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giovedì 10 novembre 2016

Homeword bound

Se qualcuno di voi è stato (o sta attualmente) per tanto tempo lontano da Siena, capirà tutte le sfumature di questo bellissimo pezzo...
Il borsone è accanto alla porta. Come sempre. Mi infilo la giacca. Prendo le chiavi.
Partire.
Sì, partire per tornare a casa. Ma oggi qual è la mia casa?
Alcuni dicono che la casa sia quella che ti ha visto nascere, altri quella che ti ha visto crescere.
Per me la casa non esiste. Io sono la mia casa, lo sono da quando ho imparato a lasciarla, lo sono da quando nessuna faccia che incontravo era quella che conoscevo e che mi sorrideva. Ho capito che la mia casa sono io, che porto nel mondo quello che i vicoli di Siena mi hanno insegnato, le loro ombre nel pieno dell'inverno e gli squarci di luce nel caldo dell'estate. Eccomi, guardate bene, eccomi mentre corro dietro a un pallone o mentre bevo chinata alla fontana sudata dopo aver giocato senza sosta. Sono quella che vedete, ma io soltanto so riconoscermi fino in fondo. Ogni città, ogni paese, ogni luogo della Terra che mi prenderà con sè avrà me e i vicoli di Siena, le sue giornate infinite nell'alto della sua Torre e nella grandezza del suo Campo. Avrà me, che ho sentito la pietra serena che lastrica le strade della mia Contrada bruciarmi le ginocchia per una brutta caduta. Avrà me che conosco la bellezza infinita dell'essere chiamata da mia nonna affacciata alla finestra. Avrà me che ho nel cuore colori infiniti e odori che non si possono spiegare.
La mia casa sono io e Siena lo sa e mi guarda orgogliosa tutte le volte che torno. Corre alla porta per abbracciarmi e mi accompagna per mostrarmi quello che potrei non riconoscere. Mi fa sedere di fronte al verde delle sue colline e mi prende per mano, come si fa con un bambino perchè non si perda. E io con lei non mi perdo. Le appoggio la testa sulla spalla e lascio che mi racconti i suoi dolori e le sue gioie. Stiamo così a lungo, a volte nel silenzio, mentre mi bacia la fronte e mi fa coraggio quando sente che questa sua figlia non ha abbastanza forza per stare da sola nel mondo. Lei conosce tutto di me, ma ogni volta sa ascoltare senza chiedere.
Il borsone è accanto alla porta. Come sempre. Ma dentro non ci sono scarpe o vestiti. Ci sono io e tutto quello che ho nel cuore.
Perchè la mia casa sono io.

L'Intronata

9 commenti:

  1. Ma questa "intronata" è percaso Barbara quella dei discepoli di Marotta?

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    1. No, trattasi di due pulzelle differenti

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    2. Io non sono mai stata discepola di nessuno, ma mi servivo alla Farmacia Marotta in Pantaneto...se serve...
      L'Intronata

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  2. Certo che scrivi bene... Ho ricordi diversi come tornare solo il fine settimana dopo aver girato mezza Italia e sentirmi dire a cena il sabato in contrada da una persona che pare sia mia cognata" non parli neanche più senese".Dopo 20 anni di questa vita il risultato che amo Siena sempre di più, ma molto meno tanti senesi.

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  3. Bellissimo scritto. Detto da chi a vent'anni d'età ha iniziato a peregrinare per l'Italia (Roma, Palermo, Bergamo, Varese, Latina)... "chi da Siena inizia il suo cammin nascendo non contan l'acque che il suo vasel solcherà menato dall'onde del fato perché ove si dirotti il suo passo il suo cuore per sempre terrà una torre, uno stemma, una zolla di tufo" Cecco.

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  4. Stupenda....la pulzella sarebbe DA CONOSCERE...

    Cuorenero.

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  5. Grazie a tutti! Di cuore!
    L'Intronata

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