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mercoledì 12 novembre 2014

Due chiacchiere con... Marco Biagioli

Qualche tempo fa, ex abrupto, appare un nuovo blog che parla di Siena e Mens Sana, dal titolo accattivante, "Panem Et Circenses". Leggendolo più volte, ha subito catturato la mia attenzione, perché scritto in maniera grammaticalmente corretta, piacevole sia nella forma che nei contenuti. 
A questo punto spero di cuore - anche accompagnando Wiatutti nel suo percorso - che riesca ad ampliare la fetta di lettori "consapevoli" e "responsabilmente critici", almeno su tematiche sportiveggianti.
Per questioni di argomentazioni (calcistiche), intervistiamo oggi il referente per la Robur, Marco Biagioli.
- Ciao Marco, presentati al grande pubblico di Wiatutti.
- Innanzitutto un saluto a tutti i lettori e un ringraziamento a Wiatutti per l' intervista concessami, è la prima volta che vengo intervistato e c'è dell'emozione! Io sono Marco Biagioli, Biagio per gli amici e nella vita, per ora, faccio ancora il "mantenuto" a carico dei miei e, a tempo perso, sono meteorologo, studente di Scienze Politiche e da un mesetto blogger per Panem Et Circenses. Sono nato a Siena da mamma follonichese e babbo pievese (Città della Pieve). Sono cresciuto scorrazzando nei campi tra San Rocco a Pilli e Pilli, con un pallone tra i piedi o una sella sotto il sedere, poi, dopo le elementari nel paesino, ho fatto prima le medie alla San Bernardino e poi le superiori al Galilei,
venendo quindi più direttamente a contatto con l'ambiente senese che allora a malapena conoscevo e che per un bimbo cresciuto nel triangolo San Rocco-Sovicille-Rosia presenta delle differenze evidenti.

- Metereologo si nasce o si diventa?

- Si nasce! È una vocazione, più che una passione. Da quel che mi raccontano (io non ricordo), ho praticamente imparato a scrivere segnando le temperature giornaliere e descrivendo il tempo che faceva sui quaderni. Le maestre alle elementari erano disperate perchè guardavo sempre fuori dalla finestra. In caso di nevicata in atto o temporale, l'appassionato di meteorologia piomba in una sorta di autismo, che lo aliena totalmente dal mondo circostante.

- Esistono le scie chimiche?

- No! Le scie chimiche non esistono, sono cirri ed i cirri esistono da sempre.

- Aaaargh! Mi smonti così anni di teorie complottiste... Ma procediamo. Come nasce il tuo blog?

- Nasce in un noto vinaio della città davanti ad un bicchiere di vino con il mio grande amico e giornalista Francesco Anichini. Erano i giorni in cui il destino delle due maggiori società sportive della città era ormai segnato, eravamo col morale a terra ma provavamo a immaginare un "dopo". L'idea di fare una rivista/blog e di intitolarla "Panem Et Circenses" quando il Panem Et Circenses non aveva più senso di esistere con le società finite in categorie infime è nata così. Per non dimenticare quello che è successo e perché è successo. Che poi... a vedere bene, il Panem è finito ma il Circenses è più in forma che mai; o comunque, di fatto, non è morto.

- Cioè? Spiegaci meglio queste ultime sibilline parole...

- Il Circenses è rappresentato da 5000 malati che guardano pseudo partite di calcio e cantano per 90 minuti + intervallo + recupero. Gli stessi che poi fanno trasferte oceaniche in paesini che non trovi sull'atlante. Ma il Circenses è anche il centravanti della tua squadra del cuore che improvvisa un'acrobazia stile Oliver Hutton a 5 cm dalla linea di porta e ovviamente sbaglia. O un presidente che sbraita contro non si sa bene chi e che sbaglia tutti i congiuntivi. Il Circenses è anche un galletto fiorentino ex calciatore ed ex politico sponda PDL che sognava di comprare il Siena e lo sognava talmente tanto che continua a rilasciare interviste a mesi di distanza accusando di questo un sindachino della sponda opposta di avergli impedito di realizzare il sogno della sua vita. Il Circenses è intrattenimento. L'intrattenimento crea consenso. A maggior ragione se non c'è più "panem" da distribuire.

- E quale è l'obiettivo del tuo blog?

- L' idea è quella di parlare di sport non solo come gioco, non solo in riferimento a quello che succede in campo. L'idea è di raccontare lo sport, nel mio caso il calcio, come fenomeno di massa. L'intento è di dargli un risvolto culturale e sociologico in un certo senso, ma anche in maniera divertente, vedi i Diari di trasferta o altri articoli che usciranno a breve in cui descriverò la singolare "fauna umana" che popola i gradoni in metallo del Rastrello. L'idea è nata in grande leggerezza, pensavamo ci leggessero i parenti e qualche amico e invece l'attenzione nei nostri confronti ci ha colto impreparati. Evidentemente in questa città è ancora presente una forte domanda di informazione. Di questo ne siamo molto felici e speriamo di proseguire così, anche se non sarà facile, perchè abbiamo anche altri impegni.

- Ti dichiari soddisfatto dell'attuale "circenses" societario? In particolare delle presidenze di Ponte e Ricci per Siena e Mensana?

- Per quel che riguarda Ponte, rimango convinto che sia stata la scelta migliore tra le candidature emerse a fine luglio. Le altre erano francamente improponibili. Sinceramente però, dopo questi primi mesi, sono deluso dalla sua gestione. Le premesse e le promesse erano altre. Manca una struttura societaria, manca uno sponsor, manca un settore giovanile, mancava fino a poco tempo fa un sito internet... non vedo cioè quella progettualità sbandierata in Luglio, il tutto in un contesto dettato dall'assenza di comunicazione, di trasparenza e di chiarezza nei confronti di tifosi e città. Non si può disperdere l'entusiasmo venutosi a creare tra i tifosi e oltre ai risultati sportivi serve costruire delle basi solide. Per me si dovrebbero rendere pubblici i punti programmatici concordati con il Sindaco a Luglio e i rendiconti finanziari. Perchè non viene fatto? L'unica scelta azzeccata al momento è stata quella di Morgia, che sta facendo un gran lavoro, quasi manageriale, all' inglese. Ha fatto l' allenatore, il DS e ha il merito, per il momento, di aver mantenuto un rapporto eccezionale con la tifoseria e con la stampa. Ah giusto, era la terza scelta e allora ringraziamo il destino, Papadopulo e Sala. Nel caso della Mens Sana mi esprimo più difficilmente, conoscendo meno l'ambiente. Da "esterno", direi che è stata persa l'occasione per una rottura totale col passato. Il Ricci dov'era in questi anni? Il fatto di essere ripartiti dalla Polisportiva ha i suoi pro comunque e ha facilitato i primi passaggi. Il Roster sulla carta è forte e di categoria superiore. Di sponsor ne sono stati trovati tre, mi sembra insomma che si vogliano creare i presupposti per tornare progressivamente in alto ci siano, anche perchè la pallacanestro richiede investimenti sicuramente minori rispetto al calcio.

- Raccontaci la tua storia d'amore con il Siena calcio.

- La prima partita vista è stata un Siena Fiorenzuola 1-2 nel '96, se non sbaglio, non proprio il migliore dei battesimi insomma. La passione vera e propria è iniziata con l'anno della promozione in B e poi si è alimentata negli anni successivi. Il mio primo idolo è stato Arcadio, perchè da piccolo giocavo come ala offensiva e mi piacevano i dribbling; lui un pò come Titone spesso ne faceva sempre uno in più del necessario, sono i giocatori che preferisco. Il ricordo più bello è legato al gol di Flo contro la Fiorentina, il rimpianto più grande, forse, è non essere stato presente a Marassi la notte di Genova, la notte della promozione.

- Cosa ne pensi di un'ipotesi di azionariato fra i tifosi del Siena? Come lo struttureresti?
- Bella domanda... Io sono favorevole, a patto appunto che la cosa sia strutturata bene e che non rimanga solo un'operazione simbolica. Un rappresentante dei tifosi nel CDA garantirebbe più trasparenza su programmi, atti e delibere della società, almeno in linea teorica. Mi sorgono però alcune domande: 1) Il rappresentante godrà di qualche diritto di veto, almeno per quel che riguarda alcune operazioni? 2) Chi lo sceglie il rappresentante dei tifosi e come lo sceglie? Non è facile strutturarlo. Io sinceramente non ho le competenze per esprimermi a riguardo. I modelli di Barcellona e Bayern Monaco, peraltro molto diversi l'uno dall'altro, non so se siano ripetibili in una realtà come la nostra. Vantano di una lunga tradizione (quello del Barca) e di un intreccio e di una divisione di poteri fra vari organi (quello del Bayern).
 

- Chiudiamo con un augurio alle due tifoserie bianconeroverdi.
- L'augurio è quello di riprenderci ciò che ci hanno tolto ingiustamente. Di dimostrare a tutti che ce la possiamo fare anche senza i soldi a pioggia del passato (vorrei ricordare a TUTTI che ci siamo già riusciti una volta, anche grazie a un piccolo grande uomo napoletano). Spero che fra 10 anni si possa andar fieri non solo della squadre che tifiamo, ma magari anche dello stadio in cui giochiamo e del centro sportivo in cui ci alleniamo. 

- Speriamo, speriamo...

1 commento:

  1. Non conosco l'intervistato ma anche una frase semplice come quella sul Ricci merita il mio apprezzamento anche perchè ai tanti supposti "veri" giornalisti una osservazione del genere, anche banale e più che lecita direi, non gliel'ho sentita dire a nessuno.
    Alle speranze future quindi aggiungerei anche quella di andare orgogliosi degli articoli che leggiamo.
    Meno PUMA e più verità.

    Gianluca

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