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lunedì 25 gennaio 2016

I piani segreti di Mister P

Parole. Solo stupide e maledette parole. Sono sempre le parole a creare confusione. Ce ne sono di gridate, di sussurrate, di pensate e di sbagliate. Tutte sono importanti, molte sono pericolose.
A volte vengono esternate dopo una lunga riflessione, altre volte non vengono in mente al momento giusto e rimangono per sempre sulla punta della lingua, altre ancora non vedono mai la luce e diventano “parole non dette”. Quest’ultime poi, sono le più temibili di tutte, poiché possono generare malintesi e malumori, lacerando i rapporti umani e scatenare i litigi.
Con l’intento di non lasciare che nemmeno una parola rimanesse intrappolata nella mia testa, capire meglio quello che ci sta accadendo e fare un minimo di chiarezza sul nostro futuro, ho preso a prestito un po’ di coraggio ed ho chiesto un incontro al presidente. Dopo un lungo tira e molla, fatto di "boh", "non so", "vedremo", esso è finalmente capitolato sotto i colpi della mia insistenza e si è deciso ad incontrarmi in un luogo segreto. Con svizzera precisione è arrivato al banco del bar spaccando il centesimo. Dopo i convenevoli di rito, durante i quali mi sono presentato porgendogli la mano, togliendosi il cappello mi ha detto: "Cosa voleva chiedermi?". 
Sorseggiando il secondo “gin tonic” mi sono un po’ sciolto ed ho cominciato a parlare.
Io - "Buonasera presidente. Come mai ha scelto di vedermi proprio al Sabroso?".
Presidente - "Volevo discrezione. E questo luogo è perfetto!".
Io - "Perché?".
Presidente – "Nessuno racconta cosa vede o chi incontra al night! Ci sono cose che un uomo fa di nascosto".
Io – "Come togliersi le caccole dal naso?".
Presidente – "Esatto! È intelligente lei...".
Io – "Capirai... Comunque io a mia moglie ho dovuto dire che andavo a giocare a calcetto a Custoza. Lei ai suoi collaboratori, dove ha detto che andava?".
Presidente - "A Londra!".
Io - "E se la sono bevuta?".
Presidente - "Tutti".
Io – "Mi tolga una curiosità: chi l'ha portata a Siena la prima volta?".
Presidente - "Il treno. Stavo andando a Pisa, ma a Empoli non ho cambiato e sono arrivato qua".
Io – "Quando ha capito che sarebbe diventato azionista dell’AC Siena?".
Presidente - "Quando mi sono svegliato dopo la stazione di Asciano. Lì ho capito, guardando il controllore che compilava la contravvenzione, che avrei dovuto fare qualcosa per questa gente. Per voi tutti".
Io – "E perché non comprò l’Asciano? Vabbè, lasciamo perdere... Se la sente ancora sua quella squadra?".
Presidente - "Sì, consideri che la notte dormo con la maglia di Tomassini!".
Io - "Tralasciando per il momento la sua prima esperienza senese...". 
Presidente – "Guardi che non fu a Siena, fu a Napoli. Con una ragazza di Ischia. Ma sono fatti privati".
Io - "Presidente mi scusi, non intendevo quello. Tralasciando per il momento ciò che successe quindici anni or sono, cosa l’ha portata a Siena la seconda volta?".
Presidente - "Plein Air! Sono un camperista incallito e sul numero di luglio di due estati fa c'era un bel servizio sulla Val d'Orcia. Proprio mentre passavo per Siena, ho scoperto che dopo il fallimento mancava giusto un presidente. Ed eccomi qua, a fare quello che più mi piace".
Io - "Gestire una squadra?".
Presidente - "No, organizzare grigliate al Lago del Moro assieme agli altri camperisti. L'ultima volta ho invitato Materazzi. Pensi che voleva portare anche Atzori, che alla fine non è venuto. Motivi di lavoro, credo".
Io - "Lavoro? Ma se lo ha licenziato!".
Presidente - "Niente è per sempre. E poi ultimamente al lavoro gli diamo troppa importanza".
Io - "Mah... Lei è un filosofo?".
Presidente – "No, sono un presidente!".
Io - "Mi dica, lo scorso anno dopo Sansepolcro cosa ha pensato?".
Presidente - "Cazzo che strada di merda c'è per andare a Cesena".

Io - "E dopo Gavorrano?".
Presidente - "Se troviamo la fila a Pari non s’arriva più".
Mentre la signorina bionda ci serve da ancora da bere, guardandoci con l'aria innocente da “ragazza della porca accanto”, chiedo: "Si sente più Napoletano o più Svizzero?".
Presidente - "Dipende".
Io - "Da cosa?".
Presidente - "Dal cappello che indosso. Se metto quello a barbagianni, tipo quello esibito dopo la finale di Macerata, mi sento partenopeo; altrimenti, con gli altri modelli credo di essere molto più svizzero. Tuttavia è l'accoppiata papillon più cappello che fa la differenza".
Io – "Immagino. A proposito: che rapporto ha con le donne?".
Presidente - "Ottimo. Sono un tipo attraente che riscuote un buon successo. Vuol vedere?".
Io – "No, non credo che le ragazze di questo posto possano rappresentare un buon banco di prova. Soprassediamo. Perché con Morgia è finita?".
Presidente - "Troppi baffi e pochi cappelli. Eravamo distanti anni luce. E poi voleva la riconferma di Coppola, che oltre ai baffi aveva anche la barba. Sarebbe stato intollerabile".
Io - "Se lo dice lei! A scuola in quali materie eccelleva?".
Presidente - "In molte, anche se italiano e matematica non mi piacevano".
Io - "Non so per quale motivo, ma leggendo le Sue dichiarazioni e immaginando i bilanci della Robur, l'avevamo intuito! A proposito, come stanno le casse del Siena?".
Presidente - "Mi ascolti bene, perché non mi ripeterò, anche perché potrei contraddirmi e voi tifosi petulanti me lo fareste subito notare. Quindici anni fa, con i soldi delle quote del Siena, acquistai la Carrarese".
Io – "E non andò benissimo. Lo sanno tutti".
Presidente - "Sì, ma quello che non sanno è che con una parte del denaro opzionai Vicolo Stretto e Vicolo Corto ed esercitai il diritto di riscatto sulle 4 Stazioni. Se adesso mi fate vendere Sacilotto in santa pace, posso comprare anche la Società Elettrica. Dopo di che avrò possedimenti in tutta Monopoli e ad ogni giro guadagnerò bei soldoni. In due anni, se vendo Sacilotto, vi porterò in serie A".
Io - "Davvero? Ma non sarebbe meglio volare basso e pensare alla Pistoiese?".
Presidente - "Perché?".
Io - "È la nostra prossima avversaria!".
Presidente - "No, solo gli uomini piccoli fanno sogni piccoli. Il nostro obiettivo sono la serie B subito e la Mitropa Cup in futuro. Poi costruiremo uno stadio nuovo a Radicofani, organizzeremo un settore giovanile tipo quello dell’Ajax e daremo finalmente un campo d’allenamento ai ragazzi. Inoltre ristruttureremo il Campansi".
Io – "O il Campansi che c’entra?".
Presidente – "Sono vecchio e tra qualche anno dovrò trovarmi un “buen retiro”. Siena mi ama e io amo Siena: credo che mi stabilirò per sempre qua".
Io – "Vai! Ha più sentito Nelso Ricci, storico ds bianconero accasatosi da qualche anno a Pistoia?".

Presidente – "No, ma se lo sentissi gli direi che dovrebbe cercarsi un’altra società. È l'ora di finirla con le squadre che finiscono in “ese”: Pistoiese, Carrarese, Lucchese, Maceratese non sono un bel manifesto per il calcio italiano". 
Io – "Per via del nome?".
Presidente – "Certo. Il nome è importante! Con un nome brutto si vendono poche sciarpe e il quadrifoglio secca. Se fosse per me, si chiamerebbero tutte tipo “Lupa Roma”. Ecco, quello sì che è un bel nome".
Io – "Presidente, cosa vorrebbe dalla vita?".
Presidente – "Vorrei che Siena mi rendesse il giusto merito. Mi piacerebbe vincere il Masgalano".
Io – "Forse intende il Mangia d’Oro! Non credo che possa concorrere per il Masgalano. Lasci perdere. Cosa farà da vecchio?".
Presidente – "Non lo so. Vorrei tanto fare il mossiere". 
Io – "Eccoci… Presidente, si è fatta una certa. La ringrazio del tempo che mi ha dedicato e la saluto cordialmente. Lasci pure, pago io. Forza Robur!".
Presidente – "Grazie, anche perché ho lasciato il portafoglio a casa. Forza che?".
Io - "Buonanotte presidente".

Siena - Pistoiese: come va? Mah, si ride per non piangere!
Tutti insieme uniti avanzeremo.


Mirko

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