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venerdì 15 gennaio 2016

La banca e la bilancia

Cosa sono i sentimenti? Sono stati d’animo un po’ più profondi delle emozioni, ma meno travolgenti delle passioni. E a cosa servono ? A perturbare il nostro equilibrio psichico ed a definire la qualità del nostro umore. 



Ne esistono a decine, molti sono famosi e rimbalzano di continuo sulla bocca di cantanti e poeti, altri sono meno noti e nessuno se li fila. Ce ne sono di piacevoli e di dolorosi e a volte li viviamo senza rendercene conto. Puo capitare anche di provare più volte il solito sentimento ed accorgersi che le sensazioni percepite non sono mai le stesse: nel corso della vita ci innamoriamo più volte, ma amiamo ogni donna in maniera differente. E anche per odiare, vale la stessa regola, con un'unica eccezione: per farlo bene non c’è bisogno di essere ricambiati.
Ci sono due azioni che odio fare: salire sulla bilancia e chiedere il saldo al bancomat. Entrambe le vivo con la stessa – inutile – febbrile attesa, perché da entrambe mi aspetto grandi risultati. Ma puntualmente, da entrambe, ricevo soltanto dispiaceri. Come a 15 anni, quando al Papillon organizzavano il “C’era l’H” e il mio numero non usciva mai! La sola differenza, che almeno in parte tenta di lenire le mie frustrazioni, sta nel fatto che la bilancia è possibile odiarla temporaneamente: basta infatti andare a fare una corsa, smetterla con le sbornie o uscire dal tunnel della pasta al forno, per far tornare la lancetta verso cifre più ragionevoli. Con la banca – e vi posso assicurare che la mia è differente, nel senso che 10 anni fa ero io a chiederle i soldi mentre adesso, dopo che non ha più un becco d'un quattrino, è lei che li chiede a me (ma non glieli do!) - non posso fare altro che inserire la tessera, digitare il pin, chiedere il saldo e aspettare lo scontrino. E una volta ottenuto, stillarlo tipo giocatore di poker, focalizzare le cifre impresse sulla carta e abbandonarmi ad uno sconforto profondo, doloroso e irrimediabile. Odio la bilancia quanto il bancomat, ma in modo differente: due facce diverse dello stesso sentimento.
Per quanta riguarda le persone invece, le figure che ho odiato di più sono i professori di matematica (tutti) e i presidenti del Siena (tutti, eccetto uno). Per quanto riguarda i primi, il mio approccio era un po’ come con la bilancia: facevo schifo nelle loro materie, ma era solo colpa mia. In prima superiore, in occasione del primo compito in classe di algebra, studiai 4 ore e ci presi 4. Al successivo, non studiai nemmeno un minuto e ci ripresi 4. Tra i due, decisi che non valeva la pena perderci tempo. Meglio scrivere (capirai…). I presidenti del Siena (tutti, eccetto uno) invece, li ho sempre visti come la banca. Su di loro non ho mai avuto potere; se ne stavano lì senza fare niente per migliorare la nostra condizione, noncuranti delle nostre lamentele e delle nostre offese. Ed è stato così per Paganini, per Corradini (che ancora oggi non ho capito bene cosa venne a fare a Siena) e per i due signori romani, che per rispetto della mia persona, del blog che mi ospita, del suo amministratori e di tutti voi lettori, non nomino e non nominerò mai, anche perché il mio antivirus me li segnalerebbe come SPAM. Con quelli che vinsero la serie C non ebbi il tempo di arrabbiarmi, durarono troppo poco. 

Ma visto che tra coloro c'era anche Lei (certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano), diciamo che fino ad oggi l'avevo sempre abbinata ad un buon ricordo, a differenza di quelli di Carrara (coincidenza, ci giochiamo domenica!), dove non fece un buon lavoro.
Antonio, come dobbiamo fare con Lei? Tanti anni fa, il Suo posto venne preso da Lui e sappiamo come andò a finire. Quello sì che era un socio forte... Mi dica la verità: sta aspettando che ritorni, per riconsegnargli il Siena e farci riportare lassù, alle porte del paradiso? Lasci perdere; a differenza Sua, Lui non tornerà mai più. Se n'è andato per sempre una domenica di tanti anni fa; e il silenzio della sua assenza è sempre più assordante. E-se-forse sono parole innocue, ma quando vengono utilizzate per descrivere i ricordi, hanno il potere di diventare devastanti. E se non ci avesse lasciato, forse non sarebbe finita così ... Con lui vivo, non saremo qui a scrivere di Lei, perché non sarebbe qui Lei. Non avremo dovuto affrontare gli ultimi cinque anni e soprattutto non avremo pareggiato a Bastia o perso in casa con i pellai. Non ci ha mai difeso presidente, nemmeno quando ad attaccarci fu il governatore della Regione (se ci ripenso, mi viene da piangere).
Perché ho sempre avuto la sensazione che Lei con Siena e col Siena non c'entrasse niente? Da quale parte vuole stare presidente? Vorrà essere ricordato come un presidente buono o come uno dei tanti bricconi passati da queste parti negli ultimi venti anni? Lasci, getti la spugna, chieda asilo economico a qualcun'altro, venda, regali, se ne vada. Oppure investa seriamente, interrompa l'emorragia di giocatori, ci dica se saremo mai bruco o farfalla. Sono due mesi che non si parla di calcio giocato in questa città. Se n'è reso conto? Lei poteva essere ricordato veramente come un Ponte tra disperazione e speranza, invece in poche settimane sta distruggendo ciò che di buono aveva costruito in un anno e mezzo.
 

Carrarese - Siena: presidente, perché non li ricompra e torna a far danni da loro? Risiamo vicini alla zona calda, quella che conta. Ma interessa a qualcuno? Ci faccia tornare a parlare di calcio giocato, La prego. Faccia una cosa: si alzi, prenda l'impermiabile, si metta il cappello ed esca, chiudendo per sempre con una storia che non fa per Lei. Noi La ringrazieremo per il campionato vinto e La saluteremo come fanno i gentiluomini. Finirà così e tutti saremo contenti. È l'ora presidente. Addio!

Tutti uniti insieme avanzeremo.



Mirko

1 commento:

  1. Complimenti.........come sempre.
    Io credo che il nome De Luca sarebbe ancora potuto essere dentro il Siena nonostante la prematura scomparsa dell'Ingegner Paolo.
    Poteva esserci Ciro che caratterialmente è come suo padre.
    E magari anche Selvaggia e Dario.
    Altra pasta rispetto a quella famiglia che ci ha fatto scomparire dal calcio che conta.
    Purtroppo però, e nonostante i suoi meriti ASSOLUTI, il PRESIDENTE non aveva quasi più nessuno al suo fianco se non un manipolo di "lecchini" che per lui si sarebbero buttati nel fuoco.......fossero stati un pò di più i suoi sostenitori........se non tutti quanti i tifosi perchè sarebbe stato logico visto quello che aveva fatto per noi........FORSE NON AVREMMO VISTO I ....... che si sono succeduti dopo!

    Gianluca (UNO DI QUEI LECCHINI)

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