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martedì 8 marzo 2016

8 marzo

Credo che ognuno di noi abbia due vite: una la vive e l’altra la sogna.
E credo inoltre che le due vite abbiano poco in comune l’una con l’altra e che i protagonisti non si somiglino neppure. In verità, a pensarci bene, forse le due vite qualcosa in comune potrebbero avercela. Una donna per esempio. O un incubo.
Bimba, ragazza o mamma, nel bene o nel male è sempre un essere umano di sesso femminile a cambiarci la vita. 
A volte le donne le amiamo, altre volte le invidiamo, altre ancora le detestiamo, ma non troviamo mai un motivo valido per riuscire a starle lontano. La donna, a differenza dell’uomo, è una figura decisamente complessa, capace di vivere all’interno di una sola, almeno cinque vite distinte: figlia, amante, moglie, mamma e nonna. Alcune le riescono bene, altre un po’ meno, ma difficilmente si tira indietro di fronte al bisogno. Oddio, anche l’uomo crescendo cambia nome, passando da ragazzo a marito, a babbo, ma il cambiamento è più nella forma che nella sostanza, perché per l'uomo la vita non cambia mai, soprattutto se ha la fortuna di essere circondato da grandi donne. 
Quando ero solo un figlio (a proposito... ma si smette mai di esserlo?), vivevo la mia sessualità in maniera decisamente distaccata e non mi curavo minimamente di guardarmi intorno. Poi un bel giorno, una ragazza alla televisione cominciò a cantare di una città in cima ad una montagna, abitata da buffi individui che ne combinavano di ogni, tra i quali c’era una ragazzina paffutella sempre impegnata a soccorrere chiunque avesse bisogno, aiutata anche da una polvere bianca simile al talco, ma diversa. Per me fu amore a prima vista (per la ragazza intendo): nella mia vita immaginaria io ero Eros armato di arco e vivevo la mia storia di amore con lei, lontano da tutto e da tutti. 
Nella vita reale, invece, le cose andavano un po’ diversamente; la mia Pollon tardava ad arrivare e gli anni passavano inesorabili. Alcuni miei amici si erano persi per strada, preferendo alle ragazze una polvere bianca, uguale a quella di cui sopra, ma diversa. Certo, con gli anni ho poi ho capito che in certi ambienti se hai la polvere trovi anche le donne, ma al tempo – da dove venivo io – l’unico sballo che mi potevo permettere era quello di aspettare alla domenica sera i risultati di "90° Minuto" per capire se il Siena avesse vinto fuori casa. 
Poi una donna, in un momento del tutto casuale e inaspettato, cambiò irrimediabilmente il corso del destino. Che c’entra, per lei non ero il primo, né tanto meno sarei stato l’ultimo (anche se provavo a convincermi di esserlo), ma almeno per un secondo riuscì a togliermi di dosso l’etichetta di “sfigato”, facendomi sentire uguale uguale agli altri ed in pace con me stesso. Bell’invenzione le donne; magari se si potessero spengere ed accendere a comando, tipo giocattolo, sarebbero veramente perfette. 
Tanti auguri ragazze e buon 8 Marzo a tutte: alle bambine che sognano di diventare grandi e fremono dal desiderio di farlo, alle ragazze cresciute troppo in fretta che rimpiangono i tempi delle medie, alle fidanzate perse d’amore per un uomo speciale che le fa sentire importanti, alle mamme premurose la cui vita è dedicata ai figli e alle nonnine delicate, che dopo una vita di fatica ritornano bimbe giocando assieme ai nipotini. Davvero buona festa della donna a tutte. 
E, visto che ci siamo, auguro tanti auguri di pronta guarigione anche a donna Siena, madre, amante e figlia di tutti noi. Cara Sienina, tanti auguri di cuore, ne hai proprio bisogno. Il tuo storico compagno non c’è più, ucciso da chi non ha saputo gestirlo e te sei rimasta sola a lottare contro un vento sempre più impetuoso, che sferza con violenza le tue povere mura, provate dal tempo e fiaccate dell’incuria dell’uomo. Ricordati, ricordaci e ricordagli com’eri donna Siena, fallo partendo dai profumi dei pomeriggi di primavera, nei quali il rosso dei mattoni spicca sul verde delle campagne e il bianco del Duomo si tinge di arancio, mentre il sole sparisce dietro l’orizzonte. Parlaci del rumore della pioggia che batte sulle pietre del corso intanto, del colore del tufo sotto i tavolini dei bar, dei vigili in camicia a maniche corte e delle foto ingiallite di osterie dimenticate. Rammentaci l’emozione della sera della prova generale, quando il cuore trabocca di attesa e le ragazze con la gonna corta incespicano nei mattoni di piazza. Che silenzio quell’inverno, quando la neve bloccò tutto e le scuole rimasero chiuse: sembrava Natale, ma senza l’albero. Non c’erano erbacce nei tuoi giardini e le strade non franavano mai. Perdere l’orientamento dentro vicoli inesplorati, fermarsi a guardare un geranio rosso dentro un vaso e meravigliarsi di tutto, come Dorothy Gale dentro la Città di Smeraldo mentre cerca il Mago di Oz… peccato che da questi parti alla fine abbia vinto la Strega dell’Ovest. Ripensa ti prego com’eri prima che un triste destino ti imprigionasse dentro in un finale sbagliato. Prova a dissolvere le nebbie tetre che ti hanno avvolto nel corso di questi ultimi nefasti anni, dissipa le tue paure e torna a splendere. Ricordati di chi t’ha fatto del male e grida forte il suo nome, maledicendolo per sempre. 
Tanti auguri donna Siena: buon 8 Marzo!

Maceratese – Siena 4-2. Figura di merda: fatta! Sbaglio o abbiamo di fronte il più brutto Siena da 25 anni a questa parte? A memoria devo fare veramente uno sforzo notevole per ricordarmi di qualcosa di peggio. Tante volte, durante gli anni della serie A, ho pensato a cosa saremo diventati, se un giorno tutto quello che stavamo vivendo fosse finito. Ecco: alla fine l’incubo ha preso vita, superando di gran lunga la realtà e spazzando via anni di entusiasmi. La donna, il sogno e il grande incubo. Mai un titolo di una canzone parve tanto azzeccato.


Tutti insieme uniti avanzeremo!


Mirko

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