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martedì 5 luglio 2016

Come vincere le elezioni a Siena (parte terza)

Sìììì... lo so, lo so... non mi sono dimenticato.

Qualcuno di voi diciannove lettori del blog mi ha addirittura fermato per strada e mi ha apostrofato come sinistrorso per non aver finito l'analisi del pezzo dell'Ascheri, nella parte riferita all'esponente della destra.
Ed allora citiamo l'Eretico, che si rifa alle esperienze positive di Montevarchi e Grosseto, dove ha prevalso la "destra vecchia maniera": qua come là servirebbe un candidato "svincolato il più possibile dai Partiti (in sfacelo)", con "il polso della città" e "un profilo molto autonomo", "autorevolissimo" e "capace di pescare - con operazione antirenziana - nel popolo della Sinistra per bene". Il tutto senza favellare il nome dell'indiziato... lasciando a voi ogni ipotesi a tal proposito.
Allora, ragioniamola ad personam, con mia interpretazione personale, da uomo che a destra non ha mai votato, ma che assolutamente sceglierebbe il tipo di candidato di cui sopra se in ballottaggio con un esponente del Partito Demolitore (scusa).
Io non vorrei in primis che dietro a questa persona si nascondesse ancora quel sottobosco di profittatori e di finti oppositori che da anni pullula in città. Inutile infatti temere di non vincere le elezioni, o peggio farsi imbrigliare dai disonesti, o ancor peggio (ri)proporre coscientemente un falso agglomerato di cripto-filogovernativi: oggi la (poca) gente che ancora continua ad andare al voto l'inganno lo percepirebbe subito. Meglio allora puntare a vincere con gente onesta e restata ai margini delle compagini vincenti degli ultimi anni, con volti nuovi e presi dal mondo civile, senza scheletri nell'armadio o inciucetti di periferia nel proprio cv.
Ecco, io un candidato così lo valuterei volentieri ed inizierei ad approfondire il programma. Che dovrebbe essere totalmente di rottura, anche forte e decisa, a rischio di scontentare fortemente la parte avversa. Non dico di fare l'esatto contrario di ciò che ci è stato finora proposto, ma poco ci manca. Insomma, desidererei verificare la fattibilità di un progetto di discontinuità vera, dove gli altri (scusa) siano finalmente relegati in un angolo ed impossibilitati a mettere le mani dove conta, nella logica dell'alternanza reale.
So benissimo che tutto ciò a Siena è difficile, al limite dell'utopico. Non tanto perché a destra non esistano queste figure che descrive l'Eretico, ma perché scozzarsi ferocemente contro un sistema consolidato sarebbe poco intelligente e forse anche un po' "pericoloso". Ma davvero di mezze figure che si dichiarano all'opposizione e poi godono degli stessi privilegi di coloro che governano non ne possiamo più.

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