sei decisamente un tipo strano, si?". E accarezzandosi la stoffa dei pantaloni, come a voler eliminare invisibili briciole, aggiunse: "Ma fai anche qualcosa di normale, oppure sei proprio “diverso” come vuoi far credere?". Parlando della Robur, aveva volutamente calcato la frase con un tono di velata ironia: adorava punzecchiarlo nei suoi lati più deboli, che dopo tanti anni aveva imparato a conoscere alla perfezione. "Mi trovi strano?", chiese il ragazzo, mostrandole la lingua in segno di scherno. "Ma sei proprio sicura che sia io quello strano? Ascolto Phil Collins e mi ricordo poesie imparate a memoria in quarta elementare, delle quali nessuno mi ha mai spiegato il significato, ma che tutte le volte mi ricordano un momento felice della mia vita, durante il quale per il pranzo di Pasqua, il tavolo del salotto da solo non bastava ad accogliere tutti i parenti. E la mamma ce ne aggiungeva un altro, più piccolo e basso, che accanto al primo formava uno scalino dove ci cadeva sempre la bottiglia del vino. Se tifare ancora Robur mi fa sembrare strano ai tuoi occhi, beh sì, allora sono strano per davvero. Tifo ancora Robur nonostante tutto quello che c’hanno fatto e ancora ci stanno facendo. A volte, seduto al mio posto, sperduto dentro una curva immensa e vuota, come il cielo che riveste la terra, ho la sensazione di sentirmi come un reduce di una guerra, combattuta e persa. Tifo ancora Robur perché sono convinto che la gente debba tornare ad arrabbiarsi, smettendo di aver paura delle parole dei potenti, dette soltanto per giustificare il marcio che li contorna. Tifo ancora Robur perché non mi va di aspettare l’elemosina triste di una partita vista in tv, senza fumogeni, tamburi e striscioni. Anche se in realtà, c’hanno levato quasi tutto. Tifo ancora Robur perché non farlo sarebbe come contraddire trent’anni di vita passati a cantare. E nonostante si perda spesso e non si vinca quasi mai, nonostante Mezzaroma, Ponte e la Durio, nonostante tutta la merda che c’hanno tirato addosso, nonostante che rimarremo intrappolati per sempre in questa maledetta categoria, il cuore batte più forte quando la palla tocca la rete e si “marca il gol”. Tifo ancora Robur perché era troppo facile farlo ai tempi della Juve, del Milan e della Fiorentina. E anche se quei momenti mi mancano da morire e so già che più invecchierò e più mi mancheranno, non starò mai a vedere la categoria, perché una partita del Siena sarà sempre più emozionante di qualsiasi finale di Coppa dei Campioni. Tifo ancora Robur perchè chi comanda la disprezza, o la usa a suo piacimento per attrarre il consenso delle masse, che seguono il cane come il branco delle pecore. Tifo ancora Robur perché noi tifosi siamo gli unici in grado di sopravvivere ai vari Trani, ai Dolci, ai Freddi che sono transitati, transitano e transiteranno da queste parti senza minimamente capire il vero significato della parola Siena. Tifo ancora Robur perché il tifoso non è un bancomat, da utilizzare soltanto quando c’è bisogno di far cassa con la campagna abbonamenti. Sì, tifo ancora, lo ammetto. E anche se dovessi sembrarti stupido e farneticante, sono convinto che tifare, cantare, contestare e disertare sono le ultime cose che ci sono rimaste per far capire a chi sta sopra di noi che ci siamo rotti il cazzo. Per loro saremo sempre un’anomalia del sistema, che non potranno mai correggere perché per uno che compreranno, altri dieci spunteranno fuori a ricordar loro lo schifo che fanno. A ricordare che la storia dei due milioni è finita, maggio sta arrivando e con lui arriverà anche il tempo dei bilanci, in cui l’arroganza non servirà più per bilanciare e mascherare l’incapacità, le bugie e i sotterfugi di palazzo. Tifo ancora Robur, tutto qui. E mi fa schifo tutto il resto!".

Lucchese – Siena 3 a 2: come un qualsiasi evento di cronaca riproposto nel tempo, anche perdere di continuo alla fine smette di fare notizia. Volevate mortificare il nostro entusiasmo con i vostri progetti? Bravi, ci state riuscendo benissimo. E pensare che vi accusano di essere incapaci! Non siete stati buoni nemmeno a farvi odiare (e su questo Mezzaroma vi ha surclassato), perché a voi oramai non vi considera più nessuno. Tanti auguri a tutti, ad eccezione di società, staff e giocatori, ai quali auguro un futuro lontano anni luce da Siena. Che il brutto di questi mesi possa tornare a tormentarvi tutte le notti, da qui all’eternità. Auguri a tutti gli altri, ai ragazzi dell’auto nera persa nell’erba alta, ai tifosi della Robur che incassano in silenzio giorno dopo giorno senza perdere la speranza, a chi sa ancora emozionarsi ricordandosi bambino, a quelli che avendo aperto l’uovo si sono lamentati della sorpresa e a quelli che provano con un sorriso a far finta che tutto vada bene, almeno per un giorno.

Tutti insieme uniti avanzeremo.


Mirko

4 commenti:

  1. ECCEZIONALE E CONDIVISO AL 1000%. GRAZIE
    campinodisanprospero

    RispondiElimina
  2. Come veniva detto a D'alema " Di qualcosa di sinistra" , dico ad Annina, quando avrà finito di mangiare l'"ovi" e le colombe pasquali, di dire " qualcosa da tifosa della Robur".
    Ma sò già che è tempo perso , mai è stata tifosa e mai lo sarà . VATTENE!

    Foglietti

    RispondiElimina
  3. Mi siete totalmente indifferenti,siete il NULLA cosmico e solo vedere i vostri nomi(e quelli di chi ancora vi regge la balla)affissi su un muro listati di nero, potrebbe procurarmi un minimo di interesse dopo anni in cui ho BOICOTTATO questo scempio a tutti i livelli e con tutte le mie forze.

    Cuorenero.

    RispondiElimina