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giovedì 7 gennaio 2016

L'ultima battaglia

Freddo e silenzio: tutto tace nel buio. Le poche torce accese agli angoli delle vie gettano lunghe ombre sul selciato, mentre un vecchio ubriaco fruga disperatamente tra i rifiuti, in cerca di un pezzo di pane che lo riconcili con la vita.
È primavera, ma il sole non è ancora sorto ed ogni respiro finisce in una nuvola di vapore. Il cuore batte forte in fondo al petto e rimbomba nelle tempie, pompando sangue fresco nelle membra intorbidite dal riposo notturno.
Affacciato alle esafore del campanile del Duomo, il vecchio custode scruta l’orizzonte alla ricerca di un segnale. "La fine è arrivata", pensa ad alta voce. E udendo le sue parole comprende di non avere più paura della morte. Sa che sarà una lunga giornata e che non arriverà la notte a porre fine al tramonto. 

Il nemico è come il freddo: c’è, ma non si vede. Qualche ora prima ha visto il vescovo lasciare la curia senza nemmeno togliersi la camicia da notte, accompagnato da uno sconosciuto messaggero ed ha capito tutto. I potenti stanno abbandonando la città.
Il nemico è come il silenzio: ti avvolge lentamente fin quando la sua presenza non diventa assordante. Sta arrivando silenzioso da est: la battaglia è persa e le truppe sono in rotta. Non c’è più nessuna guarnigione tra la città e gli invasori. Soldati fiorentini, spagnoli e tedeschi staranno già attraversando le campagne, saccheggiando le case e bruciando i fienili. Si accaniranno sulle donne e ruberanno il bestiame. Ci piomberanno addosso senza trovare resistenza. Non ci sono soldati da quelle parti: solo onesti contadini e scaltri artigiani. Gente buona per lavorare, non per combattere. Persone umili, poco abituate a fare la storia. Nemmeno Dio si ricorda di loro... 
Il pensiero di Dio lo riporta alla realtà. All'improvviso avverte una rabbia feroce divampargli dal profondo della sua anima. Sente il bisogno di pregare; o forse di bestemmiare. Non fa differenza in fondo: il litigio fa parte dell'amore. Scendendo i ripidi scalini del campanile nota un gran numero di persone ferme al centro della piazza. La notizia si è sparsa: adesso ci sarà il fuggi fuggi e molti abbandoneranno la città senza combattere. Altri si sottometteranno al nemico e magari diventeranno col tempo suoi fedeli servitori. Io non posso!
Raggiunto l'altare maggiore si sofferma un attimo ad ammirare per l'ultima volta il magnifico pavimento del Duomo, che nonostante conosca alla perfezione riesce ancora a suscitare in lui uno stupore profondo. Girando lo sguardo verso il crocifisso cade in un pianto delirante, rotto da singhiozzi disperati. "Perché?", grida. Nella chiesa semi deserta, soltanto un frate cercatore pare destarsi; impaurito si rannicchia dietro una colonna. "Sono stato sempre un cristiano onesto. Marito fedele e padre premuroso. Perché siete sparito, abbandonandoci ad un triste destino?". Nella furia della sua follia utilizzare il "voi" lo fa sentire più sicuro. "Da quale parte state? Dove sono i Francesi? Maledizione, erano l’ultima speranza di sopravvivenza della Repubblica, ma il Re anziché la cavalleria ha mandato un branco di pastori corsi a combattere una guerra che non è la loro. Siamo rimasti soli e adesso siamo in trappola. Potremo resistere qualche settimana, ma non potremo sovvertire l’esito finale. E voi? Ci guarderete morire uno dopo l'altro senza fare niente? Non siamo forse anche noi figli vostri? Ditemi, dove andremo adesso? A nord il territorio brulica di nemici: se dobbiamo morire lontano dalle nostre amate mura, tanto vale ucciderci adesso. A ovest i boschi potrebbero rappresentare un buon rifugio, almeno per i primi tempi. A Volterra abbiamo ancora qualche amico e Pisa potrebbe nasconderci. Là abita un vecchio compagno di studi che si è fatto prete, potrei raggiungerlo e stabilirmi da lui. Troverei un lavoro e nel tempo libero lo potrei aiutare con i bambini. E nelle lunghe ore di catechismo potrei raccontare loro cosa fu Siena. E ricordandola nei giorni migliori sarebbe l'unico modo per riempire il vuoto della malinconia. Perché i ricordi del passato sono migliori di noi? Cosa abbiamo fatto per arrivare a questo? Ci siamo lentamente spenti, distruggendo tutto ciò che era stato creato da chi ci ha preceduto. Stiamo perdendo tutto e nessuno fa niente! La guerra non sarà persa oggi: sono decenni che l'abbiamo persa, senza accorgercene. L'abbiamo persa quando abbiamo abbandonato le nostre radici per correre dietro ad un'esistenza effimera, accontentandoci di un'opulenza fittizia e di un benessere di facciata, corrodendoci in lotte intestine e futili rancori, indebolendoci dall'interno e smettendo di essere noi. Mentre le fondamenta della nostra cultura stavano marcendo, non abbiamo mosso un dito per ripararle e adesso le mura andranno giù al primo colpo di archibugio. Abbiamo perso la guerra, abbiamo perso tutto e la colpa è solo nostra! Vi prego mio Signore, ditemi: cosa siamo diventati?".
Nella foga del delirio aveva stretto i pugni fino a farsi diventare le nocche bianche, senza rendersi conto della musica che proveniva da fuori. All'improvviso comprese: le chiarine! Guardò il crocifisso per l'ultima volta e correndo verso il sagrato gridò: “A presto”. 
La gente di Siena non sarebbe scappata, ma unendosi ancora una volta avrebbe combattuto l'ultima battaglia da uomini liberi. Uomini nel pieno dell’età, donne e bambini, vecchi e invalidi, ricchi e poveri, tutti avrebbero dato il loro contributo. "Questa sera, cureremo le ferite con il fuoco dell'inferno", pensò, mancando di rispetto al suo Dio per la prima volta in tanti anni di fede. "Ma sarà un modo onorevole di cadere. Dopodiché aspetteremo l'angelo della morte in pace con noi stessi, consapevoli di aver fatto tutto ciò che era in nostro potere. Ci spezzeranno la schiena, ma non ci piegheranno il collo".

Ancona - Siena: l'inizio della fine o la fine dell'inizio. Tutto passa: i presidenti vendono, i dirigenti si dimettono, i giocatori rescindono. Noi siamo stati, siamo e saremo qua. A difendere un pezzetto della nostra vita, che rimarrà tale anche in terza categoria. 

Lotteremo fino alla morte, difendendo i nostri color!


Mirko

2 commenti:

  1. Cazzo Mirko.......stavolta ci sei andato giù pesante.
    Ma come darti torto?

    Gianluca

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  2. Purtroppo negli ultimi anni abbiamo visto troppa gente accamparsi dalle nostre parti per mangiare indisturbati fino a scoppiare. Poi li abbiamo visti fare i loro bisogni e andarsene senza tirare l'acqua, lasciandoci nella cacca fino al collo. Per fortuna la morte e' democratica!
    Tempo addietro per reati molto più leggeri dei loro, il colpevole sarebbe fischiato dritto dritto all'inferno. Il giorno che dovranno lasciare i beni materiali su questa terra, non potranno ingannare più nessuno... E allora diverranno i più ricchi del cimitero!
    Che la terra vi sia molto pesante, maledetti!

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