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mercoledì 13 aprile 2016

L'Eretico, la Curia e la diffusione delle informazioni

Capita, di tanto in tanto, di passare una serata ad ascoltare tematiche interessanti. Capita, di tanto in tanto, di rimuginare su tematiche interessanti.
Capita, di tanto in tanto, di incazzarsi a rimuginare su tematiche interessanti. E siccome ciò non va bene, allora iniziamo a riformulare, dopo aver destrutturato ciò che si è sentito.
Lunedì 4 aprile, Via di Città, ore 18,00: incontro con Raffaele Ascheri (alias L'Eretico di Siena) in merito alla cronistoria ragionata sull'incendio alla Curia, nella celebrazione del suo decennale (azz, come passa il tempo...).
Ganzo tutto, anche la modalità di narrazione, molto asettica, in stile "Tutte le faippole minuto per minuto", tanto che le ore sono trascorse senza evidenziare un minimo calo di attenzione da parte degli ascoltatori. Bravissimo Raffaele.
Commenta giustamente il giorno dopo Bastardo senza Gloria - anch'egli presente ed autore di un intervento di una disarmante lucidità - sul suo blog, a latere di un video dell'incontro che appare oggettivamente surreale: "Ci piace affrontare così, con due risate, la pochezza e la inconsistenza con cui questa città ha affrontato l'ennesimo schiaffo alla sua intelligenza".
Ebbene sì, se si avesse l'opportunità (ma anche la voglia) di andarsi a rivedere la conferenza del 4 aprile, o meglio ancora se si fossero visualizzate le varie tappe del processo in tribunale che ha poi coinvolto l'Eretico, l'impressione sarebbe probabilmente di assistere ad una commedia surrealista-avanguardista, o forse grottesca. Qualche passaggio raccontato sfocia nel comico, altri nel paradossale, altri ancora nel farsesco.
Insomma, in condizioni "normali" (e nelle virgolette c'è tutto un mondo foloso e poi smart), la difesa a certe contestazioni - evocate anche in fase processuale - sarebbe estremamente facile. Ma a Siena (ed anche altrove, ne siamo sicuri), tutto ciò forse non basta. Ed allora bisogna fare di più.
(Ri)entriamo a bomba allora in un tema molto caro a Wiatutti, quello della comunicazione e della diffusione delle informazioni; forse in altri ambienti, di tipo commerciale, potremmo addirittura parlare di operazioni di marketing, di posizionamento sul mercato, di strategie di vendita (eh già, perché anche un'informazione si può vendere...).
La domanda che mi stavo ponendo, alla conferenza di Raffaele, era la seguente: ma possibile che per un fatto così importante per la nostra città non sia presente una folla oceanica? E badate che gente ce n'era, eh... ma io mi sarei aspettato altra partecipazione.
Colpa dell'orario? Colpa di certi nomi ingombranti più volte citati? Colpa degli spazi angusti? Colpa di una città che non si mobilita più?
Ci sta tutto, ci sta tutto.
Ma siccome a me piace sanare le problematiche per migliorare la mia (ed altrui) posizione partendo da ciò che fisicamente sono in grado di fare, lancio un'idea, a Raffaele ma non solo.
Perché non trovare altri modi, oltre il semplice blog (che pur va mantenuto), per interessare e coinvolgere le persone?
L'epoca del cartaceo è forse definitivamente terminata, o forse no. Sicuramente oggi la tecnologia (anche spicciola ed accessibile) può permettere di affiancare ad un formato "classico" come il foglio scritto altri tipi di metodi, forse ancora più stimolanti.
Perché non inaugurare una nuova piattaforma divulgativa, in senso anche multimediale, di informazioni mirate?
Perché non strutturare un "Blog dei blogs" dei GABS, che possa contenere quotidianamente tutto ciò che viene vergato sui rispettivi profili di ognuno di noi?
Perché non aprire un canale youtube dove poter inserire materiale a rotazione?
Perché non predisporre una catena di eventi in cui la gente normale (del popolo) possa discutere di temi condivisi?
Perché non ipotizzare altri tipi di stili verbali, come ad esempio la satira, che vadano ad intercettare proprio il non-sense delle storture che ci troviamo a commentare ogni giorno?
Diceva uno bravo - che poi pare sia stato Mao - che "un'immagine vale più di mille parole". Forse oggi il concetto non è del tutto centrato, ma di sicuro la forza della singola e piatta parola scritta, probabilmente, non basta più.

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