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venerdì 4 settembre 2015

... quello che volevo, come sempre non c'è! Solo un po' d'amore, che diventa polvere...

Sabbia. Più che polvere il ricordo di lei, adesso, sembra sabbia; dispersa lontano da un soffio di vento capriccioso e impertinente. 




E tutte le certezze del non “perdiamoci di vista” e del “rimaniamo in contatto” sospirate sottovoce alla luna, alle prime luci dell’alba hanno già iniziato a vacillare. Ma poi sarà stato veramente amore? E riuscirai a conservarne dentro di te il ricordo, per tirarlo fuori al primo accenno di malinconia? No, non ci riuscirai. 
Il suo profumo si sta lentamente dissolvendo nella brezza mattutina, mentre cerchi di scrollarti di dosso Agosto, in attesa che la tua mente faccia spazio all’arrivo di Settembre. Sulla strada di casa non noti niente di nuovo: il cantiere infinito sembra prendersi gioco della tua stabilità mentale, mentre sugli alberi le foglie cominciano mestamente a virare dal verde sollievo al giallo tristezza. In cielo nuvoloni grigi carichi di pioggia si addensano minacciosi e non promettono nulla di buono. 
Il rumore della chiave che entra nella toppa e fa scattare la serratura della porta, mette il punto finale ai titoli di coda delle vacanze. Dentro casa avverti un insolito odore di stanze chiuse: nel frigo vuoto una pesca ammuffita ti guarda disperata e nella cassetta delle lettere alcune bollette fanno compagnia ad una multa. La cesta dei panni da stirare è rimasta esattamente dove l'hai lasciata la sera prima di partire. 
Con la coda dell'occhio noti un dettaglio che non ricordi: nell’ordine caotico del tuo piccolo appartamento ti accorgi che nel portariviste accanto al divano c'è un giornaletto sgualcito. In un primo momento non lo riconosci, poi realizzi, lo raccogli ed inizi lentamente a sfogliarlo. Le pagine del Fedelissimo dell'ultima partita in casa della scorsa stagione ti rapiscono portandoti lontano, in un posto che solo tu conosci. Non ti curi della porta aperta, delle serrande chiuse, della vicina che spia il pianerottolo di nascosto: tra un po' si ricomincia, pensi. 
E allora tutto inizia a sembrarti più facile: ti fai una ragione della fine delle vacanze, riaccendi sorridendo il telefono del lavoro e anche le parole "dobbiamo parlare" pronunciate dalla tua (ex) ragazza prima di mollarti da solo alla vigilia delle ferie, assumono un altro sapore. E solo perché dopo un paio di mesi di parole e di speranze, di frustrazioni e di sogni, è arrivato il momento di fare sul serio. Domenica si rigioca! Tutto il resto sono discorsi.
Nel nostro alfabeto all'incontrario abbiamo spento la casella della D e siamo entrati nella costellazione della C. Come tanti piccoli Dante abbiamo rivisto la luce in un pomeriggio di Maggio, alla fine di un percorso nebuloso e ricco di insidie, durante il quale abbiamo imparato ad apprezzare le doti (umane) di ragazzi normali che agli ordini di un testardo condottiero ci hanno permesso di tornare tra i pro dalla porta principale, dopo che vi eravamo stati espulsi dall'uscita di servizio. Insieme abbiamo scritto un lieto fine storico, tra canti notturni e tricolori sventolanti.
Ma il lieto fine in fondo che cos'è? Non è forse la collocazione temporale di un evento, circoscritto ad un determinato momento storico? E dopo il lieto fine che succede? Se la Bella Addormentata soffrisse di insonnia, se Biancaneve avesse scoperto che il Principe Azzurro è in realtà un alcolizzato senza un quattrino e i nani avessero perso il lavoro alla miniera, il finale sarebbe ancora tanto bello? No, il lieto fine non esiste, perché la fine lieta è soltanto un traguardo intermedio di una tappa di questa strana giostra che si chiama vita. Dodici anni fa debuttavamo in A e sembrava il “vissero tutti felici e contenti” delle favole. Se avessimo potuto scegliere, avremmo sicuramente fermato il tempo quella calda sera di fine estate. Ma la storia invece è andata avanti, riservandoci gioie e dolori, petali e spine.
A Massa abbiamo finito e da Carrara ripartiamo; e i pochi km che separano le due città ci sembrano l'oceano atlantico, tanta è la differenza tra ieri e oggi. L'altra sera in coppa abbiamo assaporato un antipasto farcito da nuovi giocatori, nuovo mister e nuovi avversari. Tutti insieme ci siamo ritrovati davanti alla "creatura" per cominciare a capirne di più. Abbiamo già adocchiato uno che ci farà arrabbiare mentre ne abbiamo visto un altro che ci scalda il cuore. E il bello è che non sappiamo ancora perché! 
Domenica sera giocheremo in notturna, in un posticipo serale che sa di passato. Domenica sera ripartiremo da dove abbiamo finito, con un traguardo da centrare e tante emozioni da vivere. Non importa se ci dovremo giocare la salvezza o il campionato: sappiamo da dove veniamo e sappiamo che ci torneremo, prima o poi. Perché noi sappiamo sognare. 
Mentre Settembre cala il sipario sulla calura estive, in attesa che i gelidi pomeriggi invernali ci facciano rimpiangere il vento caldo dell’estate, è arrivato il momento di tornare ad unirci per lottare tutti insieme, affinché tanti cuori si fondano in un unico coro e si possa ancora alzare forte il grido Forza Siena. Perché se la Robur vince, vinciamo tutti!

Siena - Carrarese: per iniziare a scrivere un nuovo lieto fine!

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